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DIRITTI DEI MINORI

Onu, c'è del buon grano anche in mezzo alla zizzania

Dell'Onu siamo abituati ad assistere ai peggiori scivoloni ideologici. Ma c'è del buono anche nelle Nazioni Unite, come nel rapporto Unicef a tutela delle famiglie, in una parte della relazione di Catalina Devandas-Aguilar contro l'aborto eugenetico e infine nello stesso rapporto, pur con qualche pecca, del segretario generale Guterres in difesa del diritto alla vita.

Famiglia 24_04_2020
Bandiera delle Nazioni Unite

Siamo abituati ad una ONU che, invece di promuovere i diritti umani della Dichiarazione Universale, predilige sponsorizzare e imporre i "nuovi diritti civili" dell'aborto, dell'ipersessualizzazione (depravazione) dell'infanzia, dell'omosessualità e transgederismo. Non ultimo, come già illustrato anche attraverso le proteste della Santa Sede, la Relazione di Ahmed Shaheed, esperto delle Nazioni Unite per la protezione della libertà religiosa, che... vorrebbe limitare e censurare la libertà religiosa perché essa "limita l'accesso all'aborto, critica l'ideologia gender e la libertà di indentità sessuale, l'orientamento sessuale e la salute riproduttiva". Nonostante questa follia, secondo la quale colui che dovrebbe evidenziare le privazioni e potenziare la libertà religiosa ne promuove la limitazione e la censura, c'è del buono che emerge nelle ultime settimane dal Palazzo di Vetro.

Uno. L'Unicef, agenzia delle Nazioni Unite a favore dell'infanzia, ha pubblicato le proprie indicazioni perché tutti i Governi mettano al centro delle loro azioni anche ora il benessere dei bambini. “Proteggere i bambini più vulnerabili dall'impatto del coronavirus: un programma d'azione”, il titolo efficace scelto che ribadisce la necessità di “un coordinamento urgente e globale per evitare che questa crisi sanitaria diventi una crisi dei diritti dei bambini.”

Ebbene tra i cinque punti cardine del richiamo agli Stati del mondo leggiamo: “1. Mantieni i bambini sani; 2. Raggiungi i bambini vulnerabili con acqua, servizi igienici e igiene; 3. Continua a promuovere l'apprendimento dei bambini; 4. Supportare le famiglie a soddisfare i loro bisogni e prendersi cura dei propri figli; 5. Proteggere i bambini dalla violenza, dallo sfruttamento e dagli abusi”.

In nessuna parte del documento si fa accenno alla depravazione sessuale (scolastica) dei bambini, né ai diritti sessuali riproduttivi, al gender o all'aborto. Già questa è una buonissima notizia. Soprattutto colpisce positivamente il “Punto 4” sui sostegni alle famiglie. “Mentre milioni di genitori lottano per mantenere il proprio sostentamento e il proprio reddito, i governi devono aumentare le misure di protezione sociale (attraverso) programmi e politiche che collegano le famiglie all'assistenza sanitaria, all'alimentazione e all'istruzione. La protezione sociale comprende trasferimenti di denaro e supporto per alimenti e nutrizione. (Essa) include che i governi che aiutano a proteggere i posti di lavoro, (debbano) con i datori di lavoro sostenere adeguatamente i genitori che lavorano. Senza un'azione urgente... decine di milioni di bambini che vivono già al limite delle difficoltà cadranno in povertà”. L'Onu chiede di discriminare giustamente tra lavoratori con figli e senza figli, tra famiglie con figli e senza. La giustizia sociale, oltreché fiscale, è questa.

Due. Bene, nella parte in cui denuncia l'eugenetica, la Relatrice speciale sui diritti delle persone con disabilità, Catalina Devandas-Aguilar, che nella sua relazione ha scritto tra l'altro: “Quando si discute di questioni come il test prenatale, l'aborto selettivo e la diagnosi genetica pre-impianto, vi è una preoccupazione... che le analisi bioetiche vengono spesso utilizzate per fornire una giustificazione etica a una nuova forma di eugenetica, spesso citata come eugenetica orientata al consumatore... L'eugenetica liberale mira ad espandere le scelte riproduttive per gli individui, inclusa la possibilità di miglioramento genetico... è probabile che l'effetto aggregato di molte scelte individuali produca risultati eugenetici... Alcuni bioeticisti utilitaristi hanno inoltre sostenuto che il potenziamento genetico è un obbligo morale e che è etico dare ai genitori la possibilità di eutanasizzare i loro neonati con disabilità...Tali pratiche (aborti per 'difetti' del bimbo) possono rafforzare e convalidare socialmente il messaggio secondo cui le persone con disabilità non avrebbero dovuto nascere. I quadri legislativi che estendono i tempi per un aborto legale o, eccezionalmente, consentono l'aborto fino alla nascita anche in presenza di danno fetale, aggravano questo messaggio... Inoltre, le politiche sanitarie e le leggi sull'aborto che perpetuano stereotipi profondamente radicati e lo stigma contro le persone con disabilità minano anche l'autonomia riproduttiva e la scelta delle donne... Dal punto di vista dei diritti della disabilità, c'è una grave preoccupazione che legalizzare l'eutanasia e il suicidio assistito possa mettere a rischio la vita delle persone con disabilità. Se la morte assistita è resa disponibile per tutte le persone con ogni condizione di salute o menomazione, indipendentemente dal fatto che siano o meno malati terminali, l'ipotesi sociale che potrebbe seguire è: meglio essere morti che vivere con una disabilità”.

Peccato, però, che la stessa Devandas-Aguilar legittimi poi l'aborto scrivendo che le norme "non devono compromettere il diritto di tutte le donne, comprese le donne con disabilità, a decidere se vogliono o meno continuare una gravidanza".

Tre. Giovedì 23 aprile, il Segretario generale dell'ONU, Antonio Guterres, ha presentato un Report su Diritti Umani e Covid 19. Ebbene, nel documento, non scevro da 'scivoloni ideologici' (almeno una volta si parla di "identità di genere", i più discriminati appaiono gli LGBTI e si punta il dito verso non meglio precisati Governi che approfitterebbero dell'emergenza per limitare i diritti umani), il primo dei tre "Punti di Frontiera" dei diritti umani nell'emergenza pandemica (vedi pag. 4), è "il Diritto alla vita di ogni essere umano e il dovere dello Stato di proteggerla”. Non si arriva alla conseguenza logica di chiedere il bando dell'aborto, ma ci pare di intravedere una buona strada. C'è del buono nel mondo, c'è del grano anche nell'ONU, mischiato alla tanta zizzania.