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DOPO L'EVENTO DEL COLUMBUS

Prontuario del laico che parla con parresia

L'evento della Nuova BQ e del Timone ha dimostrato che c'è un mondo di laici capace di assumersi la responsabilità di parlare con franchezza sui problemi che la Chiesa sta vivendo, che rischiano di mettere in pericolo l'essenza di tre Sacramenti. La Nuova BQ vuole offrire ai lettori un sintentico prontuario delle frasi più significative pronunciate dai relatori. Perché sia di stimolo a tutta la Chiesa in quella che è l'urgenza del chiarimento e della verità.

Ecclesia 24_04_2017
Il direttore Cascioli con gli ospiti del pomeriggio

Una cosa è certa. L'evento del Columbus organizzato da La Nuova BQ e dal Timone ha dimostrato che c'è un mondo fatto di laici e di fedeli che ha deciso di assumersi la responsabilità di parlare con franchezza sui problemi che la Chiesa sta vivendo. Un popolo di Dio preparato, libero, per nulla intimorito e soprattutto innamorato della Chiesa. Che ha alzato la mano per dire che con il capitolo VIII di Amoris Laetitia è successo qualcosa che non solo non si comprende, ma che rischia di mettere in pericolo l'essenza stessa di ben tre sacramenti. Negli interventi dei sei relatori non c'è saccenza, non c'è spirito di rivalsa e nemmeno quel suffragettismo laicale con cui molti eccelsiastici vorrebbero liquidare quello che solo artatamente potrebbe essere definito dissenso. 

E' un parlare con franchezza piuttosto, a proposito di ciò che sta più a cuore ad ogni battezzato, la sua appartenenza a Cristo, e che la provenienza da sei paesi diversi nel mondo dei relatori certifica come un'esigenza universale e non una questione di campanile o una pretesa solo di una parte di cattolici, magari circoscritti in questo o quell'ambiente tradizionalista. Un'appartenenza che è ragione di vita, non bene da possedere per interessi mondani o brame di potere. 

In sala nell'hotel Columbus c'era una rappresentanza di un popolo che non ha padroni, nè complessi di inferiorità, ma che nel parlare cerca e vuole essere aderente a quel Magistero e a quella dottrina che ha riconosciuto come feconda prima di tutto nella propria vita secondo l'insegnamento che gli è proprio, quello dell'esperienza. Per esercitare una prerogativa data ad ogni laico battezzato: vivere nel mondo e avvertire i propri pastori, se è il caso e con rispetto, dei disagi e degli errori a cui si sta andando incontro. Parlando di indissolubilità matrimoniale, di discernimento, di Magistero, di famiglia e matrimonio, di tradizione. E' la tanto decantata parresia, che come sottolineato, è un parlare con franchezza e senza sconti. Per il bene della Chiesa, cioè di tutti. 

Riassumere i contenuti delle sei relazioni di Anna Silvas, Jean Paul Messina, Jurgen Liminski, Thibaud Collin, Claudio Pierantoni e Douglas Farrow non è stato facile. La Nuova BQ vuole offrire ai suoi lettori un sintentico prontuario diviso per tematiche delle frasi più significative pronunciate dai relatori del convegno. Perché sia di stimolo a tutta la Chiesa in quella che per moltissimi è ormai l'urgenza del chiarimento e della verità. 

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INDISSOLUBILITÀ

• “Ogni caso è unico, ma l'indissolubiIità ha una portata generale. Minare il principio significa umanizzazione Dio” (Liminski)

• “Secondo vari studi la vita nel matrimonio procura vantaggi concreti ai due coniugi” (Liminski)

• “Il matrimonio tra uomo e donna è garanzia di futuro” (Liminski)

• “L’indissolubilità viene affermata, poi vi sono rinnovamenti nella prassi che la contraddicono” (Pierantoni) 

• “Se il matrimonio è indissolubile, ma pure in alcuni casi si può dare la comunione ai divorziati risposati, sembra evidente che questa indissolubilità non è più considerata assoluta, ma solo una regola generale che può soffrire eccezioni. Ora questo, come ha  ben spiegato il Card. Caffarra, contraddice la natura del sacramento del matrimonio, che non è una semplice promessa, sia pure solenne, fatta davanti a Dio, ma un’azione della grazia che agisce al livello propriamente ontologico. L’azione che fa di due una sola carne, ha infatti carattere definitivo e non può essere cancellata. In più quest’azione della grazia, fondata sull’ordine stesso della creazione e finalizzata al bene delle persone, come sacramento assume la funzione di significare l’unione indissolubile fra Cristo sposo e la sua Chiesa”. (Pierantoni)

