Programmi e candidati, su questo sarà giudicato il centrodestra
Mentre appare evidente la deriva radicale del centrosinistra, si deve ancora dimostrare che nei programmi e nelle intenzioni del centrodestra ci sia attenzione ai princìpi non negoziabili. E in questi giorni in cui si scelgono i candidati sarà importante che i partiti mandino un segnale chiaro in questo senso.
- ELEZIONI, UN'OCCASIONE PER COLPIRE IL SISTEMA, di Stefano Fontana
Il teatrino politico di queste ore, con alleanze variabili e ammucchiate improbabili, soprattutto a sinistra, produce un rumore di sottofondo alquanto fastidioso per milioni di italiani in vacanza, che dovranno decidere per chi votare il 25 settembre. Lo spettacolo indecoroso offerto da alcuni partiti interessati solo alle poltrone verrà forse dimenticato in fretta dagli elettori, che ben difficilmente però si faranno abbindolare da promesse mirabolanti e proclami roboanti e che probabilmente giudicheranno la minore o maggiore credibilità dei candidati sulla base delle loro affermazioni, azioni e, soprattutto, contraddizioni.
Nel tempo svanirà l’effetto Draghi, visto che il premier se ne sta ben lontano dall’agone elettorale e considerato il fatto che Enrico Letta, che ha il copyright dell’espressione “agenda Draghi”, sta facendo alleanze anche con chi quell’agenda l’ha bersagliata e boicottata fin dall’inizio (per dettagli rivolgersi a Sinistra italiana e Verdi).
La farsa del patto Pd-Calenda, celebrato con enfasi e poi ripudiato da uno dei due firmatari, la dice lunga sull’opportunismo che ispira le scelte dei partiti della sinistra, uniti tra loro solo in funzione del contrasto a una probabile vittoria del centrodestra.
Se, dunque, dalle parti del Nazareno, i compagni di viaggio sembrano disinvoltamente intercambiabili e vengono scelti solo sulla base delle convenienze, a prescindere da valori e programmi, l’auspicio che ogni italiano di buon senso dovrebbe formulare è di avere nelle liste di tutti i partiti figure credibili e portatrici di una visione del mondo e della società rispettosa della verità sull’uomo e sulla sua storia.
Nella “maionese lettiana” rimarrà, ad esempio, +Europa di Emma Bonino, che rappresenta quanto di più distante si possa immaginare dai princìpi non negoziabili della cultura cristiana e cattolica. Tale dato non può risultare ininfluente sulle scelte di voto. Questo, tuttavia, non vuol dire non considerare anche altri elementi.
È innegabile che finora questi princìpi non negoziabili siano del tutto assenti dai programmi dei partiti, nessuno escluso. La difesa a oltranza della vita e della famiglia naturale contro la cultura della morte, il nichilismo, il relativismo etico e ogni mercificazione del corpo umano non può essere un elemento eventuale per quei partiti che si professano paladini dei valori cristiani e cattolici. C’è dunque da aspettarsi che soprattutto le forze minori del centrodestra, che marcano una diversità identitaria rispetto ai tre principali partiti della coalizione (Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia) e che si richiamano esplicitamente alla tradizione cattolica, inseriscano nei loro programmi un riferimento puntuale e non equivocabile a quei valori e schierino nelle loro liste candidati fortemente orientati in quella direzione (ma altrettanto si deve chiedere ai partiti maggiori). Ciò al fine di prevenire che nella prossima legislatura si verifichino attacchi alla vita e alla famiglia naturale, in parte sventati negli ultimi anni, ma sempre possibili senza l’assunzione di espliciti impegni nei confronti degli elettori.
Nelle precedenti legislature si sono creati gruppi trasversali per portare avanti battaglie su singoli punti programmatici, ad esempio l’intergruppo parlamentare sulla sussidiarietà. Venuta meno l’unità politica dei cattolici, appaiono indispensabili convergenze in Parlamento per approvare provvedimenti rispettosi di quei princìpi non negoziabili e dunque occorre rivolgere a tutti i partiti, alle prese con la composizione delle liste, un appello convinto affinché la selezione dei possibili candidati tenga conto di questo necessario e doveroso ancoraggio ad una ben determinata visione dell’uomo.
Nella Babele degli slogan elettorali questi temi sembrano “perdenti”. L’enfasi continua ad essere posta su tasse, lavoro, pensioni, immigrati. Per carità, tutti temi decisivi per il futuro del Paese. Nel momento in cui, però, si puntualizza che due dei cardini imprescindibili dei prossimi governi italiani dovranno essere la fedeltà all’alleanza atlantica in funzione anti-Putin e l’adesione convinta al progetto europeista, non si capisce perché i cattolici non debbano impegnarsi anche per difendere un baluardo della civiltà cristiana, vale a dire quei princìpi non negoziabili che alcuni esponenti politici dichiarano di voler garantire, ma che hanno poi quasi vergogna di difendere nelle sedi istituzionali.