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Epidemie

Oltre al Covid-19, la dengue dilaga in America Latina

 

Nel 2019 la dengue ha colpito più di tre milioni di persone. Dall’inizio del 2019 è in netta crescita e continua a diffondersi. La situazione più grave è quella della Bolivia con 42.000 casi sospetti

Svipop 04_04_2020

 

L’epidemia di Covid-19 ha raggiunto anche la Bolivia. Il presidente ad interim Jeanine Anez ha sta disposto la chiusura delle frontiere fino al 15 aprile. Fino ad allora nessuno potrà entrare o uscire dal paese. Inoltre ha modificato la quarantena già imposta e che molte persone non rispettavano stabilendo che per due settimane solo una persona per nucleo famigliare ha facoltà di uscire e soltanto tra le sette del mattino e mezzogiorno durante i giorni feriali. Ma la Bolivia era in stato di emergenza sanitaria già prima che si individuassero dei casi di Covid-19 a causa di una epidemia di dengue, un virus che provoca febbre e altri sintomi simil-influenzali, un esantema simile a quello del morbillo, e in una percentuale per fortuna una febbre emorragica che può risultare mortale. Il virus è trasmesso dalle zanzare Aedes Aegypti e Aedes Albopictus che trasmettono anche altri virus tra cui lo zika, la chikungunya e la febbre gialla. La dengue è stata scoperta nel 1950, colpisce soprattutto in Asia e America Latina dove è diventata una delle maggiori cause di morte di bambini e adulti. Se non curata adeguatamente, presenta un tasso di mortalità del 20 per cento.L’Oms spiega che la sua incidenza è aumentata di 30 volte nell’ultimo mezzo secolo. Si stima che in media ogni anno se ne verifichino 50-100 milioni di casi in oltre 100 paesi in cui è endemica e che quasi metà della popolazione mondiale sia a rischio di contrarla. In America Latina nel 2019 sono stati registrati più di tre milioni di casi, la più grave epidemia dopo quella del 2015. Dall’inizio dell’anno è presente in netta crescita in più di 19 paesi e continua a diffondersi. Tassi particolarmente elevati di infezione si riscontrano nei paesi dell’America Centrale. Ma la situazione più preoccupante è quella della Bolivia dove alla data del 6 marzo i casi sospetti erano 42.000, per la maggior parte nella città di Santa Cruz. Quelli confermati erano 7.790, in sette dei nove dipartimenti del paese.