Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
Sant’Espedito a cura di Ermes Dovico
SCHEGGE DI VANGELO

Pro e contro Tommaso

Gesù è un fatto che accade nel presente, attraverso la testimonianza di chi l'ha visto e attraverso la nostra esperienza.

Vangelo 14_04_2012
Caravaggio - San Tommaso
Domenica Seconda di Pasqua

La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.
Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».
Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».
Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».
Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.

(Gv 20,19-31)

 

 
Non si può credere senza vedere. Noi non possiamo considerare l’apostolo Tommaso come un ‘originale’ perché ha la pretesa di vedere per credere. La fede non è un sentimento che sgorga spontaneo dalla sovrabbondanza del cuore. La fede nasce come reazione consapevole di fronte a un avvenimento accaduto e riconosciuto nel suo valore. Non indugiamo allora a rimproverare Tommaso che ha voluto vedere.

Domandiamoci piuttosto perché non gli è bastato vedere i suoi amici; perché non gli è stato sufficiente constatare che essi veramente avevano visto il Signore Risorto. Qualcosa non deve aver funzionato nel rimbalzo di quell’amicizia, se Tommaso ha domandato di vedere lui personalmente il Signore. Da allora la visione diretta del Risorto non è più possibile. Non abbiamo più modo di tornare indietro, per arrivargli di fronte. Egli è definitivamente  uscito dal cenacolo per farsi incontrare e vedere in altro modo.

Egli si presenta come un fatto che accade nel presente. A due livelli. Il primo è costituito da coloro che l’hanno già visto, in una catena di testimoni che lega in unità dal passato al presente tutta la Chiesa; siamo chiamati a fidarci di chi l’ha visto prima di noi. Il secondo livello consiste nel fatto che solo un’esperienza personale ci può convincere: un fatto che accade sotto i nostri occhi, viene sperimentato dai nostri sensi, riconosciuto dalla nostra intelligenza e accolto dalla nostra libertà.

Questo ci porta a concludere che Lui c’è ed è vivo. Come è possibile questo? “Ogni cristiano rivive l’esperienza di Maria di Magdala. L’incontro con Cristo cambia la vita: è infatti l’incontro con un Uomo unico, che ci fa sperimentare tutta la bontà e la verità di Dio, che ci libera dal male non in modo superficiale, momentaneo, ma ce ne libera radicalmente, ci guarisce del tutto e ci restituisce la nostra dignità”, ha detto il Papa nel giorno di Pasqua. L’incontro con Cristo avviene oggi; Egli ci dona oggi la sua misericordia nell’abbraccio della Mater Ecclesia.