FEDELTÀ

• “Il matrimonio durevole garantisce clima di fiducia nei legami affettivi. La fiducia è cemento della società”. (Liminski)

• “Le relazioni stabili sono un capitale culturale utile a società e economia” (Liminski)

• “Nelle coppie sposate religiosamente e pregano insieme solo 1 matrimonio su 1429 si dissolve”. (Liminski)

• “La stabilità emotiva nel bambino crea sinapsi nel cervello, gli psicologi dello sviluppo affermano che l’attaccamento precede la comprensione e la competenza sociale. Gli esperti la definiscono "Intelligenza emotiva". L’attaccamento precede l’educazione. Un attaccamento riuscito conduce a una piena dignità umana. Il matrimonio indissolubile offre il miglior contesto per questo”. (Liminski)

FAMIGLIA E MATRIMONIO

• “La famiglia è il grembo intellettuale con cui inserirsi nella società” (Liminski)

• “Riconoscere la natura umana è ciò che fa la differenza. La famiglia precede qualsiasi autorità pubblica”. (Liminski)

• “Dobbiamo decidere se seguire Sartre il quale diceva che la natura dell’uomo non esiste o se invece esiste uno schema direttivo e molto più di un caso dovuto all’evoluzione. Questo masterplan è l’amore, è il dna del capitale umano. Questo poggia sul matrimonio e la famiglia. Infatti Giovanni Paolo II definiva l’educazione un Dono di umanità”. (Liminski)

• “La morale cristiana sul matrimonio e la famiglia è oggi a dura prova. Ma è al cuore dell’evangelizzazione”. (Messina)

• “Anche in Africa la famiglia è in crisi. Poligamia, povertà, unione libera, il divorzio sono minacce”. (Messina)

• “La poligamia è un grande problema per la vocazione cristiana in Africa. Le principali vittime sono le donne” (Messina)

• “AL si è concentrata poco sul tema della poligamia, assumendo uno sguardo forse troppo eurocentrico” (Messina) 

• “Le nostre chiese devono essere prudenti, evitando soluzioni pastorali divergenti davanti a situazioni simili”. (Messina)

• “Molti argomenti utilizzati durante il sinodo sulla famiglia sono gli stessi utilizzati per contrastare Humanae vitae”. (Collin)

• "Il matrimonio tra uomo e donna garantisce il futuro delle comunità. La famiglia produce una solidarietà che ha una efficacia che non si trova in nessun altra parte della società. Il matrimonio è vantaggioso per lo Stato, le relazioni stabili riducono la povertà e la malattia. I sociologi parlano a proposito del matrimonio di capitale culturale, che rafforza i sistemi sociali e l’economia. A Wall Street e nella Silicon Valley il tasso di divorzio è superiore al cento per cento: le persone divorziano più volte perché il lavoro monopolizza tutto”. (Liminski)

• “La rivoluzione sessuale ha realizzato una generazione assorbita nella mentalità contraccettiva” (Farrow)

• “In questo contesto il Sacramento del matrimonio è in forte crisi. Il  corpo è ormai solo un oggetto ludico”. (Farrow)

CHIESA

• “Nella Chiesa c'è oggi una crisi di unità”. (Farrow) 

• “Una crisi della Chiesa per certi aspetti completamente inedita”. (Pierantoni)

• “Oggi vi è una deformazione dottrinale che non è di oggi, ma che vediamo in alcuni passaggi ambigui di AL”. (Pierantoni)

• “La modernità sembra divenuta una parola d'ordine nella Chiesa. Anche se mancano definizioni precise”. (Silvas)

• “Il culto della modernità diventa come una idolatria per ottenere approvazioni”. (Silvas)

• “Vedo un punto in comune tra il monachesimo e i laici che oggi cercando di dimorare nella Parola di Dio”. (Silvas)

• “Gli hobbits della Terra di mezzo non erano tra i potenti, eppure hanno avuto un ruolo fondamentale. Così i laici”. (Silvas)

• “La preghiera come atto politico più urgente”. (Silvas)

• “La Chiesa è in crisi perché deve di nuovo affrontare dentro se stessa la questione della sua fedeltà a Dio padre e nostro Signore Gesù Cristo”. (Farrow) 

