Nuovi sequestri di ragazze cristiane in Pakistan
Non accennano a diminuire i sequestri di donne cristiane, spesso minorenni, costrette poi a convertirsi all’Islam e a sposare chi le rapisce
“Le conversioni forzate all’Islam minacciano la libertà religiosa e il pluralismo religioso del Pakistan, pertanto è urgente introdurre garanzie legali e amministrative per affrontare i crimini che coinvolgono conversioni forzate, matrimoni infantili e abusi sulle donne”. Queste sono le richieste formulate durante un incontro svoltosi a Karachi, organizzato il 7 marzo dalla organizzazione non governativa Voice For Justice (VFJ). Nel dettaglio si chiede al governo di “intraprendere un'azione affermativa per la protezione, la promozione , e il rispetto dei diritti delle minoranze; a presentare nelle assemblee federali e provinciali un disegno di legge per garantire che l'età minima per il matrimonio sia fissata a 18 anni; a istituire un comitato di esperti per rivedere il progetto di legge che introduce garanzie contro le conversioni religiose forzate”. Al contempo è necessario promuovere iniziative volte a educare l’opinione pubblica e agire per rendere imparziali e tempestivi i giudizi in tribunale affinché i colpevoli siano assicurati alla giustizia, cosa che spesso attualmente non succede. Sono molte le ragazzine cristiane rapite, costrette a convertirsi all’Islam e a sposare chi le ha rapite e per le loro famiglie ottenere giustizia è problematico, anche quando sono assistite da avvocati preparati e determinati. Tre nuove ragazze cristiane sono state rapite tra il 25 febbraio e il 7 marzo. Persicla, 15anni, è stata sequestrata a casa sua, a Faisalabad, davanti ai genitori che sono stati minacciati di morte dall’uomo che l’ha portata via. Merab, 15 anni anche lei, è stata rapita a Karachi da un pregiudicato, nel quartiere dove vive, abitato da 1.200 famiglie cristiane. La terza vittima è Mariam, 18 anni, sequestrata mentre si stava recando all’ospedale Bakai di Karachi dove studia ostetricia.