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VIAGGIO APOSTOLICO AL VIA

Mozambico, arriva il Papa “onorato” da “attacchi” Usa

È iniziato ieri il XXXI viaggio apostolico di Francesco, che sull’aereo, commentando un libro su un presunto complotto ai suoi danni, si è detto “onorato di essere attaccato dagli americani”. Parole poi ‘corrette’ dal portavoce vaticano. La visita di Bergoglio in Mozambico arriva a un mese dalle elezioni, banco di prova per la pace interna.

Ecclesia 05_09_2019

È iniziato ieri in Mozambico il trentunesimo viaggio apostolico di Francesco, il quarto in Africa (qui il programma). Sull’aereo che lo ha portato a Maputo, Bergoglio (nella foto, in partenza da Fiumicino) si è reso protagonista di dichiarazioni clamorose: parlando ai giornalisti del recente libro Come l’America vuole cambiare Papa, scritto dal vaticanista Nicolas Seneze, presente a bordo, Francesco si è detto “onorato di essere attaccato dagli americani”.

Nell’opera, appena uscita nelle librerie francesi, viene sostenuta la tesi dell’esistenza di un presunto complotto ordito da ambienti conservatori statunitensi per indebolire l’attuale pontificato e anticiparne la fine. Il clamore provocato dalle parole pronunciate sull’aereo ha spinto Matteo Bruni, al suo primo viaggio da direttore della Sala Stampa della Santa Sede, a precisare che si trattava di un “contesto informale” e che “il Papa ha voluto dire che considera sempre la critica un onore, soprattutto quando proviene da pensatori autorevoli, e in questo caso da un Paese importante”.

Al termine del volo, il pontefice è stato accolto in aeroporto dal presidente Filipe Nyusi. “Speranza, pace, riconciliazione”, questo il motto scelto per la visita apostolica del Santo Padre che si concluderà martedì 10 settembre dopo aver fatto tappa anche in Madagascar e Mauritius.

Il Papa arriva in Mozambico in un momento cruciale per la vita dell’ex colonia portoghese, ancora alle prese con gli strascichi della sanguinosissima guerra civile iniziata nel 1975 e terminata soltanto nel 1992. La fine del conflitto, 27 anni fa, fu possibile grazie alla mediazione della Comunità di Sant’Egidio che facilitò la firma della ‘pace italiana’ tra il presidente Joaquim Chissano e il leader dei ribelli, Afonso Dhlakama. Tra i negoziatori degli accordi di Roma c'era anche il futuro cardinale Matteo Maria Zuppi, molto apprezzato da Francesco, estimatore del lavoro della cosiddetta Onu di Trastevere.

Bergoglio visita il Paese dell'Africa meridionale a un mese dalle decisive elezioni generali che si terranno il 15 ottobre. Le urne saranno il banco di prova per vedere se reggerà il nuovo accordo di pace siglato un mese fa tra il partito di governo (Frelimo) e quello di opposizione (Renamo). Anche a ciò si deve probabilmente la scelta del motto di questo viaggio. Il Mozambico è uscito dalla terribile povertà conosciuta negli anni immediatamente post-bellici e la sua economia è in crescita, avendo registrato un balzo del 60% rispetto ai dati del 2007. Questo ‘miracolo’ economico non è riuscito, però, a debellare le disparità sociali.

Dal punto di vista religioso, poi, si intravedono crepe non trascurabili: come ha osservato Andrea Riccardi in un’intervista sul sito della Sant'Egidio, in Mozambico “è cresciuto con forza incredibile un neo-evangelismo che ha logorato i cattolici”. Bisogna fare i conti, inoltre, con la comparsa senza precedenti della minaccia del fondamentalismo islamico. Da due anni a questa parte, infatti, anche questa regione, tradizionalmente immune alla piaga terrorista, è stata teatro di sanguinosi attacchi operati da gruppi di militanti islamisti. Si tratterebbe degli uomini di Al-Shabaab, riconoscibili per lo stesso modus operandi utilizzato per ogni assalto: attaccano un villaggio, ne uccidono tutti gli abitanti e ne decapitano i cadaveri. La paura di questi blitz ha provocato in questi mesi diversi esodi di civili nel nord del Paese.

Venerdì pomeriggio, Francesco si sposterà in Madagascar dove rimarrà fino a lunedì mattina. Nell’agenda del pontefice, tra i vari appuntamenti, anche la visita alla tomba della beata Victoire Rasoamanarivo (1848-1894), la prima donna malgascia a essere elevata all’onore degli altari per aver difeso i missionari cattolici negli anni della loro espulsione tardottocentesca. Bergoglio avrà l’occasione di riabbracciare una sua vecchia conoscenza, padre Pedro Opeka, di cui fu insegnante di teologia in Argentina e che ad Antananarivo ha dato vita alla “Città dell’amicizia”, una comunità formata da 17 villaggi dove vivono migliaia di famiglie povere e dove vengono garantiti posti di lavoro. Il missionario vincenziano, candidato anche al Nobel per la pace e sulla cui attività benefica è stato anche girato un film, è figlio di esuli sloveni stabilitisi in Argentina per sfuggire al regime comunista.

La povertà continua a essere uno dei principali problemi di quest’isola incastonata nell’Oceano Indiano e famosa - come ha ricordato il pontefice nel videomessaggio realizzato prima della partenza - per le sue “bellezze naturali”. Una grave conseguenza di tale povertà è l’alto tasso di denutrizione della popolazione, tra le cause dell’elevata mortalità infantile e dell’aspettativa di vita ferma a 58 anni. Nel futuro, il turismo potrà diventare una risorsa ancora più preziosa di quanto lo è stata fino ad oggi per l’“Isola rossa”, ma starà alle autorità locali saper coniugare quest’investimento con la custodia del creato, chiesta anche dal Papa nel videomessaggio già menzionato.

Lunedì 9 sarà invece il giorno di Port Louis, capitale delle Mauritius, dove Francesco celebrerà la Messa presso il monumento di Maria Regina della Pace e si recherà in preghiera al santuario dedicato a Père Laval, missionario francese beatificato da Giovanni Paolo II per il suo instancabile apostolato nelle Mauritius dell'Ottocento, che lo portò ad evangelizzare almeno 67.000 isolani, tra cui moltissimi ex schiavi.

La figura del beato padre Laval è ancora popolarissima nel Paese insulare, e non solo tra i cattolici: il Papa gli renderà omaggio proprio nell’anniversario della sua morte, avvenuta il 9 settembre del 1864, ormai giorno di pellegrinaggio per fedeli provenienti da ogni angolo dell’Africa australe e non solo. Francesco farà poi ritorno in Madagascar, da dove ripartirà per Roma martedì 10, concludendo il XXXI viaggio apostolico del suo pontificato, realizzato sulle orme di Giovanni Paolo II, che visitò queste zone tra il 1988 ed il 1989.