Pizzaballa a Gaza con gli aiuti: «Fermate questa guerra insensata»
Ascolta la versione audio dell'articolo
Il Patriarca di Gerusalemme in visita di solidarietà alla parrocchia colpita dall'esercito israeliano insieme al Patriarca ortodosso riceve la telefonata del Papa. Il premier israeliano Netanyahu chiama Leone XIV: si scusa per l'«errore» e lo invita in Israele.
- Siria, Israele rafforza la presa sul sud, di Elisa Gestri

Questa volta la diplomazia si è mossa immediatamente, dopo l’incredibile attacco da parte dell'esercito israeliano contro l'unica parrocchia cattolica della Striscia di Gaza. Secondo il primo ministro Benjamin Netanyahu si sarebbe trattato di «un errore» da parte dei puntatori del carro armato. Un’imprecisione di tiro che ha provocato, però, la morte di tre persone e il ferimento di altre nove, compreso il parroco Gabriel Romanelli. Tra i feriti gravi anche un postulate dell'Istituto del Verbo Incarnato (IVE), di nome Suheil. La notizia ha fatto il giro del mondo in un baleno. E la condanna è stata unanime. Perché colpire ed uccidere persone inoffensive? La comunità cristiana della Terra Santa è ancora esterrefatta e sbigottita.
Ieri mattina, alle 5.30, il patriarca Pier Battista Pizzaballa e il patriarca greco-ortodosso di Gerusalemme, Theophilos III, sono partiti alla volta di Gaza. Il loro viaggio, dopo aver ottenuto l'autorizzazione da parte del governo israeliano, aveva lo scopo di portare la solidarietà e il sostegno visibile delle Chiese della Terra Santa ai cristiani e agli ospiti della parrocchia. Al loro seguito anche un carico di cinquecento tonnellate di aiuti umanitari, destinati, non solo ai parrocchiani, ma anche alla popolazione musulmana. Il Patriarcato ha garantito, inoltre, il trasferimento dei feriti in strutture sanitarie fuori Gaza, dove riceveranno adeguate cure mediche.
Durante il viaggio, da Gerusalemme a Gaza, meno di cento chilometri, il patriarca Pizzaballa ha ricevuto una telefonata di Leone XIV. Il pontefice ha ringraziato il cardinale dell'impegno profuso, chiedendogli, nello stesso tempo, notizie in merito alla situazione della Striscia. Il Papa si è anche assicurato delle condizioni di padre Romanelli e degli altri feriti. «Leone XIV - ha riferito Pizzaballa - ha ripetuto più volte che è ora di porre fine a questa strage e che quello che è accaduto è ingiustificabile. Bisogna fare in modo che non ci siano più vittime. A nome del Patriarcato Latino, ma anche di tutte le Chiese della Terra Santa, vogliamo ringraziare Sua Santità per questa vicinanza, per la preghiera di cui eravamo già assicurati anche in precedenza e garantiamo, anche da parte di tutta la comunità di Gaza, la preghiera e un ringraziamento».
Mentre la delegazione stava per varcare il confine con Gaza, il primo ministro Netanyahu ha chiamato il pontefice. Una conversazione durata quasi un'ora, nella quale il Santo Padre ha confermato il suo appello per un rinnovato impulso ai negoziati, un cessate il fuoco e la fine della guerra, esprimendo, ancora una volta, la sua preoccupazione per la tragica situazione umanitaria della popolazione, in cui bambini, anziani e malati stanno pagando il prezzo più alto.
Netanyahu, da parte sua, si è rammaricato di quanto accaduto. Ha riferito che un proiettile vagante ha colpito la chiesa della Sacra Famiglia. Del resto, ogni vita innocente persa è una tragedia. Il primo ministro condivide il dolore delle famiglie e dei fedeli, e assicura che «le autorità israeliane sono impegnate a far chiarezza sull’accaduto». Nel corso del colloquio telefonico, il primo ministro ha invitato Leone XIV in Israele.