GIUSTIZIA E MISERICORDIA

• “E' un pericolo gnostico nel dividere un Dio giudice da un Dio misericordioso”. (Farrow) 

• “La misericordia senza verità è la madre della dissoluzione”. Silvas

• “Sfida per la Chiesa oggi è alzare gli occhi a Dio che non ha bisogno di attenuare la giustizia per dare misericordia”. (Farrow)

• “E’ in atto un neo marcionismo evidente che oppone la giustizia alla misericordia. Vi è quasi sempre un problema dottrinale attaccato a un problema morale persistente: è tipico dell’uomo caduto”. (Farrow)

• “Come dice Sant’Ireneo è l’opposizione tra queste due grandi perfezioni di Dio, ovvero la sua giustizia e la sua misericordia. Una misericordia che possa sostituire il potere giudiziale di rimprovero del Padre pensando di aver trovato un Dio senza rabbia, un Dio che giudica e un altro che salva così dividendo Dio inconsapevolmente negano l’intelligenza della divinità ponendo fine alla divinità perché se il giudizio non è in grado di premiare chi lo merita non sarà un giudice saggio. I nostri neo marcioniti sono più sottili: non parlano di due dei ma di un Dio come se fosse carente del giudizio o come se fosse conoscibile solo dalla sua misericordia”. (Farrow)

COSCIENZA

• “La coscienza non può assumere giurisdizione sulla legge naturale. Questa è la preoccupazione principale dei Dubia”. (Farrow)

• “Il n°303 di Amoris Laetitia pone il problema di come si intende la coscienza rispetto a Veritatis splendor n°56”. (Farrow)

• “La nozione di coscienza non può scomparire in un buco nero di soggettività”. (Farrow)

TRADIZIONE

• “La tradizione non può contraddire sé stessa”. (Farrow) 

• “Gesù senza registratore? Pensare che il Verbo, la sapienza divina non sia in grado di scegliere il mezzo più adatto al corpo della sua chiesa è una contraddizione. E’ un rischio ariano di chi pensa che Gesù non sia in grado di parlare ad ogni tempo. Contraddice il suo essere il Verbo incarnato”. (Pierantoni)

• “Il generale non è sfiorato dalla riflessione che, se l’eterna Sapienza avesse pensato che un registratore fosse il mezzo più idoneo per farci conoscere le Sue parole, lo avrebbe senz’altro scelto. E, con la saccenteria dell’homo technologicus, viene a dirci che una macchina, un essere inanimato, sarebbe un mezzo più efficace della viva tradizione di esseri umani, che passa attraverso il cuore e la fede degli Apostoli e dei loro successori, che a questo preciso fine furono da Lui stesso prescelti”. (Pierantoni)

• “Il Deposito della fede, conservato dalla Tradizione, non è un sistema di pensiero meramente umano, fallibile, dove possa introdursi un elemento incoerente o erroneo, che potrebbe essere quindi corretto senza danno, anzi con profitto della verità”. (Pierantoni)

DUBIA E AMORIS LAETITIA

• “Il quinto dubium non può avere altra risposta che nel chiarificare il n°303 di AL”. (Farrow) 

• “I dubia sono a loro modo inediti in quanto chiedono qualcosa che il magistero aveva già ben definito” (Pierantoni)

• “Fino a quando i Dubia non troveranno risposta sarà difficile evitare la confusione delle interpretazioni di AL”. (Silvas) 

• “I Dubia sono pertinenti, viste la interpretazioni contraddittorie che possono avvenire sul capitolo VIII”. (Collin)

• “Come possiamo far vedere il giusto amore verso il santo padre? La situazione si è evoluta in modo tale che i Dubia sono necessari e devono necessariamente avere una risposta. La mia preoccupazione non è tanto nel "processo" ma nella sostanza”. (Farrow)

• “I dubia sono un mezzo con cui si chiede all’autorità competente di chiarire. La caratteristica inedita dei Dubia è che si domanda qualche cosa che è già chiarito dal Magistero. E’ un gesto questo dei cardinali coraggioso perché senza dirlo direttamente dicono che si sta dicendo il contrario di un Magistero infallibile”. (Pierantoni) 

• “In questa situazione, i Dubia, queste cinque domande presentate dai Quattro Cardinali, sono stati certamente un punto fondamentale di svolta, una potente luce di verità che si è proiettata su questo caos, e per questo li dobbiamo ringraziare profondamente”. (Pierantoni) 

