Ordine di Malta, l'ala tedesca dichiara guerra
Non c'è pace per l'Ordine di Malta: due lettere sulla scrivania indirizzate a Santa Marta accusano il cardinal Silvano Tomasi di affossare le riforme. La governance tedesca mira a ridimensionare il ruolo dei professi rimesso in auge dal Delegato Speciale del Papa, su indicazione del Papa stesso.
Due lettere rischiano di infiammare il dossier Smom. Sono arrivate a Santa Marta nei giorni scorsi e contengono un duro attacco della cosiddetta "ala tedesca" al cardinale Silvano Maria Tomasi. Il presidente dell'Associazione Nazionale tedesca e alcuni suoi omologhi hanno scritto al Papa per criticare il lavoro del Delegato Speciale, sostenendo che con la bozza di riforma costituzionale redatta dal suo gruppo di lavoro non ci sarà il rinnovamento spirituale ricercato dal 2017 ma addirittura «ingenti danni» all'Ordine di Malta.
Gli autori hanno descritto al Santo Padre uno scenario apocalittico, con le attività di tipo umanitario ed assistenziali dello Smom che a loro dire sarebbero messe a rischio dalla centralità di governo restituita ai Cavalieri Professi. Il tentativo è quello di far leva su di un aspetto molto caro a Francesco nella speranza di mettere in cattiva luce l'azione del cardinal Tomasi e dei suoi. Tra questi c'è soprattutto il gesuita e cardinale eletto Gianfranco Ghirlanda, tra i principali artefici della bozza di riforma e avversato per questo dall'attuale governance dell'Ordine. Nella loro lettera a Santa Marta, i presidenti delle Associazioni Nazionali hanno parlato addirittura di «interferenza arbitraria» sebbene il Papa in persona abbia stabilito in un documento dell'ottobre 2021 che il Delegato Speciale «gode di tutti i poteri necessari per decidere le eventuali questioni che dovessero sorgere per l’attuazione del mandato».
Nel braccio di ferro sulla riforma costituzionale, il ruolo delle Associazioni Nazionali non è marginale dal momento che nella bozza del cosiddetto comitato Sehnaoui – quello voluto dal governo “tedesco” in contrapposizione al gruppo di lavoro di Tomasi – spiccava il contenuto dell’articolo 156 per la composizione immaginata del Capitolo Generale, l’organo che riunisce i rappresentanti di tutti i ceti. La proposta, infatti, prevedeva una marginalizzazione dei professi con 15 rappresentanti e introduceva, inoltre, un’inedita modalità di rappresentanza per le Associazioni: non attraverso una valutazione del numero di opere ospedaliere svolte, ma in base al budget destinato a queste opere che – se superiore a 20 milioni di dollari – darebbe diritto a un delegato.
L'altra lettera, invece, sarebbe stata scritta dai membri del Consiglio di Governo, un organo istituito nel 1999 dal Capitolo Generale e dunque non previsto nella Carta Costituzionale promulgata nel 1961 e riformata nel 1997. L'operato del cardinale Tomasi, a quanto si apprende, sarebbe nel mirino anche di questa seconda lettera indirizzata in Vaticano. In questi giorni gli attacchi al porporato veneto sono arrivati anche sulla scrivania Luogotenente di Gran Maestro, fra' John Timothy Dunlap con lamentele dalla Germania su quello che viene chiamato «il ritorno della leadership dei professi» imposto nel percorso di riforma costituzionale «nel nome del Papa». Un riferimento nemmeno troppo velato al ruolo svolto dal Delegato Speciale e che fa capire tutto il malcontento dell'ala tedesca per la volontà di Tomasi e dei suoi di rimettere la natura religiosa al centro della vita e del governo dell'antico ordine cavalleresco.