Non solo Lizzano. Quando per i cattolici il duello è impari
Fare a botte, mentire, minacciare, ecc., il cattolico non può: glielo vieta il Vangelo. Ma ora, poiché il principe di questo mondo conosce la potenza della preghiera, gli si vuole impedire pure di pregare. E i vescovi del “dialogo” non aiutano. Certo è che questo Ddl ha una posta che deve essere molto alta. Lo si capisce dai dettagli.
Il problema sollevato dalla sindachessa di Lizzano in quel di Taranto (vedi qui) riguarda i cattolici, anche se non tutti: infatti, la massima autorità di una cittadina che non sapevamo esistesse prima della piazzata, nella sua giustificazione via Facebook, ha chiamato come testimonial padre Alessandro Zanotelli detto Alex. È inutile nasconderselo: una Chiesa «arcobaleno» esiste. Ma non è questo, qui, il punto. Il punto è che se la sindachessa di Lizzano fa la sindachessa di Lizzano vuol dire che ha preso i voti maggioritari dei suoi concittadini. E non è pensabile che tali concittadini non sapessero come la pensava prima di votarla.
Allora, globalmente, si pone un problema che sempre più spesso si porrà: i cattolici sono moderati, non adusi a scendere in piazza e alle piazzate, non potrebbero nemmeno fare a botte piazzaiole con le squadracce avversarie perché glielo vieta il Vangelo. Non solo. Sarebbe un duello alla Cochi&Renato: uno con la pistola, l’altro con la macchina fotografica. Sì, perché gli eventuali ardimentosi si ritroverebbero immediatamente sconfessati dalle gerarchie ecclesiali. Non avendo più «partiti cattolici» a sostenerne le istanze (sempre che quelli che c’erano l’abbiano mai fatto), i «vertici» adesso sono i vescovi. I quali preferiscono i «toni pacati» e il «dialogo». Cioè, l’inciucio dietro le quinte, preferibilmente davanti al buffet di qualche salotto romano.
Il metodo sarebbe da plaudire, anche se uno preferisse l’agire a viso aperto, se almeno funzionasse. Invece, non funziona, basta guardarsi intorno, basta guardare Lizzano. Certo, demonizzare l’avversario, mentire, conciarsi da buffoni, procedere senza scrupoli, minacciare, aggredire per poi lasciarsi cadere e invocare il rigore, intimidire in ogni modo lecito e illecito, linciare e chiamare al linciaggio, tutto questo il cattolico non può farlo. Per cui, il duello è impari. Ma ai figli di questo mondo non basta, perché il loro padre conosce bene la potenza della preghiera, che è l’unica cosa che veramente teme. Perciò, i cattolici non devono nemmeno pregare.
La mente corre agli anni Venti-Trenta del secolo scorso, quando il governo americano si decise a prendere provvedimenti contro il Ku Klux Klan dopo giorni di scontri tra studenti cattolici dell’Università di Notre Dame nell’Indiana e militanti del KKK. Ma erano altri tempi, altri giovani, altri vescovi e pure altri papi. Il «metodo don Camillo» non è applicabile in una situazione come quella odierna, non a caso preceduta da un lunghissimo, pluridecennale lavaggio dei cervelli non solo cattolici, come l’elettorato lizzanese dimostra. Contare sulle forze politiche amiche? Forse, ma abbiamo visto proprio in questi giorni il forfait di Forza Italia. Chissà che cosa le hanno promesso in cambio della desistenza. La presidenza della Repubblica a Berlusconi? Il senatorato a vita? Terreno più agevole per Mediaset impegnata in una delicata operazione a livello europeo? Boh. Certo, a me piacerebbe Berlusconi al Quirinale o almeno senatore a vita. Ma mi chiedo: dopo tutto quel che ha subìto in questi decenni, si fida ancora della parola di quelli là? Vabbè, forse nei prossimi giorni capiremo meglio il perché di certe posizioni.
Tuttavia, la posta in gioco deve essere davvero alta, più alta di quel che sembra. Mi spiego: la c.d. legge Zan anti-omofobia ha tutta questa importanza? O c’è qualcuno, anche all’estero, a cui non si può dire “no”? Un ingenuo ignaro elettore potrebbe infatti dire: ma con tutti i problemi che ci ha creato la pandemia, con tutti i problemi economici e sociali che esploderanno in autunno, cioè dietro l’angolo, questi combattono coltello tra i denti per una legge che interessa solo quattro gatti? Ma il diavolo, è il caso di dirlo, è nel dettaglio. E il dettaglio è l’introduzione obbligatoria (neanche la religione lo è) del «gender» nelle scuole. È lì che si vuole andare a parare: a toglierti i figli per portarli a Bibbiano.