Padre Faltas: i frati restano ad Aleppo a costo della vita
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Il convento è parzialmente distrutto dal bombardamento russo ma i francescani continueranno a sostenere la popolazione. Una situazione drammatica, dice a La Bussola il vicario della Custodia di Terra Santa. E a pagare il prezzo più alto sono i bambini.
L’accusa è pesante e riguarda l’Occidente, ma soprattutto l’America: «L’obiettivo è chiaro: mettere in crisi la Siria e ridisegnare le mappe geografiche del Medio Oriente». A muovere queste critiche è il presidente siriano, Bashar al-Assad, nel corso di una conversazione con il suo omologo iraniano, Masoud Pezeshkian, dopo l’attacco delle milizie jihadiste di Hayat Tahrir al-Sham (Hts) contro Aleppo. Assad promette vendetta e s’impegna a difendere la stabilità e l’integrità del territorio siriano di fronte a tutti i terroristi e i loro sostenitori. «Il terrorismo comprende solo il linguaggio della forza, e questo è il linguaggio con cui lo spezzeremo e lo distruggeremo, indipendentemente dai suoi protettori e sponsor», ha promesso il presidente siriano Bashar al-Assad.
Che la situazione sia drammatica è sotto gli occhi di tutti gli osservatori. Aleppo è completamente in mano ai ribelli jihadisti filoturchi che hanno lanciato un’offensiva soprattutto nel nord del Paese. I negozi hanno chiuso i battenti per mancanza di rifornimenti, ma in particolare, c’è carenza di gasolio. Le milizie ispirate all’islam radicale di Hayat Tahrir al Sham hanno consolidato il controllo nella provincia di Idlib. Nel frattempo, altri miliziani supportati dall’Iran sono entrati in Siria dal confine dell’Iraq, dirigendosi verso il nord del Paese in aiuto di Bashar al-Assad.
L’esercito siriano, che in un primo momento si era ritirato per riorganizzarsi dopo l’improvviso attacco, ha sferrato una controffensiva nella speranza di rallentare l’avanzata degli insorti. Nel frattempo, i jet russi hanno bombardato le città di Idlib e Aleppo e nel corso di un’incursione aerea i russi hanno colpito anche il Collegio francescano Terra Sancta di Aleppo, che ha riportato molti danni. Il complesso è ora seriamente danneggiato.
«Il convento è stato bombardato e in parte distrutto – ha dichiarato padre Ibrahim Faltas, vicario della Custodia di Terra Santa –. I due frati che erano presenti sono rimasti illesi, e ora si trovano nella struttura francescana. Adiacente c’è il college, un centro importante per la comunità in questi anni difficili».
Perché college?
«L’edificio doveva essere una scuola, con un campo da calcio e di pallacanestro. Poi è stato requisito dal governo siriano per scopi militari che ha trasformato il college in una caserma. Quando ci è stato restituito era una struttura non più utilizzabile allo scopo originario».
Un attacco voluto?
«Non lo so. In ogni guerra non si capiscono né tattica né piani. Non penso che ci sia una persecuzione dei luoghi religiosi, penso piuttosto ad un errore».
Cosa faranno ora i francescani? Lasceranno la Siria?
«Anche se è stato distrutto il convento, i frati continueranno nella loro opera missionaria. Cercheranno, come hanno sempre fatto, di raggiungere ogni famiglia, dare loro accoglienza e portare una parola di incoraggiamento e di speranza. Noi frati rimaniamo nei luoghi che ci sono stati assegnati per sostenere quanti si affidano alle nostre cure e per difendere i nostri santuari a costo della vita».
Com’è la situazione reale ad Aleppo?
«È molto difficile. Direi che inizia ad essere drammatica».
C’è un esodo in corso?
«L’esodo c’è già stato dall’inizio della guerra. Ad Aleppo, i cristiani, da 300.000, oggi forse non raggiungono le 25.000 unità. Ma è difficile uscire da Aleppo, c’è il coprifuoco dalle 7 di sera alle 7 del mattino».
Si parla di oltre quattrocento morti...
«Un fatto gravissimo, perché non si sa come dare una degna sepoltura ai morti. I cimiteri sono in una zona di confine, pericolosa per la presenza di gruppi armati che non lasciano passare nessuno».
I siriani, un popolo martoriato ...
«Preghiamo per il popolo siriano che non merita questo accanimento. Dal 2011 c’è la guerra, poi il terremoto, il conflitto perenne, e adesso questo attacco a sorpresa».
Le armi ritornano a farsi sentire.
«Una guerra senza fine. Un conflitto che aveva già distrutto interi villaggi e che ha costretto milioni di siriani ad abbandonare la loro terra per un futuro di pace».
E i bambini?
«Ancora una volta, a pagare il prezzo più alto sono i bambini. Sono privati di ogni diritto, del diritto a una casa, a una famiglia, ma soprattutto del diritto di essere bambini, come tutti i bambini del mondo».
In campo diplomatico, intanto, il ministro degli Esteri della Turchia, Hakan Fidan, ha annunciato a breve un incontro con gli omologhi di Russia e Iran sulla situazione in Siria.