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LE FIGURE

Oggi beati cinque sacerdoti, martiri della Comune

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I padri Henri Planchat, Ladislas Radigue, Polycarpe Tuffier, Marcellin Rouchouze e Frézal Tardieu, uccisi il 26 maggio 1871 in odio alla fede dai rivoluzionari della Comune di Parigi, oggi saranno proclamati beati. Scopriamo le loro biografie.

Ecclesia 22_04_2023

Il 18 marzo 1871 la bandiera rossa della Comune di Parigi - governo cittadino animato da ideali social-libertari e anticlericali sorto all’indomani della sconfitta della Francia contro la Prussia - sventola sull’Hotel de Ville della capitale. Due mesi dopo, il 21 maggio 1871, è l’inizio della “Settimana di sangue” (Semaine sanglante, in francese), con Parigi stretta d’assedio dall’esercito del governo di Adolphe Thiers che voleva porre fine alla Comune per riprendere il potere nella città: nei giorni della Semaine molti religiosi furono trucidati per mano dei comunardi. Fra questi, vi erano i cinque sacerdoti che oggi la Chiesa proclamerà beati: Henri Planchat, Ladislas Radigue, Polycarpe Tuffier, Marcellin Rouchouze e Frézal Tardieu. Ma quali biografie si nascondono dietro questi nomi?

Henri Planchat nasce l’8 novembre 1823 a La Roche-sur-Yon da una famiglia profondamente cristiana. Henri fin dalla tenera età comprende subito la sua strada: vivere accanto ai poveri, vivere per il Signore. Sorge così nel suo cuore il vivo desiderio di consacrare la sua vita a Dio: dopo aver studiato legge, entra nel seminario parigino di San Sulpizio. Viene ordinato sacerdote il 21 dicembre 1850. Entra nella Società di san Vincenzo de’ Paoli dove conosce il venerabile Jean-Léon Le Prevost, fondatore dei Fratelli di San Vincenzo de’ Paoli. Planchat vive il suo ministero, la sua missione pastorale nei quartieri poveri della periferia di Parigi, portando avanti opere di assistenza spirituale e materiale in favore di famiglie disagiate e di giovani senza futuro, di ammalati e soldati. Dopo l’esperienza nella periferia della città, viene inviato ad Arras dove si dedica ai fanciulli di un orfanotrofio. Solo nel 1863 tornerà a Parigi dove padre Le Prévost lo invierà in uno dei quartieri più popolosi della capitale, il quartiere di Charonne, come cappellano del patronato di Sant’Anna. Il Giovedì Santo, 6 aprile 1871, padre Planchat viene arrestato perché sospettato dalla Comune di nascondere armi: è solo un pretesto per porre fine al suo apostolato d’amore tra gli operai e i poveri del quartiere. Dal carcere di La Roquette dove vive i suoi ultimi giorni terreni prima del martirio, scrive ai suoi confratelli della comunità di Charonne queste righe: «Quello che vi chiedo, carissimi, è di pensare a me nel momento in cui, ricevuto il buon Dio, vi metterete in ginocchio al mio posto per adorarlo».

Ladislas Radigue - al secolo Armand Pierre - nasce l’8 maggio 1823. Nel racconto dei suoi primi anni di vita, figura centrale è la madre morta a soli 27 anni: è da lei che il piccolo Armand attinge la fede. È lei ad educarlo alle devozioni, a una fede profonda e limpida. Dopo la morte della madre, viene affidato a uno zio sacerdote, altra figura chiave per comprendere il suo percorso spirituale: è, infatti, grazie a lui che matura la decisione di intraprendere il cammino religioso. Studia al collegio della Congregazione dei Sacri Cuori di Gesù e Maria a Séez. Deciderà poi di entrare nella stessa congregazione, diventando sacerdote il Sabato Santo: è il 22 aprile 1848. Formatore del noviziato della congregazione, impeccabile direttore spirituale e ottimo maestro. Viene arrestato il 12 aprile 1871.

«Diventa novizio», questa è la voce che l’undicenne Jules Tuffier - che prenderà il nome di Polycarpe una volta divenuto religioso - sente nell’anima, durante una ricreazione al Collegio dell’Adorazione a Mende, retto dai Padri dei Sacri Cuori. In questo collegio era entrato bambino, ed è proprio qui che maturerà la sua vocazione sacerdotale: la professione religiosa nella congregazione dei Sacri Cuori avverrà il 14 maggio 1823. Nel 1830, l’ordinazione sacerdotale. Dal 1847 al 1858 è superiore al collegio Petits-Carmes di Cahors. Si sposta a Mende e poi a Laval. Imprigionato e assassinato durante la terribile Settimana di sangue di Parigi, scrisse in una lettera dalla prigione: «Povera Francia, così orgogliosa dei suoi progressi! Ah! se il nostro sangue fosse abbastanza puro da procurare la pace alla Francia, il trionfo alla Chiesa! Spero nell’immensa bontà di Nostro Signore e nella protezione di Maria».

Jean-Marie Rouchouze nasce il 14 dicembre 1810 a Saint-Julien-en-Jarez, nella Loira. È il primo di tre figli: tutti e tre diverranno religiosi della Congregazione dei Sacri Cuori. Suo fratello François (Euthyme, questo il nome da religioso) sarà superiore generale della congregazione per sedici anni. Nella vita di Rouchouze il 1852 rappresenta un anno cruciale: è l’anno di un incontro che gli cambierà l’esistenza, quello con il santo Curato d’Ars. Profondamente umile, Rouchouze si era ritenuto per lungo tempo indegno del sacerdozio: il 2 febbraio 1837 aveva emesso sì i voti religiosi ma ancora non era divenuto sacerdote. Nel 1852 avviene l’incontro con san Giovanni Maria Vianney, che gli dice: «Figlio mio, tu devi essere sacerdote! Il buon Dio ha dei grandi disegni su di te». Ed è così che Rouchouze, all’età di 42 anni, diventa sacerdote. Jean-Marie Rouchouze vivrà - come gli altri sacerdoti oggi proclamati beati - la ferocia anticlericale della Comune.

Anche Frézal Tardieu entrerà nella Congregazione dei Sacri Cuori. Nato il 18 novembre del 1814 con il nome Jean-Pierre-Eugène, diviene novizio a Parigi il 2 giugno 1837 per poi professare i voti religiosi il 24 aprile 1839. Dopo essere stato maestro dei novizi a Vaugirard, a Lovanio (in Belgio) e a Issy, si stabilisce a Parigi per ricoprire l’incarico di consigliere generale della congregazione. Qui insegna teologia dogmatica. Come insegnante, padre Frézal si fa amare dai suoi allievi: ama ritrovarsi con loro durante la ricreazione, vivere con loro speranze e delusioni, parlare di progetti per il futuro. Uomo d’orazione, soprattutto, e amante del silenzio. Per comprendere appieno l’animo di padre Tardieu è bene citare una sua preghiera in cui è sintetizzata tutta la sua profonda spiritualità: «Eccomi, o mio Dio, vengo a fare la tua volontà; scolpisci la tua legge in mezzo al mio cuore e concedimi la grazia di compiere sempre ciò che ti è gradito. Governa e possiedi me come ti pare. Concedimi, per intercessione della Beata Vergine Maria, la grazia di non offenderti mai, ma di fare sempre la tua santa volontà».

I padri Henri Planchat, Ladislas Radigue, Polycarpe Tuffier, Marcellin Rouchouze e Frézal Tardieu vennero uccisi violentemente il 26 maggio 1871. Martiri per la fede, ora sono tra la schiera dei beati della Chiesa.