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Possibili rassomiglianze

Maria e Gesù si somigliavano molto? Se lo sono domandato santi, teologi, medici e genetisti. La risposta è con buona probabilità affermativa, ma la questione fondamentale e certo più interessante resta un'altra: quella dell'incarnazione, mistero meraviglioso.

Non vi è dubbio che l’aver accettato di tenere questa rubrica, obblighi anche me a cercare sempre nuovi argomenti, approfondendo tematiche fino ad ora in tutto o in parte inesplorate. Così facendo, per esempio, mi sono imbattuta nel fatto che santi, teologi, ma anche medici e genetisti, nel corso dei secoli abbiano cercato di rispondere a una domanda un po’ strana che, a dire il vero, non mi ero mai posta fino a questo momento. E cioè, se sia possibile dire qualcosa sulla eventuale somiglianza fisica e psicologica tra Maria e Gesù.

È chiaro che questo interrogativo parte da una considerazione precisa e cioè da quanto vada presa sul serio quella incarnazione che non è solo una sembianza di umanità ma una realtà anche biologica. Anche se, sullo sfondo, rimane il fatto importantissimo che nella persona di Gesù, era fin dall’inizio presente interamente anche la natura divina.
Attingendo a Ppadre Stefano De Fiores e al suo Nuovissimo Dizionario mariano, scopro che il problema della rassomiglianza si è posto fin dai primi secoli. Ecco due esempi: scriveva s. Efrem (IV sec.) rivolgendosi a Gesù: «Somigli a Maria che ti ha partorito, poiché per mezzo di lei fosti in figura umana». E Teodoro Studita (IX sec.): «Quale è colei che partorisce, tale deve essere colui che è generato … In quanto è stato generato da una madre circoscritta, occorre che abbia un’immagine corrispondente all’espressione dell’immagine materna. Altrimenti non sarebbe nato da una madre circoscritta ma avrebbe una sola generazione, vale a dire quella del Padre suo. Ma questo sconvolgerebbe il mistero dell’incarnazione».

Problema che è stato poi ripreso più di recente, per esempio da Pier Carlo Landucci, un mariologo che nel 1954 scriveva: «La materna comunicazione di vita crea, secondo la legge naturale, la rassomiglianza somatica e psicologica tra madre e figlio, ciò nel caso attuale dovette verificarsi con particolare intensità, data la pienezza della comunicazione stessa e inoltre l’esclusività di essa, mancando il naturale concorso paterno in ordine alla prole. Dunque Gesù doveva essere somigliantissimo alla Vergine Madre, d’una rassomiglianza da far stupire quanti la vedevano: rassomiglianza di espressione, di colorito, di gesto, di andatura, di voce, ecc. La perfezione del suo corpo doveva essere tutto un riflesso della perfezione del corpo immacolato di Maria. E siccome con l’elemento materiale, a causa del sistema nervoso, è pure collegata la tonalità psicologica, ossia il temperamento, anche per esso doveva esservi, tra Gesù e Maria, una mirabile rassomiglianza».

Fin qui le riflessioni di santi e teologi, dedotte per altro, dalla esperienza comune: “Filii matrizant” i figli maschi assomigliano alle madri, già dicevano i latini. La cosa interessante è che la   sembra confermare tale detto latino. Tanto più nel caso di Maria e Gesù nei confronti del quale, Judica Cardiglia, citato da De Fiores proprio in quanto medico esperto in questioni genetiche, nel suo Gesù tra gli uomini, scrive: «Non essendo avvenuta una fecondazione con la cellula germinativa maschile, non si è verificato il processo di riduzione dei cromosomi femminili da 48 a 24, così l’essere concepito (Gesù) si è sviluppato con tutti i genidi della madre da esserne ripetizione esatta come il suo gemello».
Un dibattito ancora aperto in una materia certamente assai delicata, perché quella dell’incarnazione è pur sempre un’azione divina al di fuori dalle leggi naturali stabilite nella creazione del mondo. Dal quale tuttavia sembra di poter dedurre che, quanto meno, al di là di certezze ben difficilmente raggiungibili, la probabilità che Gesù e Maria fossero assai somiglianti è altissima.

Attenzione però, perché se l’argomento è sicuramente curioso, non è poi fondamentale. Diceva infatti al proposito con molta chiarezza sant’Agostino, nel suo trattato su La Trinità: «È lecito dire, senza mettere a repentaglio la fede: forse (Maria o Gesù) aveva un volto così, forse non lo aveva così. Ma nessuno potrebbe dire, senza mettere in pericolo la fede cristiana: “forse Cristo è nato da una Vergine”».