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Dottrina sociale
a cura di Stefano Fontana

TEMPI MODERNI

Omosessualità, un tema da Dottrina sociale

L'argomento omosessualità è scarsamente presente nei testi di Dottrina sociale e questo, vista l’entità assunta dal fenomeno oggi, è una lacuna che andrebbe colmata. Perché è argomento che riguarda il fondamento stesso della società. Ecco perché.

Dottrina sociale 03_08_2018
Gay Pride a Gerusalemme

Il direttore Cascioli ha sostenuto (vedi qui) che la potente lobby gay presente nella Chiesa sta cercando di cambiare la dottrina morale della Chiesa sull’omosessualità (“omoeresia”), cosa che potrebbe avvenire già al prossimo Congresso mondiale delle famiglie di Dublino. Ci si chiede: se questo avvenisse verrebbe cambiata anche la concezione che dell’omosessualità ha sempre avuto la Dottrina sociale della Chiesa?

Bisogna intanto riconoscere che l’argomento omosessualità è scarsamente presente nei testi di Dottrina sociale e questo, vista l’entità assunta dal fenomeno oggi, è una lacuna che andrebbe colmata. Le encicliche sociali strettamente intese non parlano di omosessualità, anche se parlano di matrimonio, di famiglia, di vita e, quindi, indirettamente forniscono anche elementi di valutazione dell’omosessualità.

Il Compendio della Dottrina sociale della Chiesa parla del tema solo al n. 228 e, incidentalmente, al numero 569: tutto sommato piuttosto poco, rispetto al clamore che oggi suscita l’argomento. Il testo forse più completo è proprio la Lettera ai vescovi su La cura pastorale delle persone omosessuali del 1 ottobre 1986 della Congregazione per la dottrina della fede, a cui anche Cascioli fa giustamente riferimento. Lì ci sono anche i motivi di ragione e di fede per non poter considerare la relazione omosessuale produttiva di bene comune e quindi titolare di un riconoscimento pubblico, sia giuridico che sociale.

I manuali classici di Dottrina sociale della Chiesa, a cominciare da quello (molto noto) di Joseph Höffner, non ne parlano. Ne hanno trattato i Pontefici in discorsi specifici, come per esempio quello di Giovanni Paolo II alla Rota del 21 gennaio 1999. Ne hanno accennato la Familiaris consortio e la Evangelium vitae, che però non sono da considerarsi encicliche sociali in senso stretto, pur contenendo molti insegnamenti di carattere sociale e politico. Per concludere: sarebbe auspicabile una più ampia trattazione del tema delle relazioni omosessuali all’interno di documenti magisteriali di Dottrina sociale. Una richiesta, questa, in sicuro contrasto con gli obiettivi della lobby gay.

Venendo al contenuto, perché è necessaria una maggiore trattazione del problema nella Dottrina sociale della Chiesa? Perché l’accettazione della relazione omosessuale come valore pubblico non solo mette in crisi il matrimonio e la famiglia, ma trasforma l’intera fisionomia della società, riverberandosi poi in tutte le relazioni sociali. Il tema è quindi non solo di morale personale e forse nemmeno solo di morale sociale, ma di architettura politica della società intera.

Il motivo è presto detto. La società regge se il suo ordine fondativo non dipende dalla volontà dei cittadini, ma dalla natura delle cose, ossia se è un ordine ricevuto e non prodotto. La società sta in piedi se c’è qualcosa che la precede e che le volontà dei cittadini non possono mutare. Ora, all’inizio della società sta una coppia maschio-femmina (sfido chiunque a trovare una relazione sociale precedente a questa). Se la coppia è eterosessuale la relazione non è stabilita dai due, ma dalla natura stessa che si esprime nei loro corpi e che attesta una complementarietà fisica e spirituale. Se la coppia fosse omosessuale la relazione verrebbe stabilita dai due secondo i loro desideri e non secondo un ordine a loro indisponibile. Ciò che sta alla base della società può essere indisponibile o disponibile: la coppia maschio-femmina esprime la prima possibilità, la coppia omosex la seconda. Attenzione però: se tutto è disponibile all’inizio tutto sarà poi disponibile in seguito.

Un aspetto non secondario è, poi, l’apertura alla vita, che non va intesa solo in senso biologistico, ma come accoglienza di un evento indisponibile. Anche la vita del figlio è qualcosa di indisponibile e l’apertura dei due ad essa dice l’apertura dei due l’uno all’altro. Così nella coppia eterosessuale c’è accoglienza e complementarietà e i due si integrano e si completano, nella coppia omosex i due si sommano e si accostano senza integrarsi. La loro pratica sessuale è quindi una forma di violenza, un arbitrio che la ragione pubblica non può convalidare perché distruttivo del fondamento stesso della società. Se infatti i desideri contano più dell’ordine indisponibile in quel primo momento di socialità finiranno per governare poi anche tutti gli altri aspetti della vita sociale.

Per questi motivi, l’argomento dell’omosessualità può e deve essere meglio assunto dentro la Dottrina sociale della Chiesa. Lobby gay permettendo o non permettendo.