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A costo della vita

Ordinati tre sacerdoti nel Myanmar

Il loro servizio per le comunità cattoliche in una delle regioni in cui la guerra civile è più cruenta comporterà rischi di cui sono consapevoli e che accettano di correre

Ogni anno molti religiosi subiscono violenza – rapiti, rapinati, percossi, uccisi – non espressamente “in odio alla fede”. Sono i religiosi che accettano consapevolmente il rischio che comporta vivere e testimoniare la fede in situazioni critiche, caratterizzate da degrado materiale e morale. È il caso dei tre nuovi sacerdoti gesuiti dell’arcidiocesi di Taunggyi, città che si trova nel centro del Myanmar, nello stato Shan dove la guerra civile, scoppiata nel 2021 dopo il golpe militare, non risparmia i religiosi, le loro chiese e le loro strutture. “Chiamati a servire con amore” è il tema che i tre gesuiti, consapevoli dei pericoli che dovranno correre nello svolgimento del loro servizio, hanno scelto per il giorno della loro ordinazione sacerdotale avvenuta il 13 ottobre scorso. L'Arcivescovo di Taunggyi, monsignor Basilio Athai, ha ricordato che la loro è la prima ordinazione sacerdote di religiosi Gesuiti nell'arcidiocesi che conta 7.000 cattolici su un totale di 1,8 milioni di abitanti e che è stata la prima ad accogliere di nuovo i membri della Compagnia di Gesù in Myanamr dopo l'espulsione avvenuta negli anni 60 del secolo scorso. padre Joseph Thang Ha SJ, padre Jerome Aye Min SJ e padre Gerald Lukwe SJ hanno iniziato con entusiasmo il loro difficile compito affidandosi a Dio e con il Suo aiuto determinati a portare soccorso e speranza. “Come sacerdote – ha detto durante la cerimonia di ordinazione padre Lukwe – voglio lavorare per gli emarginati, i poveri, i malati e gli anziani, cominciando a donare loro consolazione e la grazia di Dio attraverso i Sacramenti”. In piena sintonia con lui padre Aye Min ha aggiunti: “Poiché sono chiamato ad agire secondo giustizia, pace e amore, spero e conto di essere sempre vicino alle persone che sono nel bisogno”; e padre Thang Ha: “Cercherò di essere fedele alla mia vocazione sacerdotale e al servizio pastorale, accompagnando i giovani e le persone sofferenti in Myanmar. Spero di poter dare tutto me stesso per il prossimo, soprattutto per i più vulnerabili”.