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AMBIENTALISMI

Pericoli veri e presunti Così si distorce la realtà

Ogni anno muoiono 1.3 milioni di persone nel mondo per incidenti stradali. Ma il problema delle auto pare essere solo le emissioni di Co2.

Attualità 15_06_2011
incidente stradale

Ogni giorno muoiono 3.500 persone sulle strade del mondo, per un totale di oltre 1,3 milioni di morti e 50 milioni di feriti ogni anno. Le ripercussioni sono economiche oltreché sociali: alla tragedia umana vanno infatti sommati i costi dell'incidentalità che sfiorano il 3% del Pil mondiale, per un totale annuo di oltre 500 miliardi di dollari americani. Senza interventi, gli incidenti diventeranno la quinta causa di morte nel mondo entro il 2030 (oggi sono la nona), mietendo più vittime dell'Aids e di varie malattie tumorali: oltre 2,4 milioni morti. Questi sono i dati presentati l’11 maggio 2011 dall'Aci, dal ministero della Salute e dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Ogni giorno 350 europei muoiono a causa di un incidente d’auto. In totale, fanno 120 mila in un anno. Quasi nella metà dei casi si tratta di pedoni, motociclisti o ciclisti e in 3 casi su 5 la vittima ha meno di 44 anni.

Per analizzare i dati relativi alle catastrofi naturali possiamo invece risalire all’ultimo studio dell’assicurazione Munich-Re, anche se di solito gli studi scientifici non debbono essere fatti solo da assicurazioni private. Munich Re ha diffuso i dati dell’anno 2010, in cui si sono avvicendate catastrofi naturali particolarmente devastanti, con ben 295 mila morti e 130 miliardi di dollari di danni, molto al di sopra della media degli ultimi 30 anni.

Un terremoto nel mese di gennaio ad Haiti (222.570 morti), un terremoto in Cina nel mese di aprile (2.700 morti), quindi l’ondata di calore e gli incendi boschivi in estate in Russia (56.000 morti). Gli eventi più gravi sono stati il terremoto in Cile nel mese di febbraio, che ha causato 30 miliardi di dollari in danni e 520 morti, e le alluvioni da luglio a settembre in Pakistan (9,5 miliardi di dollari di danni e 1.760 morti). Anche l’Europa occidentale e’ stata colpita a febbraio dalla tempesta Xynthia (65 decessi, e 6,1 miliardi di dollari di danni) mentre gli Stati Uniti da trombe d’aria, per un totale di 4,7 miliardi di dollari. Munich Re ha registrato in totale 950 disastri naturali nel 2010, un numero molto più elevato della media degli ultimi 30 anni (615 disastri all’anno), e con molte più vittime rispetto alla media dei disastri a partire dal 1980: 295.000 contro 66.000 morti in media. I danni sono dovuti a terremoti e fenomeni atmosferici, con netta prevalenza per gravità dei primi.

I danni del tragico terremoto giapponese, emergenza nucleare compresa, provvisoriamente sono stimati in circa 300 miliardi di dollari con 27.352 vittime.

Se leggete invece i risultati dei sondaggi sulle paure delle persone la maggioranza risulta preoccupata dal riscaldamento globale e dal nucleare, meno dai terremoti e nessuno quasi dagli incidenti d’auto.

Per il primo tema da oltre un ventennio ogni anno si fanno decine di congressi a cui partecipano importanti capi di Stato, si mettono tasse e ci sono organizzazioni internazionali che se occupano, per gli incidenti niente di tutto questo. Eppure causa una decina di volte il numero dei morti e molte volte l’entità dei danni. Come mai? Perché delle auto sono tutti preoccupati che emettano il meno possibile del composto naturale dal nome anidride carbonica e molto meno si preoccupano della loro sicurezza?

Per quanto riguarda i dati riguardanti i danni è interessante confrontarli con la stima del costo della crisi finanziaria globale fatta dal Fondo Monetario Internazionale che prevede che arriverà a costare oltre 4.000 miliardi di dollari alle sole economie avanzate.

I dati possono aiutare ad avere un quadro più oggettivo della situazione rispetto a quanto emotivamente ci colpisce, forse questo può aiutare a comprendere perché c'è un'ecologia umana da pensare, prima di un'ecologia ambientale.