• “Per quanto siano pochi e apparentemente isolati, le loro domande sono comunque coraggiose affermazioni di verità. In realtà, non sono solo loro che parlano, ma lo stesso Logos, “dalla cui bocca esce una spada affilata”. (Pierantoni)

• “La discussione su AL per molti è solo dovuto a cattiva interpretazione del testo. Ma il testo ha aperture evidenti”. (Silvas)

• “La nota 329 di AL che richiama Gaudium et spes, riferita agli sposi, è applicata a coloro che sposi non sono. Perchè?”. (Silvas)

• “Perchè nella Relatio finale del Sinodo 2014 sono state inserite proposte che non avevano maggioranza?”. (Silvas) 

• “Il capitolo VIII di AL cambia in modo omogeneo rispetto al magistero precedente?”. (Collin)

• “La legge di Dio non può diventare un elemento tra gli altri, da ponderare in base alle situazioni”. (Collin)

• “Oggi, non a caso, in varie parti della chiesa Humanae vitae è semplicemente ignorata”. (Collin)

• “Nella diatriba su Amoris Laetitia è implicato il significato di ben tre Sacramenti: matrimonio, penitenza e soprattutto l’Eucarestia. Abbiamo conferenze episcopali, singoli vescovi, sacerdoti che sui temi più delicati danno interpretazioni e indicazioni anche opposte. Siamo all’assurdo che, tanto per fare un esempio, le indicazioni ai fedeli sull’accesso ai Sacramenti cambiano non solo da paese a paese, ma anche da diocesi a diocesi e da parrocchia a parrocchia”. (Silvas)

• “Il Papa si trova in un vicolo cieco, incastrato tra il rischio dell'eresia formale e quello di doversi espressamente smentire”. (Pierantoni) 

PAPISMO

• “Il papismo affettivo di molti cattolici, giusto sentimento, non può occultare alcune problematiche di AL”. (Silvas)

DOTTRINA E MAGISTERO

• “Se la legge di Dio è solo un semplice ideale, questa rimane solo un opzione tra le altre”. (Collin)

• “Diversamente da questi due Papi che per pressioni esterne avallarono formule errate senza aderirvi essi stessi, oggi è in atto una grave deformazione dottrinale che deriva da Lutero e dal modernismo e che trova espressione nell’Amoris Laetitia senza che ciò sia la conseguenza di pressioni esterne”. (Pierantoni)

• “L’errore di questo atteggiamento consiste non solo e non tanto nel negare uno o anche più punti specifici della dottrina cattolica, ma proprio nello screditare la sua natura stessa di “dottrina” e il suo necessario aggancio con la ragione. Infatti, se “la realtà è superiore all’idea”, a perdere rilevanza non è solo una dottrina, ma la dottrina stessa”. (Pierantoni)

• “Quello che invece salta all’occhio nella situazione attuale è proprio la deformazione dottrinale di fondo che, pur abile nello schivare formulazioni direttamente eterodosse, manovra tuttavia in modo coerente per portare avanti un attacco non solo contro dogmi particolari come l’indissolubilità del matrimonio e l’oggettività della legge morale, ma addirittura contro il concetto stesso della retta dottrina e, con esso, della Persona stessa di Cristo come Logos”. (Pierantoni)

• “Il magistero di Veritatis splendor è ben chiaro e stabilito. E praticamente è di magistero infallibile”. (Pierantoni) 

• “Chiarezza è importante per evitare che vi siano interpretazioni erronee rispetto alla continuità del magistero”. (Pierantoni) 

• “GPII e BXVI hanno opposto un magistero molto preciso contro il dilagare dei valori della modernità nella Chiesa”. (Silvas) 

DISCERNIMENTO

• “Mai S.Ignazio utilizza il discernimento sugli atti considerati intrinsecamente malvagi”. (Collin)

• “La più grande sfida della chiesa è passare dal discernimento delle situazioni al discernimento di Dio, un Dio che non deve attenuare la giustizia per far emergere la misericordia”. (Farrow)

• “Ora, è chiaro che proprio il discernimento e l’accompagnamento contrastano direttamente con la supposizione che il soggetto rimanga, a tempo indefinito, inconsapevole della sua situazione. E il redattore, lungi dal percepire tale contraddizione, la spinge fino all’ulteriore assurdo di affermare che un approfondito discernimento può portare il soggetto ad avere la sicurezza che la sua situazione, oggettivamente contraria alla legge divina, sia proprio ciò che Dio vuole da lui. Cioè: l’elemento soggettivo dell’ignoranza, che può certamente diminuire la responsabilità in molti casi, qui paradossalmente si trasforma in un elemento di scienza, in base al quale il soggetto può arrivare a stabilire con certezza che Dio vuole da lui un comportamento oggettivamente contrario allaSua stessa legge, quella legge che emana dalla sua eterna e infallibile Sapienza”. (Pierantoni) 

