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CRISTIANI D'OCCIDENTE

Oggi i cattolici si nascondono e il mondo non si salva

Sorprende che i cattolici stiano contribuendo “a tacere di noi”, in parte “nascondendosi” ed in parte avendo vergogna della propria diversità, come dice Giussani. Dimenticando Gesù, san Paolo e il fatto che è la diversità di Cristo a salvare il mondo. Egli è con noi per tutti i secoli, ma per dirci cose dell’altro mondo.

Editoriali 18_07_2018

Caro direttore,

ho una strana impressione: e cioè che i cattolici (non solo italiani) facciano di tutto per nascondere la loro “diversità”, quasi fosse un’onta. È indubbio che, con il Battesimo, i cristiani diventino una realtà diversa. Tutto l’insegnamento di San Paolo, mi pare, insiste sul FATTO che Cristo ci rende persone “nuove”, cioè diverse da come eravamo prima e da come tutti sono quando vivono quello che Gesù identificava con la parola “mondo”. 

Nella Sua suprema preghiera, Gesù, rivolto al Padre ha così pregato: «Io ho dato a loro la tua parola e il mondo li ha odiati perché essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Non chiedo che tu li tolga dal mondo, ma che li costudisca dal maligno» (Giovanni XVII, 14-15). Gesù ha così consacrato la “diversità” dei suoi discepoli, uomini resi nuovi per averlo seguito. Cioè uomini “diversi”.

San Paolo, rivolgendosi ai fratelli romani così li esorta: «Non conformatevi alla mentalità di questo secolo, ma trasformatevi rinnovando la vostra mente, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a Lui gradito e perfetto». Li esorta, cioè, a non avere paura di essere “diversi”, perché tali li ha resi Gesù e non per propri meriti, ma per la grazia misericordiosa del Signore. E nella lettera ai Colossesi, San Paolo insiste: «Badate che nessuno vi inganni con la sua filosofia e con vuoti raggiri, ispirati alla tradizione umana, secondo gli elementi del mondo e non secondo Gesù Cristo» (2, 6-8).

Nel suo libro “Uomini senza patria” (BUR, 2008), il Servo di Dio don Luigi Giussani scrive che «occorre, perciò, che noi abbiamo ad accettare la lotta inevitabile per riconoscere questa Presenza» di Cristo. E, nelle stesse pagine (115-116), cita San Giovanni Paolo II, quando scriveva: «L’uomo è pieno, è maturo, se vive della verità e ne dà testimonianza alla società. Allora anche i rapporti sociali sono veri. Se l’uomo può dare testimonianza della sua verità, se nella vita nazionale c’è posto per la verità, se l’uomo con la sua verità non deve nascondersi da qualche parte nei sotterranei….se non si creano condizioni dove la verità venga modellata secondo i bisogni di una tendenza prepotente che abbia essa sola il diritto del potere, e quindi di esistere…allora l’uomo è uomo».

Pressante l’invito ai cristiani a non nascondersi, se vogliono essere uomini. E don Giussani prosegue: «Occorre una lotta verso noi stessi, verso ciò che diceva Rilke, in quella frase stupenda: "E tutto cospira a tacere di noi, un po' come si tace un'onta, forse, un po' come si tace una speranza ineffabile"».

Caro direttore, è sempre più evidente che oggi tutto cospira a mettere sotto silenzio la presenza cristiana. Quello che mi sorprende è che gli stessi cattolici (in misura sempre maggiore) stanno contribuendo “a tacere di noi”, in parte “nascondendosi nei sotterranei” ed in parte avendo vergogna della propria diversità. Dimenticando che è proprio la diversità di Cristo a salvare il mondo. Egli è CON noi per tutti i secoli, ma per dirci cose dell’altro mondo.