Nigeria, dove l'islam pensa di essere il solo padrone
Dopo le presidenziali (aprile) è stato morte e distruzione. Gli islamici si credono "lo Stato" e "la nazione", ma non è così. E i cristiani ne muoiono.
Durante e dopo i giorni delle elezioni presidenziali nigeriane, che si sono svolte nel mese di aprile di quest’anno - alle quali hanno anche assistito osservatori internazionali - l’associazione evangelica Porte Aperte ha contato, nel nord del Paese la distruzione di 283 Chiese e l’uccisione di 257 cristiani. Quando si è capito che il candidato cristiano aveva vinto, i sostenitori del candidato musulmano sono scesi in piazza per tre giorni nei dodici Stati governati dalla sharia, gridando che, secondo loro, i risultati erano stati manipolati. Hanno aggredito i leader musulmani tradizionali del partito al governo, i cristiani e i membri delle tribù meridionali. I giornali locali hanno parlato di 400 musulmani uccisi nella parte meridionale: per Porte Aperte, «è chiaro che vi sia una frangia violenta che non tollera né i cristiani né i musulmani moderati: la sharia e l’islam radicale sono l’unico obiettivo ammesso e destabilizzare il paese attraverso attacchi indiscriminati è una delle strategie».
L’islam è giunto nella Nigeria del Nord nell’Ottocento, attraverso le carovane di commercianti che passavano il deserto, ma anche e soprattutto attraverso le tensioni e i conflitti in quelle zone. Il cristianesimo è giunto nel Novecento, quando l’islam era già diffuso e organizzato anche attraverso veri e propri governi di matrice islamica (con tanto di shari'a). L’islam diffuse la cultura per la quale la religione musulmana era originaria di quello Stato e la diffusione del cristianesimo è sempre stata vista come una minaccia, un nemico da distruggere. I musulmani hanno da sempre ostacolato la crescita e la vita dei cristiani nel nord, creando un’ondata persecutoria che si è manifestata in molti modi: dalla negazione di diritti concessi agli altri cittadini a veri e propri attacchi e violenze di vario genere che nel nord sono stati innumerevoli negli ultimi decenni.
A livello costituzionale, la Nigeria garantisce la libertà di religione, ma nel nord, in questi 48 anni di indipendenza, i musulmani hanno sempre ricevuto un trattamento privilegiato, mentre i cristiani sono stati discriminati in tanti modi. Nel 1999, nei 12 stati del nord è stata imposta la Sharia, a danno diretto dei cristiani.
Agli inizi del mese di marzo del 2010, 500 cristiani - e tra loro molte donne e bambini - sono stati uccisi nella regione di Platea, Dan Manjang, nella città di Jos, da parte di nomadi musulmani Fulani. Sparando, hanno costretto gli abitanti a uscire dalle abitazioni e li hanno massacrati a colpi di machete.
Nel corso del Natale del 2010, sempre a Jos, sono state assassinate 32 persone e ferite altre 74. Altre 6 persone sono invece rimaste uccise durante la messa di Natale in attacchi compiuti da presunti estremisti islamici contro due Chiese a maiduguri, nel nord-est del Paese. Dopo due giorni di terrore, sono scoppiati nuovi scontri tra gruppi armati di cristiani e musulmani nel pressi della città di Jos.
Nel mese di maggio di quest’anno, almeno 16 persone sono state uccise in un villaggio cristiano di Kano, a maggioranza mussulmana.
Lo scorso 30 agosto, scontri tra gruppi di cristiani e musulmani, scoppiati nella zona di Jos, hanno provocato almeno 20 morti e oltre 50 feriti. Altrettanto pesante è stato il bilancio degli scontri dello scorso 2 settembre, sempre nella regione di Jos, 22 morti. Giovani cristiani e mussulmani, ancora una volta, si sono scontrati e questa volta i disordini, nei quali sono rimaste coinvolte anche le forze di sicurezza, hanno avuto luogo nella zona di Dusu Uku, un quartiere già in passato teatro di violenti incidenti.
Da ultimo, sono da segnalare i 9 morti - 8 appartenenti alla stessa famiglia, un padre e sette suoi figli - dello scorso 9 settembre, avvenuti nella zona di Barkin Ladi, nei pressi della città di Jos.
In special modo nella regione del nord, i fondamentalisti musulmani continuano la loro opera di persuasione e di violenza contro i cristiani e gli ex musulmani sono sottoposti a crescenti pressioni e molti subiscono difficoltà nella vita quotidiana a causa delle loro famiglie, che li ostacolano o li cacciano. Molte donne ex musulmane convertite a Cristo, vengono ripudiate dai loro mariti. Alla legge della Sharia, va aggiunto l’utilizzo di una sorta di Polizia della Sharia, chiamata Hisbah.
Per il rapporto di Porte Aperte, la pressione alla quale è sottoposta la Chiesa negli Stati settentrionali, ha prodotto maggiore unità e un numero crescente di Chiese sono sempre più attive nell’evangelizzazione, con mezzi innovativi, per raggiungere con il Vangelo i musulmani del nord.