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Piana degli Albanesi, finita la sede vacante

Dopo cinque anni di attesa l'eparchia italo-albanese di rito bizantino ha un nuovo vescovo (il più giovane d'Italia): è papàs Raffaele De Angelis, classe 1979.

Borgo Pio 03_09_2025

Sabato 30 agosto Leone XIV ha nominato papàs Raffaele De Angelis nuovo vescovo eparchiale di Piana degli Albanesi. Si conclude quindi una sede vacante durata cinque anni per l'eparchia di rito bizantino che raduna i fedeli arbëreshë (italo-albanesi) in cinque comuni del palermitano, oltre alla concattedrale di San Nicolò dei Greci a Palermo. Il precedente eparca, Giorgio Demetrio Gallaro, fu nominato nel 2020 segretario della Congregazione (poi Dicastero) per le Chiese Orientali. Il neo-eparca De Angelis, nato nel 1979 a Castrovillari (Cosenza), è attualmente il più giovane vescovo d'Italia. Sacerdote dal 2006, proviene dall'altra eparchia italo-albanese di rito bizantino, quella di Lungro, in Calabria (retta dall'eparca Donato Oliverio), dove ha svolto vari incarichi tra cui, al momento della nomina, quello di parroco di San Giovanni Battista ad Acquaformosa.

L'eparchia di Piana degli Albanesi fu eretta nel 1937 da Pio XI, nello stesso anno dell'abbazia di San Nilo a Grottaferrata, nel Lazio (fondata però nel 1004), mentre poco meno di un ventennio prima fu eretta l'eparchia di Lungro. Ma queste sono solo le date di nascita delle attuali circoscrizioni ecclesiastiche italo-albanesi, perché in realtà la comunità arbëreshë (e con essa la liturgia bizantina in Italia) vanta una presenza molto antica, a partire dal XV secolo, a causa della diaspora albanese seguita all'avanzata dei turchi nei Balcani. San Giovanni Paolo II, incontrando nel novembre 1982 a Palermo la comunità italo-albanese, la definì «un’oasi di vita e di spiritualità orientale genuina, trapiantata nel cuore dell’Occidente», ponendone in risalto «la funzione ecumenica che la Provvidenza e le circostanze, anche geografiche, vi hanno chiamati a svolgere tra Occidente e Oriente, nella prospettiva della ricomposizione della piena comunione tra le Chiese».