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Islam

Prosciolto in Iran il cristiano Anooshavan Avedia

Era stato arrestato e condannato a 10 anni di carcere perché scoperto a guidare una chiesa domestica nella propria abitazione

 

Dall’Iran arriva la buona notizia della scarcerazione di Anooshavan Avedia, il cristiano che nel 2022 era stato condannato a 10 anni di prigione per aver guidato una chiesa domestica, in altre parole di aver ospitato nella propria abitazione incontri di preghiera e di catechesi. Oltre che al carcere, per il reato di “propaganda contraria e offensiva nei confronti della santa religione islamica” era stato condannato a 10 anni di privazione dei diritti sociali, una volta scontata la pena. È stato prosciolto in appello il 24 settembre dopo aver trascorso più di un anno in carcere. Con lui nel 2022 erano stati arrestati Abbas soori e Maryam Mohammadi, due convertiti, che erano stati rilasciati, ma condannati a pagare una ammenda pari a circa 2.000 dollari, alla perdita dei diritti sociali per 10 anni e al divieto di lasciare il paese per due anni successivi. Tutti e tre erano stati arrestati nel 2002 quando una trentina di agenti dell’intelligence avevano fatto irruzione a casa di Avedia, ad Narmak, mentre circa 18 fedeli erano riuniti per pregare e leggere le sacre scritture. Gli agenti avevano sequestrato copie della Bibbia, effetti personali dei presenti, telefoni cellulari e altri dispositivi informatici. L’agenzia di stampa AsiaNews che da notizia del rilascio ricorda che negli ultimi anni in Iran sono stati arrestati migliaia di cristiani appartenenti a chiese domestiche, accusati di agire contro la sicurezza nazionale. Attualmente sono almeno 21 i cristiani che stanno scontando pene comminate a causa della loro fede. Nel 2023 il Comitato Onu per i diritti umani ha chiesto all’Iran di “rilasciare immediatamente le persone condannate al carcere per aver esercitato il loro diritto alla libertà di religione o di credo” e di garantire loro un adeguato risarcimento. A maggior ragione è dovuto un risarcimento per il tempo trascorso in prigione ad Annoshavan dal momento che è stato prosciolto, sostiene Mansour Borji, direttore di Article 18, sito specializzato nel documentare le violazioni della libertà di religione nel paese.