Novena letteraria di Natale con la Bussola: Sant’Agostino
Con il discorso sul Natale del santo vescovo di Ippona, letto da Luisella Scrosati, prosegue il ciclo di letture in preparazione alla Nascita di Cristo.
Nel secondo giorno della "novena letteraria" Luisella Scrosati legge Sant'Agostino, Discorso 194 - Nel Natale del Signore, 1; 2, 2; 4:
Ascoltate, figli della luce adottati nel regno di Dio: Ascoltate, riflettete, fratelli carissimi; ascoltate giusti, ed esultate nel Signore perché a voi buoni possa addirsi la lode. Ascoltate ancora una volta quanto già sapete, riflettete su quanto ascoltate, amate ciò in cui credete, divulgate ciò che amate. (...)
È nato Cristo, dal Padre come Dio, dalla madre come uomo; dall'immortalità del Padre, dalla verginità della madre; dal Padre senza madre, dalla madre senza padre; dal Padre al di là del tempo, dalla madre senza necessità di fecondazione; dal Padre come principio della vita, dalla madre come fine della morte; dal Padre ordina tutti i tempi, dalla madre santifica questo giorno. (...)
Lo lodano convenientemente tutti i suoi angeli, dei quali è il cibo eterno, che li vivifica con un nutrimento incorruttibile. Poiché è il Verbo di Dio, vivono della sua vita, vivono sempre nella sua eternità, vivono beandosi in eterno della sua bontà. Essi lo lodano convenientemente come Dio vivente presso Dio e danno gloria a Dio nel più alto dei cieli. Noi invece siamo il suo popolo e il gregge del suo pascolo. Riconciliati secondo la misura della nostra debolezza, meritiamoci la pace con la buona volontà. Veramente è degli angeli quel canto - proprio di questo giorno - che essi intonarono esultando al Salvatore nato per noi: Gloria a Dio nell'alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà. Essi lo lodano convenientemente, lodiamolo anche noi docilmente. Essi sono i suoi messaggeri, noi siamo i suoi giumenti. In cielo egli sazia la loro mensa, in terra ha riempito la nostra mangiatoia. È la pienezza della loro mensa perché in principio era il Verbo e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. È la pienezza della nostra mangiatoia perché il Verbo si è fatto carne ed abitò in mezzo a noi. Affinché l'uomo potesse mangiare il pane degli angeli, il creatore degli angeli si è fatto uomo. Quelli lo lodano vivendo con lui, noi credendo in lui; quelli godendolo, noi chiedendolo; quelli saziandosene, noi cercandolo; quelli entrando, noi bussando. (...)
Gli dica pertanto il nostro cuore: Ho cercato il tuo volto. Il tuo volto, Signore io cerco, non nascondermi il tuo volto. Ed egli risponderà al nostro cuore: Chi mi ama osserva i miei comandamenti, e chi ama me sarà amato dal Padre mio e io pure l'amerò e gli manifesterò me stesso. Le persone alle quali rivolgeva queste parole lo vedevano certo con gli occhi e udivano con le orecchie il suono della sua voce e potevano afferrare con il loro cuore umano la sua umanità. Ma ciò che occhio non vide né orecchio udì né cuore di uomo poté afferrare, questo egli prometteva di mostrare a coloro che lo amano. Finché questo non avviene, finché non ci mostra colui che potrà bastarci, finché non berremo lui fonte della vita e non ci sazieremo di lui; mentre, camminando nella fede, pellegriniamo lontani da lui, mentre abbiamo fame e sete di giustizia, mentre desideriamo con indicibile ardore la bellezza della sua natura divina, celebriamo con pia devozione il Natale della sua natura di servo. Non ancora possiamo contemplarlo come generato dal Padre prima dell'aurora: celebriamolo con solennità come nato dalla Vergine nel cuore della notte. Non ancora possiamo comprenderlo perché davanti al sole persiste il suo nome: riconosciamo la sua dimora posta sotto il sole. Non ancora possiamo contemplare l'Unigenito nel seno del Padre suo: celebriamo lo sposo che esce dalla stanza nuziale. Non ancora siamo in grado di partecipare alla mensa del Padre nostro: riconosciamo la mangiatoia del Signore nostro Gesù Cristo.
Ieri:
- 16 dicembre: Andrea Zambrano legge Giovannino Guareschi
Pagine natalizie, una "novena" di letture con la Bussola
Un brano al giorno di letteratura o spiritualità, scelto e letto da alcuni dei nostri autori che da oggi al 24 dicembre vi accompagneranno... fino a Betlemme. Perché la frenesia lasci spazio all'attesa del Mistero di Dio che si fa Bambino.