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NIGERIA

Oliver D. Doeme: Rosario, l'arma contro Boko Haram

Un anno fa Oliver Dashe Doeme, vescovo della diocesi nigeriana di Maiduguri, racconta che Gesù gli apparve per parlargli della sconfitta di Boko Haram e per consegnargli una spada che si tramutò in un Rosario. Da allora, il vescovo gira per tutto il paese per chiedere di pregare il Rosario contro il flagello del terrorismo islamico.

Ecclesia 10_10_2016
Monsignor Dashe Doeme

Esattamente due anni fa, quando la furia islamista, che già colpiva la Nigeria dal 2009, dilagava in Iraq, la misericordia divina indicava per l’ennesima volta in questo e nello scorso secolo l’arma necessaria a combattere il male diabolico che pare come mai così diffuso.

Un anno fa Oliver Dashe Doeme, pastore della diocesi nigeriana di Maiduguri, raccontò alla Cna di quando, nel 2014, Gesù gli apparve “mentre ero nella mia cappella di fronte al Santissimo Sacramento”, consegnandogli una spada che, una volta nelle sue mani, si trasformò in un Rosario. Dopodiché Gesù disse a Doeme: “Boko Haram è stato sconfitto”. Come a ricordare ciò che dice nel Vangelo, che ci sono “demoni che solo la preghiera e il digiuno possono scacciare”. Mali per cui nessuna strategia umana può andare a buon fine senza la grazia supplicata a Dio.

In questi giorni Doeme è tornato a parlare al quotidiano americano Catholic Herald per dichiarare che “la fine del terrorismo è vicina, prevalentemente grazie alle preghiere della gente”. Ma già subito dopo l’apparizione il vescovo ebbe “chiaro che il Rosario sarebbe stato in grado di sconfiggere Boko Haram”. Inizialmente indeciso sul rivelare o meno la fonte del suo segreto, il prelato capì che “lo Spirito Santo mi spingeva a parlare” come usando la sua autorità sul popolo cattolico per dare forza al messaggio.  

Da allora il prelato gira tutto il paese per sensibilizzare le varie comunità locali, chiedendo loro di recitare assiduamente e comunitariamente la corona mariana. Perché solo “la preghiera, particolarmente la preghiera del Rosario ci libererà dagli artigli di questo demone, il demone del terrorismo”. E “sì – aggiunse – sta funzionando”. Perciò chiese, oltre che alle parrocchie e alle famiglie, anche alle scuole di istituire una processione giornaliera per dire il Rosario. 

Sia la sua diocesi, che prima del 2009 contava 125 mila fedeli (migliaia dei quali fuggiti), ha risposto pregando senza stancarsi, sia altre parrocchie del paese. E se in sette anni di attentati il numero degli sfollati è salito a circa 800 mila con 3,8 milioni di abitanti che soffrono di malnutrizione (di cui 49 mila bambini a rischio vita), l’esercito nigeriano ha recentemente dichiarato alla Cnn, con la conferma del presidente Muhammadu Buhari alla Bbc, che il terrorismo dal 2015 si è indebolito. Ora Doeme ha aggiunto che “prima i membri di Boko Haram erano ovunque. Ma che ora non sono più dappertutto. Sono stati respinti nella foresta”. Citando poi il miracolo della sconfitta dei turchi a Lepanto il 7 settembre del 1571, ottenuto con la recita del Rosario, ha anche spiegato che questo “funziona e sta liberando una nazione”. E si è detto convinto che l’apparizione di Cristo sia avvenuta “per consolare il Suo popolo e che Sua madre è qui per noi”. 

Ma il messaggio rivelato al vescovo nigeriano, vale appunto per ogni afflizione o sciagura che in questo tempo così dominato dal maligno affligge ogni parte del globo. Per questo le innumerevoli apparizioni mariane di questi anni ci invitano innanzitutto a piegare le ginocchia recitando la Corona. Ma come mai proprio il Rosario? Suor Lucia, veggente di Fatima, lo spiegò così a Padre Alonso, archivista ufficiale di Fatima per più di 16 anni: “Vede, Padre, la Santissima Vergine ha voluto dare, in questi ultimi tempi in cui viviamo, una nuova efficacia alla recita del Santo Rosario. Ella ha talmente rinforzato la sua efficacia, che non esiste problema, per quanto difficile, di natura materiale o specialmente spirituale, nella vita privata di ognuno di noi o in quella delle nostre famiglie, delle famiglie di tutto il mondo, delle comunità religiose o addirittura nella vita dei popoli e delle nazioni, che non possa essere risolto dalla preghiera del Santo Rosario. Non c’è problema, vi dico, per quanto difficile, che non possa essere risolto dalla recita del Santo Rosario. Con il Santo Rosario, ci salveremo, ci santificheremo, consoleremo Nostro Signore e otterremo la salvezza di molte anime”.

Per questo, ha infine aggiunto il prelato, “il Rosario infine ci darà la vittoria contro questo male. Boko Haram è il male, l’Isis è il male. Ma finché andremo in qualsiasi luogo con Sua Madre, specialmente pregando il Rosario, che è la forma più grande di devozione mariana, saremo vittoriosi”.