Nuove minacce ai cristiani in India
Nello stato del Karnataka gli integralisti indù sollecitano l’introduzione di una legge anti conversione e intanto continuano ad accusare ingiustamente i cristiani di conversioni forzate
Si moltiplicano i casi di intolleranza nei confronti dei cristiani in India. Nel distretto di Hubbali, nello stato del Karnataka, domenica 17 ottobre esponenti di due organizzazioni nazionaliste indù, il Bajrang Dal e il Vishwa Hindu Parishad, sono entrati nella chiesa di una piccola comunità pentecostale in quel momento gremita di fedeli cantando preghiere indù. La motivazione del gesto provocatorio è che nella chiesa si compirebbero delle conversioni forzate al Cristianesimo. I presenti che hanno cercato di farli uscire dall’edificio sono stati attaccati e alcuni hanno dovuto essere medicati in ospedale. Inoltre la polizia ha arrestato il capo della comunità pentecostale, Somu Avaradhi, su denuncia di un indù che lo ha accusato di averlo portato nella chiesa per indurlo a convertirsi. Pochi giorni prima, il 13 ottobre, il Dipartimento per il benessere delle caste svantaggiate e delle minoranze ha ordinato una indagine sui missionari cristiani per verificare quali sono effettivamente le chiese non ufficiali che, secondo informazioni già acquisite, sarebbero il 40 per cento. Il governo locale inoltre sta pensando di introdurre una legge anti conversione, come già hanno fatto numerosi stati della federazione. Monsignor Machado, arcivescovo di Bangalore, ha raccomandato il primo ministro del Karnataka, Basavaraj Bommai, di non cedere alle richieste dei fondamentalisti indù. “Come mai il governo vuole realizzare questo rapporto solo sulla comunità cristiana – domanda monsignor Peter Machado secondo cui l’iniziativa servirà solo ad accrescere i già esistenti sentimenti anti-religiosi – che il governo realizzi piuttosto una indagine sulle istituzioni educative e sui centri sanitari gestiti dai missionari cristiani. Questo darà una giusta idea del servizio reso dalla comunità cristiana alla costruzione della nazione”.