Pd svergognato, figuraccia a Reggio: «I terroristi vanno capiti»
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Reggio Emilia, il sindaco Pd condanna il massacro del 7 ottobre e viene fischiato. La controversa relatrice Onu Albanese lo rimprovera: «I terroristi vanno capiti, stanno portando la rivoluzione globale». Uno smacco, proprio nella città che ha dato i natali alle Brigate rosse.
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«I terroristi di Hamas sono da capire perché, grazie a loro, la Palestina è tornata ad essere al centro della discussione, stanno animando una rivoluzione globale». Sono le sconcertanti parole pronunciate da Francesca Albanese, la controversa relatrice speciale delle Nazioni Unite sui territori palestinesi, domenica mattina a Reggio Emilia sotto gli occhi di tutti i sindaci della provincia e del primo cittadino, umiliato in casa sua dalla pasionaria giudicata persona non gradita negli Stati Uniti.
A Reggio invece la Albanese è stata ricevuta con tutti gli onori da un’amministrazione che non ha ancora deciso, come tutto il Pd, se essere più di flotta o di Governo. Il dilemma della sinistra piddina è esploso plasticamente domenica mattina nella prestigiosa cornice del Teatro Valli di Reggio Emilia, tempio laico della città del Tricolore, dove l’amministrazione ha ospitato la presentazione del suo libro “Quando il mondo dorme” e consegnato alla Albanese il Primo Tricolore, principale onorificenza cittadina, vessillo che nella retorica repubblicana richiama i valori di democrazia e libertà. Un’umiliazione in piena regola per il sindaco Marco Massari, medico prestato alla politica, cooptato a guidare la città del Tricolore senza alcuna esperienza politica, ostaggio delle consorterie rosse che a Reggio parlano il linguaggio della Cgil e un tempo delle cooperative.
Ebbene. Una figura così barbina un sindaco nella sua città non l’aveva mai subita. Schiaffeggiato in diretta tv dalla Albanese che non solo lo ha corretto e bacchettato per aver osato parlare dei massacri del 7 ottobre e della restituzione degli ostaggi israeliani, ma si è presa pure la scena e l’applauso di un teatro gremito di pro-Pal, che hanno gridato con tutto il fiato che avevano in corpo il loro buu al sindaco il quale aveva osato il difficilissimo equilibrismo – difficilissimo a sinistra - di soppesare i pro e i contro e trovare una via dritta sulla questione palestinese.
Nel salutare le numerose istituzioni presenti, Massari ha ricordato che «il feroce attacco del 7 ottobre, l’attacco terroristico di Hamas, non giustifica in alcun modo il massacro in essere a Gaza, credo che la fine del genocidio e la liberazione degli ostaggi siano condizioni necessarie per avviare per quanto possibile un processo di pace». A quel punto Massari è stato sommerso da una gragnuola di fischi mentre la Albanese si portava le mani sul volto in segno di contrarietà. Dalla platea sono partiti invettive contro il sindaco: «Ma cosa dici?»; «Chi l’ha cominciato il 7 ottobre?».
Massari a quel punto ha cercato di proseguire il suo discorso, visibilmente imbarazzato, più volte interrotto dai mormorii della platea con evidenti toni di disappunto. «Vergognati», ha urlato qualcuno. Ma Massari ha proseguito: «Oggi consegniamo a Francesca Albanese il Primo Tricolore copia della bandiera della repubblica cispadana, che nacque qui a Reggio Emilia il 7 gennaio 1797 che è per la nostra città il principale riconoscimento conferito a cittadini che si sono distinti in particolare aree di interesse, come avete potuto capire dalle parole di Francesca Albanese».
Ma il pubblico ormai era scatenato: «Sei tu che non hai capito le sue parole», gli urla una donna. Piovono ancora fischi e applausi per la Albanese. A quel punto il Tricolore viene consegnato con la lettura della motivazione prevista.
Una volta consegnato il vessillo, la Albanese ha alzato il pugno (nella foto centrale concessa da Foto Artioli Reggio Emilia), poi ha preso la parola per bacchettare il sindaco: «Voglio dire che il sindaco non lo giudico, lo perdono, però… mi deve promettere che questa cosa non la dice più». «Il sindaco si è sbagliato – ha proseguito tenendo un lembo della bandiera mentre l’altro era stretto da Massari -, ha detto una cosa che non è vera, la pace non ha bisogno di condizioni, qui non stiamo parlando di una guerra, ma di mettere fine ad un’occupazione coloniale».
