Ogni giorno nel mondo muoiono 15.000 bambini
Nonostante gli straordinari progressi compiuti che hanno portato quasi a dimezzare la mortalità infantile tra il 2000 e il 2017, troppi bambini continuano a morire per cause evitabili
L’Institute for Health Metrics and Evaluation, finanziato dalla Bill & Melinda Gates Foundation, ha pubblicato uno studio sulla mortalità infantile nel mondo nel periodo dal 2000 al 2017. Il dato estremamente positivo è che nel 2017 i bambini morti prima di compiere cinque anni sono stati 5,4 milioni, quasi la metà rispetto ai 10 milioni dei 2000, un risultato la cui portata va valutata tenendo conto che nel frattempo la popolazione mondiale è passata da sei miliardi a oltre 7,5 miliardi (e nel 1950 i decessi registrati erano stati 19,6 milioni su una popolazione di poco superiore a 2,5 miliardi). Tuttavia la mortalità infantile è diminuita in maniera molto discontinua. In alcuni paesi è dieci volte superiore a quella di altri paesi e diventa 40 volte superiore se si confrontano le regioni. I tassi di mortalità infantile più elevati si riscontrano nei paesi a reddito basso e medio. Nonostante i progressi compiuti, ogni giorno nel mondo muoiono in media 15.000 bambini e in molti casi si tratta di morti che avrebbero potuto essere evitate. Le più frequenti cause di decessi variano con l’età secondo la seguente suddivisione: neonati (0-28 giorni), primo anno di vita, primi cinque anni. Nei primi dodici mesi di vita spesso sono conseguenza di parti prematuri. Tra i due e i quattro anni molti bambini muoiono di malaria, malattie diarroiche e infezioni delle vie respiratorie. Nel periodo considerato nei 99 paesi a reddito basso e medio sono morti in tutto circa 123 milioni di bambini di età inferiore a cinque anni pari, si stima, al 90% del totale mondiale di decessi per questa fascia d’età. Lo studio si intitola “Mapping 123 million neonatal, infant and child deaths between 2000 and 2017”, pubblicato sulla rivista Nature, volume 574, pp. 353-358.