Pakistan: assolto il pastore accusato di blasfemia
Babu Shahbaz, accusato di blasfemia e in carcere da quasi un anno è stato assolto il 6 dicembre dall’Alta corte di Lahore. Ma resta in pericolo di vita a causa delle minacce e delle possibili ritorsioni da parte degli estremisti.
Pakistan. Un pastore protestante, il reverendo Babu Shahbaz, accusato di blasfemia e in carcere da quasi un anno è stato assolto il 6 dicembre dall’Alta corte di Lahore. Shahbaz era stato arrestato il 30 dicembre 2016 a Kamahan, un sobborgo di Lahore, con l’accusa di oltraggio al profeta, un reato per cui non è previsto il rilascio su cauzione. La denuncia era stata fatta da alcuni cittadini che sostenevano di aver trovato in una via 150 pagine strappate ad un libro del Corano, su 100 delle quali era impresso il nome del pastore.
La blasfemia in Pakistan, paese a maggioranza islamica, può essere punita anche con l’ergastolo e la pena di morte. I giudici però non hanno ritenuto valide le prove addotte. Non essendo dimostrato che fosse stato il pastore a strappare il libro sacro e a scrivere il proprio nome sulle pagine, cosa in effetti poco credibile vista la gravità del reato, il tribunale lo ha assolto e ne ha disposto il rilascio.
Spesso tuttavia gli imputati assolti subiscono minacce o vengono addirittura uccisi da estremisti. Da quando nel 1986 la legge sulla blasfemia, detta anche “legge nera”, è entrata in vigore almeno 59 persone sono state giustiziate da estremisti. Nell’anno trascorso la moglie e i figli del pastore Shahbaz sono stati ospitati da parenti e adesso – ha spiegato il suo avvocato, Nadeem Anthony – tutta la famiglia è stata trasferita in un luogo segreto per proteggerla.