Ordine di Malta: l’ala tedesca contro il delegato papale
È sempre più incandescente il clima interno allo Smom, tra cavalieri laici e professi, e nei rapporti con la Santa Sede: in un’intervista senza freni su un giornale ceco, la governance tedesca accusa il card. Tomasi e la sua opera di riforma, lamentando la perdita di sovranità dell’Ordine.
Si avvicina la prima settimana di settembre, quando Francesco concederà una nuova udienza ad una delegazione dell'Ordine di Malta. Nel frattempo, però, non diminuiscono gli attacchi della cosiddetta ala tedesca che sta cercando in tutti i modi di impedire l'approvazione definitiva della bozza di Carta Costituzionale e di Codice Melitense elaborata dal team Tomasi.
Trovano conferma le indiscrezioni di cui avevamo parlato circa il malcontento di Johannes Lobkowicz, procuratore uscente del Gran Priorato di Boemia e fratello del presidente dell'associazione tedesca dell'Ordine di Malta, per gli ultimi sviluppi nella vita dell'Ordine. L'uomo, infatti, ha concesso un'intervista al vetriolo al giornale ceco online Seznam Zprávy, agitando di nuovo la minaccia della perdita della sovranità dello Smom nel caso in cui la riforma dovesse concretizzarsi così come l'hanno immaginata il cardinale Tomasi ed i suoi collaboratori. Secondo Lobkowicz un simile scenario vedrebbe l'Ordine trasformarsi in «un'entità visibilmente controllata dalla Santa Sede» con «un massiccio trasferimento di responsabilità dai laici alle mani del clero, l'autorità di governo e la responsabilità di 13.400 persone, per lo più laici, sarebbero affidate a 36 uomini del primo ceto non per le loro capacità o anche per la loro pietà, ma semplicemente perché hanno preso i voti religiosi».
In realtà, la bozza punta proprio a ribadire la natura di ordine religioso e a mettere un freno alla tendenza di un affrancamento dal suo storico legame con la Santa Sede. Lo status subiectionis alla Sede Apostolica non ha mai determinato fino ad oggi la perdita della sovranità dal momento che nella stessa Carta costituzionale in vigore si legge che «la natura religiosa non esclude l'esercizio delle prerogative sovrane spettanti all'Ordine in quanto soggetto di diritto internazionale riconosciuto dagli Stati».
Non è dello stesso parere, però, il fratello del numero uno dell'associazione tedesca che al portale ceco ha puntato l'indice contro le «nuove regole proposte dal Delegato Speciale che hanno lo scopo di consentire al Vaticano, tramite i cavalieri di professione, di destituire qualsiasi funzionario dell'ordine, nominare commissari come ritiene opportuno e spostare qualsiasi denaro voglia fuori dai Paesi di cui prende il controllo». Per l'attuale governance tedesca, in quanto entità sovrana e soggetto internazionale l'Ordine non sarebbe subordinato alla Santa Sede che quindi non potrebbe mettere le mani sulla struttura governativa al contrario di quanto starebbe facendo con scopi tutt'altro che nobili secondo Lobkowicz.
Tuttavia, c'è tutta una dottrina internazionalistica in cui prevale l'idea di un'assenza d'indipendenza costituzionale e strutturale dello Smom rispetto alla Santa Sede che, dunque, mantiene il diritto di decidere sulla struttura di governo dell'Ordine nonostante la sua sovranità internazionale. In ogni caso, nella sua intervista Lobkowicz ha messo nel mirino il Delegato Speciale, accusato di essere «uno strumento nelle mani dei suoi consiglieri» in quanto «gravemente malato di Parkinson» ed ha fatto insinuazioni sui cavalieri professi il cui voto di castità, a suo dire, sarebbe «solo una copertura per il disinteresse per il sesso femminile o per l'orientamento omosessuale».
Vedremo se e quali saranno le reazioni da Santa Marta di fronte alle accuse di un esponente di peso della cosiddetta ala tedesca rivolte pubblicamente nei confronti di un uomo, il cardinale Silvano Maria Tomasi, che il Papa ha scelto personalmente dopo la caduta in disgrazia di Becciu e a cui lui (e il fidato cardinale eletto Gianfranco Ghirlanda) ha sempre rinnovato tutta la sua fiducia per il compito affidatogli.