Pena di morte in India per chi converte a forza una donna
La proposta del governo del Madhya Pradesh è stata annunciata in occasione della Giornata internazionale della donna

Si fa sempre più minaccioso in India l’accanimento dei fondamentalisti indù sulle minoranze religiose. Nel Madhya Pradesh l’8 marzo, in occasione della Giornata internazionale della donna, il capo del governo ha annunciato durante un programma a Bhopal che il suo governo sta apportando degli emendamenti alla legge anti conversione in vigore (che è già una delle più severe del paese) e intende introdurre la pena di morte “per la conversione religiosa delle ragazze, sulla stessa linea della punizione per lo stupro dei minori”. Nella stessa giornata il governo ha confermato che saranno presi provvedimenti più severi per chi con la forza o l’inganno converte delle donne: “nessun colpevole sarà risparmiato in nessun caso”. Che sia un reato forzare qualcuno a convertirsi a una religione si può capire. Ma in India, almeno per quel che riguarda i cristiani, le denunce di conversioni indotte con la forza o l’inganno sono praticamente sempre infondate, un pretesto per far arrestare e sanzionare sacerdoti e pastori e un modo per mettere in cattiva luce i fedeli e creare contro di loro un clima di diffidenza e odio. L’agenzia di stampa AsiaNews riporta a questo proposito una dichiarazione di monsignor Peter Machado, arcivescovo di Bangalore e vicepresidente della Conferenza dei vescovi cattolici dell’India. “Questo annuncio è un vero e proprio shock per i cristiani e le altre minoranze del Paese – sostiene monsignor Machado – mentre la conversione forzata deve essere condannata e punita secondo le disposizioni di legge, vanno analizzati anche i modi e i mezzi utilizzati per rintracciare le conversioni forzate. Negare ai cittadini la possibilità di abbracciare liberamente la religione da cui sono attratti è una negazione dei diritti umani, secondo le norme sulla libertà religiosa. Affermazioni come queste, che incitano le masse contro le minoranze devono essere prese in considerazione e condannate. Il governo centrale dovrebbe incriminare questi incitatori alla violenza per i loro discorsi di odio. È triste che le preoccupazioni per la sicurezza dei cristiani e degli operatori pastorali della Chiesa negli Stati settentrionali e centrali stiano aumentando, di fronte all'apatia e all'indifferenza del governo di Delhi”.