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ELEZIONI ALL'OAS

Pro vita e famiglia, l'America svolta sui diritti umani

L'Organizzazione degli stati americani (OAS) ha votato il pro life e pro family Ralon Orellana tra i commissari per i diritti umani. Si tratta di una svolta significativa da leggere con il cambio di passo dell'amministrazione statunitense. Ma non solo: Brasile, Paraguay, Guatemala, Colombia, Cile e Panama hanno già un'agenda pro vita e pro famiglia. E le probabili prossime sconfitte dei socialisti in Canada e Uruguay fanno sperare bene. 

Esteri 01_07_2019

Con l'approvazione di tutti i documenti sottoposti al voto degli Stati membri, la 49ª Assemblea generale dell'Organizzazione degli Stati americani (OAS) si è conclusa il 29 giugno a Medellín, in Colombia. 

L'Organizzazione degli Stati Americani è la più antica organizzazione regionale al mondo, le cui origini risalgono alla Prima Conferenza Internazionale Americana, tenutasi a Washington, DC, dall'ottobre 1889 all'aprile 1890. Durante questo incontro, fu deciso di creare l'Unione Internazionale delle repubbliche americane e iniziò a tessere una rete di disposizioni e istituzioni che sarebbero state chiamate in seguito come "sistema interamericano", il più antico sistema istituzionale internazionale.

Oggi l'OAS riunisce i 35 Stati indipendenti delle Americhe e costituisce il principale forum politico, giuridico e sociale dell'emisfero. Inoltre, ha concesso lo status di osservatore permanente a 69 stati, nonché all'Unione europea (UE).

Nell'ultima sessione plenaria, la 49ª Assemblea riunitasi a Medellin in Colombia, l'Assemblea ha approvato risoluzioni tra Venezuela e Nicaragua, esprimendo le sue preoccupazioni per i provvedimenti che i regimi di Maduro e Ortega hanno deciso contro le rispettive opposizioni e società civili.  Non se ne parlerà nel mondo dei mass media globali, se la situazione Venezuelana è sottaciuta, quella che riguarda i massacri nicaraguensi è occultata.

Per i mass media internazionali è troppo imbarazzante raccontare di come i regimi comunisti contemporanei violino sistematicamente i più fondamentali diritti umani. Ciò dovrebbe farci riflettere, se la volontà si combattere le ‘fake news’ si costringe, per ragioni ideologiche, a censurare le tragedie di interi popoli (4 milioni di rifugiati dal Venezuela e diverse migliaia di incarcerati in Nicaragua), dovrebbe raccontare la realtà. Se non lo fa, significa solo che  la lotta alle fake news è una semplice occasione che serve allo scopo unico: imporre una nuova ideologia selettiva che si serve della censura, come del dileggio, per presentare e convincere i popoli dell’unica ideologia buona, il sinistro tentativo di sradicare dal popolo e nel popolo la consapevolezza del reale.

I documenti approvati dall'Assemblea Generale sono disponibili e ciascuno può farsi una idea della situazione.  

La vera novità che potrà influire enormemente nel prossimo futuro dell'intera organizzazione è la nomina dei membri della Commissione dei Diritti Umani. I membri del OAS rieletti come commissari della Commissione Inter-Americana sui Diritti Umani (CIDH) sono Esmeralda Arosemena de Troitiño (Panama) e Margaret Macaulay (Giamaica), e eletti come nuovi membri Edgar Stuardo Ralon Orellana (Guatemala) e Julissa Mantilla Falcón (Perù).

Ralon Orellana (Guatemala) è un candidato che sulla carta aveva poche opportunità di essere eletto, era stato proposto dal Guatemala, paese nel quale il Presidente Jimmy Morales ha concluso il mandato, eppure è riuscito ad essere eletto, ma è il primo membro della Commissione dei Diritti Umani della Organizzazione dei paesi Americani che si è dichiarato apertamente pro vita e pro famiglia (fondata sul matrimonio di un uomo e una donna). Si tratta di un successo senza precedenti per le tantissime nazioni e associazioni che si battono nei paesi americani per l’affermazione e la promozione dei diritti umani e la dignità del nascituro e delle famiglie. 

La posizione della Amministrazione USA e in particolare di Pompeo e Pence sui temi della vita e della famiglia è molto chiara: tutela della vita sin dal concepimento e promozione del matrimonio eterosessuale (pur sostenendo la decriminalizzazione dei rapporti omosessuali). Gli USA sono i primi contributori netti della OSA, una organizzazione che più volte negli anni precedenti alla amministrazione Trump, ha promosso diritti all’aborto e al matrimonio gay in vari paesi dell’America Latina e talvolta tentato di imporli nelle legislazioni nazionali, nonostante la forte opposizione di popoli e istituzioni.  

Con l'elezione di Edgar Stuardo Ralon Orellana come membro della Commissione dei Diritti Umani molto può cambiare, molto può iniziare a essere rivalutato e si potrà passare dall'imposizione di una colonizzazione ideologica delle lobby e dei Paesi pro gay e pro aborto a un maggior rispetto per i diritti fondamentali della persona, dal concepimento alla famiglia naturale. 

Edgar Stuardo Ralon Orellana non è superman, le associazioni e le Ong che difendono vita e famiglia in Americalatina hanno un badget ridicolo rispetto ai colossi legati a doppio filo a Soros e alle vari agenzie abortiste e gay internazionali. Tuttavia ci sono buone speranze per il futuro: Brasile, Paraguay, Guatemala, USA, Colombia, Cile, Panama e molti altri paesi sosterranno il neo commissario e cercheranno di seguirlo nelle sue azioni rispettose della cultura e delle tradizioni del continente.

In Canada le elezioni del prossimo autunno porteranno ad una sconfitta totale dei Laburisti di Trudeau, che hanno impegnato milioni di dollari per sostenere la promozione dell’aborto nel mondo; In Uruguay è tutt’altro che scontata la riconferma della sinistra e dei suoi programmi pro gay e pro transgenders, in Bolivia il modello comunista indigeno potrebbe registrare, anche elettoralmente, un fallimento. La situazione è fluida, i segnali positivi sono tanti, la elezione di Edgar Stuardo Ralon Orellana ha dato molte speranze e dunque, in America Latina, la sfida tra il neocolonialismo ideologico, che devasta il tessuto umano e la tradizione cristiana, e la storia e la cultura del continente è tutt’altro che finita o persa.

E noi? Lo diciamo chiaramente, sin da subito, se si eleggerà Timmermans a presidente della Commissione europea, personaggio su cui ci soffermeremo eventualmente in seguito con un significativo ritratto, dovremo riflettere se scappare o votarci al martirio, non ci saranno alternative. L’olandese Timmermans è esattamente il contrario di ciò che appare, coloro che non obbediranno alla ideologia verranno semplicemente espulsi, eliminati, sanzionati a vita. La dissidenza e i samizdat torneranno di moda. Beato continente americano…