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Islam

Pakistan. A 12 anni dall’assassinio di Shahbaz Bhatti

 

I cristiani hanno ricordato il martire cristiano, ucciso per la sua lotta contro la legge sulla blasfemia, con preghiere, manifestazioni pacifiche e veglie

Il 2 marzo 2011 Shahbaz Bhatti, il primo ministro federale per le minoranze e l’unico ministro cristiano del governo del Pakistan, paese a maggioranza islamica, veniva ucciso a Islamabad. Si era attirato la collera degli integralisti per le sue critiche alla legge sulla blasfemia di cui stava cercando di combattere gli abusi e di mitigare le sanzioni, che includono tuttora il carcere a vita e la pena capitale. Per celebrare il 12° anniversario della sua morte nelle chiese sono state recitate preghiere speciali per invocare pace e unità. In una cittadina del Punjab, Sahiwal, sono state anche organizzate una manifestazione pacifica e una veglia durante le quali i partecipanti hanno intonato slogan di pace e armonia e hanno chiesto protezione per le minoranze religiose. Il presidente di Human Rights Focus Pakistanm Naveed Walter, intervistato dall’agenzia di stampa AsiaNews, ha ricordato quanto Shahbaz Bhatti si sia battuto per i diritti umani: “la quota del 5% di posti di lavoro e la rappresentanza delle minoranze al Senato sono tra i suoi meriti – ha ricordato – oggi, nel ricordare i suoi sforzi, esortiamo il governo a porre fine alla cultura dell'impunità e dell'estremismo che le leggi sulla blasfemia alimentano e a consegnare alla giustizia i suoi assassini e i loro collaboratori. La violenza e la vittimizzazione delle minoranze attraverso leggi e pratiche discriminatorie sono aumentate: anche dopo 12 anni dall'assassinio di Bhatti, le leggi sulla blasfemia non sono state abrogate e il numero di accusati ingiustamente è aumentato. Il governo dovrebbe prendere provvedimenti seri per affrontare questi gravi problemi che prendono di mira non solo i cristiani ma anche tanti musulmani”.