Pornodivi educatori, una contraddizione in termini
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Tiene banco il caso del pornodivo Edoardo Barbares (Max Felicitas), dopo l’annullamento di un suo incontro con gli studenti dove avrebbe parlato di “educazione sessuale” e bullismo. Ma educazione e pornografia fanno a pugni.

Per lunedì 3 marzo era in programma all’istituto tecnico e professionale “Andrea Ponti” di Gallarate (provincia di Varese) un incontro in cui gli studenti avrebbero dovuto ascoltare l’attore pornografico Max Felicitas, pseudonimo di Edoardo Barbares. L’attore, classe 1992, avrebbe dovuto tenere una lezione di “educazione sessuale”, insieme all’avvocato Lorenzo Puglisi e a Danilo Centrella, noto per essere l’urologo di Rocco Siffredi. La partecipazione all’evento era legata all’acquisizione dei crediti formativi necessari agli studenti nell’ambito dei Percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento (Ptco).
Solo grazie alla denuncia pubblica da parte di Pro Vita & Famiglia e al successivo intervento dell’Ufficio scolastico regionale della Lombardia, si è arrivati all’annullamento dell’incontro con Barbares. Il quale poi, la mattina del 3 marzo, poco prima dell’orario di ingresso, ha inscenato una protesta davanti all’istituto “Andrea Ponti”, presentandosi con delle catene, un bavaglio alla bocca e un giubbotto bianco con su scritto, più volte, “libertà”.
L’annullamento della sua lezione è l’unica buona notizia della vicenda, perché gli elementi negativi rimangono molti. Ne elenchiamo alcuni. Innanzitutto, Barbares non è nuovo a incontri del genere nelle scuole, il che chiama in causa la responsabilità dei dirigenti scolastici che gli consentono di tenere lezioni negli istituti da loro retti come se fosse un esperto di educazione. Per inciso il preside dell’istituto di Gallarate, Massimo Angeloni, ha accolto obtorto collo la comunicazione dell’Ufficio scolastico della Lombardia.
Secondo: Barbares, che sui suoi social conta diverse centinaia di migliaia di follower, ha ottenuto da questa vicenda un ritorno gratuito di pubblicità, che rischia di allargare la platea di giovani e meno giovani che cadono negli inganni dell’industria pornografica, pagandone le ricadute a livello di salute fisica, psichica e – bisogna ricordarlo – spirituale.
Terzo, lo stesso attore porno ha sfruttato l’occasione per annunciare la sua disponibilità a parlare di educazione sessuale e bullismo nelle scuole di tutta Italia. Barbares, tra l’altro, ha detto che «ai ragazzi è stato dato un messaggio bruttissimo ovvero che si può essere discriminati per il proprio lavoro. Io avrei parlato di malattie sessualmente trasmissibili, dell’importanza del preservativo, di bullismo. Bullismo che ho subìto, per questo tengo tanto alla scuola». Parole che sono un concentrato, come minimo, di luoghi comuni.
Intanto, l’industria pornografica è la perversione del lavoro, perché il lavoro – nel suo senso originario – dovrebbe contribuire al bene comune, dunque essere svolto in accordo alla volontà di Dio (vedi qui per approfondire). Evidentemente, la pornografia fa a pugni con il bene comune. Poi, sfiora il ridicolo che a parlare di prevenzione di malattie sessualmente trasmissibili debba essere un attore pornografico, vista la grandissima promiscuità sessuale che caratterizza quel mondo. Altro mito da sfatare: la “sicurezza” del preservativo; preservativo che in realtà, per la sua struttura porosa, è permeabile all’HIV e quindi alla lunga, specie se associato a promiscuità sessuale, aumenta il rischio di contrarre l’Aids, proprio perché c’è la falsa convinzione di essere al sicuro.
Infine, il bullismo. Barbares dice di esserne stato vittima e di aver anche fondato un’associazione per aiutare chi subisce bullismo. Ma non basta certo essere stato vittima di qualcosa, per saper educare alla prevenzione di quel qualcosa. Tanto più se fai parte di un’industria che è un male in sé, come ricorda anche il Catechismo (cfr. CCC 2354).
La pornografia – sia che consista in atti sessuali reali sia che siano simulati – perverte il significato dell’atto sessuale, è violenta e veicola violenza. Cosifica le persone, specialmente le donne, svilite a meri oggetti di piacere e diffonde questa idea degradata in tutta la platea dei suoi fruitori. Diverse donne, già pornostar, hanno denunciato le violenze subite nel mondo del porno. Ergo: una società, come la nostra, che dice di voler combattere la “violenza di genere”, dovrebbe iniziare, per coerenza, a proibire la produzione e diffusione di contenuti pornografici. E allo stesso tempo dovrebbe riscoprire cosa significhi educazione alla castità, cioè alla purezza, unica via per un sano rapporto tra uomo e donna e vera «pedagogia per la libertà umana» (CCC, 2339).
Basterebbe quanto qui accennato in via generale per tenersi alla larga da lezioni di pornodivi, che in Italia, nella scia di Rocco Siffredi, stanno assurgendo a nuovi maestri. Nello specifico caso dell’annullamento dell’incontro a scuola con Barbares è pesato un altro fattore: ciò che veicola sulle sue pagine online. La decisione di annullare l’incontro – come riferisce l’Adnkronos citando fonti vicine all’Ufficio scolastico della Lombardia – «è stata presa per alcuni contenuti presenti sui social del pornoattore come foto e filmati di giovani donne svestite, linguaggio allusivo, reel sui social che ritraggono ‘donne delle pulizie’ in reggiseno e pantaloni (...)». Donne presentate alla stregua di oggetti: non proprio un bel biglietto da visita per uno che vorrebbe educare al rispetto.
Eppure, c’è chi si è spinto a sostenere che come nelle scuole vengono invitati a parlare ex tossicodipendenti, così dovrebbe essere consentito lo stesso a Barbares. Un’obiezione fuori dalla logica, perché il fattore “ex” è scriminante: un conto, infatti, è la testimonianza di chi ha abbandonato un grave vizio, ha cambiato vita e mette in guardia gli altri a non cadere nel suo stesso errore; un altro è chi quel vizio lo continua a coltivare, ne fa fonte di reddito, lo promuove. Barbares è tuttora un attore porno.
Desta quindi ancora più sconcerto che un consigliere regionale di Forza Italia, Giuseppe Licata, si sia esposto in favore del progetto di Barbares nelle scuole. Sempre a proposito di questo nuovo tentativo di colonizzazione ideologica – dove il tema del bullismo, a prescindere dalle intenzioni, è usato come grimaldello – Pro Vita & Famiglia ha chiesto al ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, di «allertare tutti gli Uffici Scolastici Regionali affinché ciò non avvenga e i minori non entrino in contatto con commercianti di pornografia».
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