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EDITORIALE

Patrimoniale? Una pessima idea

In campagna elettorale tornano i sostenitori della patrimoniale: un buon motivo per non votarli, perché si tratta di una tassa ingiusta che migliora il debito nel breve termine, ma che lo riaumenta nel medio deprimendo l'economia.

Editoriali 16_01_2013
Tasse e povertà

Poiché in clima pre-elettorale c’è chi promette di imporre nuove imposte patrimoniali per risanare l’economia, vale la pena spiegare ai lettori della Nuova Bussola Quotidiana perché l’imposta patrimoniale va scoraggiata e va penalizzato chi la propone.

Una imposta patrimoniale applicata nelle attuali specifiche condizioni economiche nel nostro paese, produrrebbe una illusione di riduzione del debito pubblico e del deficit (per minori oneri sul debito). E' un illusione perché questi effetti, in un contesto di debolezza competitiva del paese, sarebbero solo temporaneanei, mentre a medio termine il debito pubblico e deficit sarebbero destinati a ri-crescere. Viene da domandarsi poi chi pensi di avvantaggiarsi con questo trasferimento iniquo di ricchezza: nuovi sprechi, clientelismo, evasori, politicanti, ....

Vediamo dieci punti per dissuadere, mentre in un successivo articolo cercheremo di spiegare come utilizzare le risorse per avviare una politica reale di sviluppo economico del paese. Purtroppo possiamo solo spiegarlo e suggerirlo...

1. Una patrimoniale permetterebbe solo, nelle condizioni attuali, senza alcuna strategia di crescita economica, di poter ri-aumentare spesa pubblica, debito pubblico e sprecare risorse preziose. Produrrebbe solo una diminuzione del debito e del deficit necessario a far fare bella figura al governante di turno, a breve e senza sforzi, senza progetti. Ma non sostenibile a medio termine.

2. Una patrimoniale produrrebbe immediatamente minori attività economiche tassabili. Che siano immobiliari o mobiliari, essendo trasferiti allo stato una tantum, verrebbero sottratti alle imposte ordinarie successive. Ergo la patrimoniale diminuirebbe a breve il deficit, per riaumentarlo a medio termine.

3. Una patrimoniale sottrarrebbe risorse per investimenti produttivi o miranti a far crescere la competitività. Ciò produrrebbe minor possibilità per i privati di realizzare progetti per la creazione di posti di lavoro, minor capitale per capitalizzare le imprese ed ottenere credito bancario,ecc. In pratica abbatterebbe la disponibilità di risorse utili alla crescita ed allo sviluppo, e persino alla tassazione del reddito prodotto. Ma non solo, le surrogherebbe con l’uso, forzato e improprio, delle stesse da parte del pubblico anziché del privato,

4. Una patrimoniale ridurrebbe necessariamente risorse per i consumi, concorrendo così a ridurre anche strumenti di ripresa economica.

5. Una patrimoniale produrrebbe un effetto sfiducia: paura e fuga di capitali, con conseguenze prevedibili.

6. Una patrimoniale sottrarrebbe risorse al sistema bancario concorrendo a ridurre risorse per le banche necessaria al credito ed al costo dello stesso. Ridurrebbe cioè la massa monetaria da intermediare e aumenterebbe il suo costo. Con immaginabile impatto sul credito alle imprese e ai consumi.

7. Una patrimoniale scoraggerebbe gli investimenti stranieri poiché equivarrebbe ad un annuncio di non volontà di risanare i conti, di non fare vero sviluppo, e di usare il solito strumento fiscale per mettere a posto le cose.

8. Non risolverebbe il problema del debito pubblico, che può essere ridimensionato solo con la crescita del PIL, e svantaggerebbe il paese verso gli altri, a partità di debito totale del paese.

9. Una patrimoniare produrrebbe una evidente nuova ingiustizia, colpendo chi dimostra in modo trasparente di aver prodotto ricchezza.

10. Una patrimoniale dimostrerebbe la pochezza di idee, iniziative, progettualità di chi la vuole promuovere. Questo è il solo effetto positivo, anche se lo sarebbe solo per le elezioni successive...

Conclusione: chi vuole una patrimoniale non vuole fare sviluppo economico, far crescere la produttività e l’occupazione. Vuole invece flettere ancor più l’economia del paese. Perché?