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L'EREDITÀ

Piero Angela, la scienza al posto di Dio

Non c'è dubbio che Piero Angela sia stato "un pezzo della tv italiana", con una grande capacità di divulgazione scientifica. Ma va compresa la sua impostazione scientista, che metteva fuorigioco filosofia e teologia. E la sua eredità è una concezione ridotta dell'uomo, che nega la sua trascendenza.
- TRA DIVULGAZIONE E SCIENTISMO, di Aurelio Porfiri

Editoriali 16_08_2022
Piero Angela

Dopo 70 anni di Tv e 93 di vita, sabato 13 agosto è morto Piero Angela. Non si contano i messaggi commossi provenienti da personaggi famosi e cariche istituzionali, nonché i commenti autorevoli dal sapore agiografico sui social e i coccodrilli di firme note del giornalismo italiano. Qualcuno ha lanciato addirittura la proposta di una Giornata Nazionale della Divulgazione Scientifica per ricordarlo.

Non c’è dubbio: Piero Angela è quello che si dice “un pezzo della televisione italiana” e nessuno di noi, almeno una volta in vita, è riuscito a fare meno di tifare per la gazzella inseguita dal leone dagli spalti di Superquark. Altrettanto indubbie le sue capacità di divulgatore scientifico e autore televisivo che ha inventato un format inossidabile.

Accanto a queste luci però vi sono alcune significative ombre. La principale è l’impostazione scientista di Angela che ne ha condizionato i contenuti. Il positivismo scientista del decano della televisione ha alcune caratteristiche salienti. La prima: il sapere scientifico è il sapere più elevato. Filosofia e teologia, ad esempio, non possono competere ed anzi non hanno le carte in regola per essere definite discipline scientifiche.

In secondo luogo e come conseguenza del primo assunto, l’unica realtà esistente è quella empirica. Bandita la metafisica e, con essa, le religioni e Dio. Queste ultime possono essere studiate solo come fenomeni sociali per poi concludere marxianamente che sono solo tutte fanfaluche inventate dagli uomini che hanno paura di morire.

In terzo luogo la scienza ufficiale è solo quella indicata dall’ideologia di turno. Angela infatti fa rima con darwinismo, ambientalismo e teoria del gender. A proposito di omosessualità e transessualità, negli ultimi anni Superquark ospitava lezioni che esplicitamente seguivano l’agenda dell’ideologia arcobaleno. Proprio nell’ottobre scorso, poi, Piero Angela intervenne alla trasmissione Che tempo che fa per spezzare una lancia a favore del Ddl Zan avventurandosi a dire che tra coppie omosessuali e coppie eterosessuali non c’era nessunissima differenza, neppure nella filiazione (sic).

In quarto luogo lo scientismo angelico era di stampo schiettamente illuminista: la luce della ragione non solo dissiperà tutti i timori e le angosce dell’uomo, ma potrà anche spiegare ogni cosa. Basta darle solo il tempo per farlo. Scienza e tecnica insieme riusciranno nell’impossibile perché debelleranno ogni malattia, porteranno la felicità eterna sulla Terra affrancando l’uomo dalle superstizioni religiose.
A questo proposito è noto l’ateismo del conduttore televisivo, tanto sfegatato che per decenni invitò a parlare l’etologo Danilo Mainardi, sì accademico ma anche, guarda caso, membro dell’UAAR, l’Unione Atei Agnostici e Razionalisti. Angela è stato quindi sacerdote di un messianismo scientista, di una gnosi tecnologica, di un’utopia del sapere che avrebbe dovuto liberare l’uomo da ogni male, senza bisogno di Dio perché l’uomo si salva da sé dato che è sapiens sapiens. Una visione che tra l’altro, nell’attuale secolarismo che viaggia alla velocità della luce, appare addirittura superata, stantia tanto è stereotipata.

Piero Angela se n’è andato, ma rimarrà il succo dei suoi insegnamenti perpetuato dalla sua prole: l’uomo è poco più di una scimmia perché per caso si è evoluto leggermente meglio, tanto che le banane non solo le mangia, ma riesce anche a coltivarle. È tutta questione di cervello, non di anima; stiamo distruggendo il pianeta che ci ospita: dobbiamo iniziare a pagare il risarcimento danni almeno per qualche secolo; Dio non esiste perché con tutti i satelliti in orbita nessuno lo hai mai avvistato; non c’è morale perché siamo bestie al pari dei leoni, semmai solo regole civili stabilite a tavolino per non sbranarci.

Ora l’amato conduttore televisivo sta guardando faccia a faccia il Creatore di tutte quelle meraviglie che lui con tanta passione e professionalità ha illustrato per decenni dagli schermi della televisione. Che le nostre preghiere possano aiutare Angela a continuare a guardarlo faccia a faccia per l’eternità.