• “Una cosa è la legge positiva che regola la circolazione di un’auto in un certo Paese; altra cosa è il libretto di istruzioni scritto dal fabbricante del veicolo. Se io supero un limite di velocità, supponiamo per un’emergenza vitale, posso anche essere moralmente giustificato, perché la regola, in sé giusta, non è però assoluta, perché non è intrinsecamente legata all’essenza del veicolo. Se invece contravvengo all’indicazione del fabbricante, che mi dice che l’automobile è stata disegnata per funzionare con la benzina, nessuna emergenza o eccezione, nessun discernimento, certamente, servirà a far sí che l’auto funzioni col gasolio. Mettervi del gasolio non è quindi un male perché sia  “proibito” da una qualche legge esterna, ma è intrinsecamente irrazionale, perché contraddice la natura stessa del veicolo”. (Pierantoni) 

PARRESIA

• “Il Papa ha il diritto di aspettarsi che noi gli parliamo con parresia, che in greco vuol dire: "dire tutto" anche a costo di rimetterci. Parresia significa dire qualche cosa che dà fastidio, la usa Pietro con gli ebrei quando ricorda loro che "questo messia voi lo avete crocifisso". Questa è la parresia. La stessa che Paolo usa con Pietro”. (Pierantoni)

• “Di questa deformazione dottrinale la prima vittima è proprio il Papa, che di essa, mi azzardo a ipotizzare, è assai poco consapevole, vittima di un’alienazione generalizzata ed epocale dalla Tradizione, in ampi strati dell’insegnamento teologico; dietro a lui, innumerevoli sono le vittime che cadono in inganno”. (Pierantoni)

• “Una correzione fraterna, infine, non è né un atto di ostilità, né una mancanza di rispetto, né una disobbedienza. Non è altro che una dichiarazione di verità: caritas in veritate. Il Papa, ancor prima di essere papa, è nostro fratello, e questo è quindi un primordiale dovere di carità nei suoi confronti. Del suo destino ci sarà chiesto conto, come anche di quello di tutti coloro che si affidano alla sua guida. L’empio, dice Dio attraverso il profeta Ezechiele, “morirà per il suo peccato”, ma se tu, sentinella, non lo avverti, “della sua morte chiederò conto a te” (Ezech. 33,8). (Pierantoni)

• “Per finire, dal confronto della situazione attuale con quella dei precedenti “papi eretici”, emerge una somiglianza, ma anche una netta differenza. La somiglianza è data dal fatto che in tutti e tre i casi, in fondo, quello che si ricerca è una formula di compromesso, una soluzione politica che possa riscuotere il maggior numero di consensi, senza però approfondire il suo contenuto veritativo e la sua coerenza con la Tradizione. La storia insegna che questi tentativi sono destinati al fallimento, perché il successivo sviluppo della riflessione fa inevitabilmente venire a galla le contraddizioni che si era cercato di dissimulare”. (Pierantoni) 

• “Senza togliere nulla né alla gravità delle antiche controversie trinitarie e cristologiche, né alla drammaticità degli eventi che coinvolsero Liberio e Onorio, né alle loro responsabilità, tuttavia, in confronto con la situazione attuale, le loro deviazioni dottrinali appaiono limitate a punti particolari, sia pure molto importanti, e derivate in gran parte, più che dalla mente eretica dei Pontefici, dalle pressioni politiche e da una terminologia teologica ancora in via di formazione”. (Pierantoni)

•“Alla luce di tutto ciò, si rende quindi più che mai necessario, un ulteriore atto di coraggio, di verità e di carità, da parte dei Cardinali, ma anche dei Vescovi e poi di tutti i laici qualificati che volessero aderirvi. In una situazione così grave di pericolo per la fede e di scandalo generalizzato, è non solo lecito, ma addirittura doveroso per l’inferiore correggere fraternamente il superiore, sempre che si faccia nella carità; neppure l’obbedienza gerarchica o religiosa può essere utilizzata, in questo caso di pericolo generale, come una scusa per tacere la verità”. (Pierantoni)