E i massacri del 7 ottobre citati dal sindaco? «Nessuno li giustifica – ha proseguito la relatrice Onu -, ma non possiamo lasciare i palestinesi abbandonati. Sì, certo ci sono stati crimini, chiamateli come volete, terroristi, ma Tiziano Terzani ci diceva che non bisogna giustificarli i terroristi, ma capirli. Chiedersi che cosa chiedono, che cosa vogliono, perché alla fine la storia si ricorderà che sono riusciti a portare di nuovo la Palestina al centro, stanno animando una rivoluzione globale, che ci sta facendo pensare non solo a chi sono loro, ma a chi siamo noi».
La mala parata di Massari non ha lasciato indifferente il centrodestra reggiano. A cominciare da Alessandro Aragona di Fratelli d’Italia, che ha denunciato «il goffo tentativo di percorrere la tortuosa strada dell'equilibrismo istituzionale, per correggere in corsa il radicalismo di una posizione indifendibile – ha detto -. Così ha fatto diventare il Teatro Valli un'arena di insulti e offese da parte della stessa platea accorsa per la consegna del Premio. Un'altra ferita difficile da rimarginare per la città, un'altra figuraccia che ci espone al ludibrio nazionale».
E mentre Azione con Claudio Guidetti ha chiesto il ritiro del premio appena consegnato alla Albanese, molti giornalisti, anche di sinistra, hanno condannato la figuraccia di Massari: «Albanese non è figura neutrale, né di alto profilo istituzionale: è intellettuale controversa, sospinta dalla sinistra radicale, nota per posizioni che non si fermano alla critica del governo israeliano, ma che lambiscono l’antisemitismo e strizzano l’occhio a Hamas – ha scritto il direttore di 24Emilia Nicola Fangareggi -. Il Primo Tricolore è un simbolo serio, un’eredità che appartiene a tutti. Usarlo come passerella ideologica è un atto di leggerezza istituzionale che rasenta l’offesa per i cittadini. Massari, ancora una volta, conferma l’inadeguatezza al ruolo».
Ma anche un altro giornalista come Gianfranco Parmiggiani ha colto «l'atto unico melodrammatico» delle «Storie di ordinario antisemitismo» e ha notato che «Massari è stato umiliato dalla Albanese, fischiato e attaccato dai proPal nel suo Teatro, mentre le conferisce la più alta onorificenza della nostra città. Per lui una Caporetto. Ma va detto che si è scavato la fossa da solo. Per Reggio Emilia uno dei momenti più incresciosi della storia repubblicana. Perché vedere le istituzioni della nostra città umiliate così fa veramente male. Noi ci auguriamo che la Albanese non metta più piede a Reggio Emilia, continui pure a fare la “Consulente ONU per i diritti umani” in maniera “divisiva”, come lei ha orgogliosamente ed esplicitamente confermato di essere e volere essere anche al Valli. E cioè secondo le indicazioni dei Paesi che ne apprezzano le innegabili doti oratorie, ovvero Iran, Qatar, Venezuela, Corea del Nord e altri simili Stati canaglia».
Nessuno ha difeso la malaparata di Massari, anzi c’è chi per non affrontare la figuraccia dei fischi, ha esaltato la Albanese per la sua ospitata a Reggio. È il caso di Marwa Mahmoud, assessore alle politiche educative della giunta di Massari, di origini egiziane, che dice di aver «respirato un clima di empatia, di calore verso una persona divenuta ormai simbolo di battaglie contro le ingiustizie sociali, contro chi calpesta i diritti umani e lotta per l'autodeterminazione dei popoli».
Una difesa del terrorismo pronunciata davanti alle istituzioni che offende ancora una volta Reggio Emilia, città dove le Brigate Rosse mossero i loro primi passi ormai 50 anni fa. Andavano capiti anche loro? Anche Prospero Gallinari e Alberto Franceschini stavano portando la rivoluzione globale? Il contesto di ambiguità di fondo in cui sguazza la Sinistra è sempre il medesimo. E fa dire al Pd di non aver ancora deciso se essere di flottilla o di Governo. Ma visti gli applausi di Reggio Emilia, sembra proprio che con la Albanese, il campo largo abbia finalmente trovato il suo leader. Contenti loro.