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PLANNED PARENTHOOD

Nuove rivelazioni sugli aborti per vendere organi

Un nuovo e più raccapricciante video “undercover” sul caso Planned Parenthood, la multinazionale americana dell’aborto. Questa volta, la direttrice della ricerca del gruppo spiega che le procedure dell’aborto possono essere «alterate» per ottenere più organi fetali «intatti». Ciò consentirebbe anche di guadagnare di più.

Esteri 07_08_2015
Melissa Farrell, direttrice di Planned Parenthood

Un nuovo e più raccapricciante video undercover sul caso Planned Parenthood, la multinazionale americana dell’aborto, è stato diffuso dall’agenzia Life Site News.  Come i precedenti, anche questo è stato realizzato con una telecamera nascosta dal Center for Medical Progress, organizzazione pro-life: il filmato mostra la dissezione di parti del corpo di un bimbo di 20 settimane abortito, mentre la direttrice della ricerca della colosso dell’aborto spiega agli attivisti che le procedure dell’aborto possono essere «alterate» per ottenere più organi fetali «intatti».

Il 9 aprile, gli attivisti del Centro pro-life, presentatisi come inviati da una società specializzata nel biologico umano, hanno incontrato Melissa Farrell, direttrice della ricerca per la Planned Parenthood Gulf Coast. Nel filmato, Farrell spiega, tra un boccone e l’altro, che nella clinica si possono fare interruzioni di gravidanza «in modo tale da ottenere i migliori esemplari»: «Se noi alteriamo il nostro processo, siamo in grado di ottenere cadaveri fetali intatti», poi possiamo «inserire tutto nel budget». Chi effettua materialmente l’aborto modifica la procedura, al fine di ottenere intatte le parti del corpo richieste o addirittura l’intero organismo: «Possono farlo», ammette. Ciò consentirebbe anche, cinicamente, di «differenziare il flusso delle entrate»: più gli esemplari sono di elevata qualità e difficili da ottenere, più il prezzo è alto. Non solo: i «campioni» prelevati vengono suddivisi «in diverse spedizioni». Ovviamente, più il feto è sviluppato e avanti con i mesi, più la procedura è complicata e questo «si riflette sui tempi e sui costi». La parte finale del video contiene riprese molto forti, in cui la clinica mostra ai finti compratori esemplari di feti abortiti.

Ma alterare una procedura di aborto allo scopo di estrarre campioni di tessuto fetale è espressamente vietato dalla legge federale, che permette di ottenerli solo se «nessuna alterazione di tempo, metodo o procedura usata per terminare una gravidanza viene fatta solo allo scopo di ottenere il tessuto».  Ha commentato in merito David Daleiden, responsabile del progetto promosso dal Cmp: «Questo è ormai il quinto dirigente di Planned Parenthood, che parla di pagamenti in cambio di parti di bambini abortiti, senza fare il minimo riferimento ai costi attuali delle cosiddette “donazioni” di tessuti. La cospirazione, elevata da Planned Parenthood a sistema, per eludere la legge e far soldi è ora innegabile». Ed ha proseguito: «Non v’è alcuna ragione per la quale un’organizzazione, che ricorre a metodi illegali nel praticare gli aborti per vendere parti del corpo e che commette atrocità contro l’umanità, debba ancora ricevere oltre 500 milioni di dollari ogni anno, prelevati dai soldi dei contribuenti».

Sulla base dello scandalo suscitato da questi video, molti senatori repubblicani hanno proposto di tagliare i finanziamenti pubblici alla Planned Parenthood, che è stata messa sotto indagine in molti Stati. La petizione, con cui si chiede al Congresso americano di porre sotto inchiesta e chiudere Planned Parenthood, ha superato ormai le 52 mila firme: il disegno di legge orientato in tal senso ha già ottenuto la maggioranza dei voti al Senato, ma non è passato non avendo raggiunto ancora il quorum necessario. Il Partito Democratico sta tentando in tutti i modi di frenare l’azzeramento dell’ingente finanziamento pubblico: molti suoi esponenti e la stessa campagna elettorale del presidente Obama hanno ricevuto cifre notevoli proprio da Planned Parenthood. Anche la Chiesa cattolica si è espressa sul caso. Il cardinale Sean O’Mallley, presidente della Commissione sulla vita della Conferenza episcopale americana, ha scritto: «L’aborto è il prodotto di una mentalità del profitto, di una cultura dell’usa e getta che, attualmente, hanno schiavizzato i cuori e le menti di tante persone».