Intanto a Gaza si continua a morire. Ieri mattina trentacinque persone sono state uccise durante gli attacchi dell’esercito israeliano. Colpita la città di Khan Yunis, compresa la moschea al-Shafi. È stata bombardata anche una tendopoli di sfollati nella zona di Mu'assi. I soccorritori hanno riferito che cinque membri di una stessa famiglia sono stati uccisi e dieci sono rimasti feriti in un attacco di artiglieria. L’associazione dei Medici senza Frontiere (MsF) ha reso noto che uno dei suoi operatori è rimasto ferito nel corso del bombardamento di un accampamento di tende sempre a Khan Younis.
L'esercito israeliano ha intensificato, in questi ultimi giorni, l'uso dei droni. Questi velivoli, privi di pilota, di fabbricazione cinese e destinati a usi civili, vengono modificati dall'esercito israeliano e adattati all’impiego bellico. Sono utilizzati in attacchi mirati contro la popolazione, con l'obiettivo di costringere gli abitanti di Gaza ad abbandonare la zona in cui hanno trovato rifugio per spostarsi altrove. Del resto, si va sempre più rafforzando, all’interno della comunità cattolica palestinese, l’opinione che l’obiettivo finale degli israeliani sia di far evacuare il nord della Striscia, allontanarne gli abitanti, inclusi i cristiani, che finora non hanno voluto spostarsi. Infatti, nel momento in cui saranno abbandonate le strutture della parrocchia, coloro che ora vi hanno trovato rifugio, si ritroveranno allo sbaraglio, indifesi, ma soprattutto non potranno più far ritorno in questo luogo.
Prosegue anche l’opera di demolizione degli edifici. Radere al suolo gli scheletri delle case è diventato un affare: ai militari privati, assunti dall'esercito con la Stella di Davide, vengono consegnate delle ruspe; per ogni edificio raso al suolo ricevono 1500 dollari. In questo modo si sta portando a compimento quanto, in più di un'occasione, ha ribadito il primo ministro Netanyahu: «A Gaza dobbiamo distruggere tutto. Soprattutto le case. In tal modo le persone non potranno più fare rientro nelle loro abitazioni».
Replica il patriarca Pizzaballa: «È ora di fermare questa guerra, che è sempre stata assurda, ma ora è ancora più insensata».
Attacco israeliano alla chiesa di Gaza, l'appello di Pizzaballa
Tre morti e nove feriti è il bilancio del vile attacco dell'esercito israeliano contro la parrocchia cattolica di Gaza, in cui è stato leggermente ferito anche il parroco padre Romanelli. «Ci rivolgiamo a tutti coloro che hanno il potere di prendere decisioni per porre fine a tutto questo», ha detto il Patriarca latino. La solidarietà del Papa.
Gaza: tra fame e bombe lo stritolamento della Striscia
La speranza di poter sopravvivere alle nefaste conseguenze di questa immane sciagura, in cui è incappata la popolazione di Gaza, va scemando col passare del tempo. Fra bombardamenti e aiuti umanitari che entrano col contagocce, i palestinesi della Striscia muoiono tutti i giorni.
Pizzaballa: Cerchiamo la giustizia che viene dal cuore di Gesù
«Gesù vive la sua ora con grande speranza. Io vorrei che noi riuscissimo a vivere così il nostro presente, così buio e complicato». Così il Patriarca di Gerusalemme nei riti del Giovedì santo, mentre su Gaza infuriano gli attacchi dell'esercito israeliano.
- I siriani in Francia accusano il regime jihadista, di Elisa Gestri
Il patriarca Pizzaballa tra i cristiani a Gaza: «Siete la luce di Cristo»
Dopo un lungo tira e molla con le autorità israeliane, il cardinale ha ricevuto il permesso di celebrare la Messa nella chiesa della Sacra Famiglia, dove ha valorizzato la testimonianza dei cristiani di Gaza sostenendoli nella speranza. Polemica tra il Papa e l'ambasciata israeliana presso la Santa Sede.