Morale della legge, un libro che risponde all’ideologia
Qual è il significato autentico del termine “legge”? In che senso si parla di legge eterna e legge civile? Dopo i danni dell’ideologia, nelle sue diverse varianti (umanistica, protestante, illuministica, comunista, relativista), bisogna ricostruire i criteri di giudizio perduti. Un aiuto in questa direzione viene dal libro “Morale della legge: la legge senza timore” (ESD, 2020), del domenicano Giorgio Maria Carbone.
Ortodossia e ortoprassi. Pensare in modo corretto e agire in modo altrettanto corretto. Per agire bene è necessario pensare bene. Si badi: non è l’unica condizione necessaria per agire bene, ma è una tra le condizioni necessarie.
Un aiuto per pensare bene viene dal recente «Morale della legge: la legge senza timore» (ESD, 2020), scritto dal domenicano Giorgio Maria Carbone, docente di Teologia morale presso la Facoltà di Teologia dell’Emilia Romagna. Si tratta di un volume che, seguendo la lezione artistotelica-tomista, spiega in modo agile anche ai non addetti ai lavori il significato autentico del termine «legge» e lo fa dedicando un capitolo ad ogni declinazione classica di questo termine: la legge eterna, la legge morale naturale, la legge civile, la legge divina antica e quella nuova.
Una volta, molto indietro nel tempo, libri come questi non sarebbero serviti. Non nel senso che tutti sapevano cosa fossero la legge eterna o la legge naturale, ma nel senso che la maggior parte delle persone aveva ben chiari i criteri di giudizio per comprendere il mondo e per ben agire. Insomma, una volta quei principi indicati dalla lex aeterna e dalla lex naturalis erano ben presenti nella coscienza collettiva, si erano fatti cultura. Una cultura che tutti respiravano a pieni polmoni senza accorgersene. Ora invece siamo nel pieno della ricostruzione dopo infinite ondate della pandemia più letale: l’ideologia. Che nel tempo si è diffusa nel mondo secondo differenti varianti: c’è stata la variante umanistica, poi quella protestante, quella illuministica, la variante comunista. Oggi la prevalente è quella relativista-nichilista che ti uccide senza nemmeno che tu te ne accorga. Anche perché più nessuno vuole essere ricoverato presso le terapie intensive della Chiesa cattolica.
Ma torniamo al libro di padre Carbone che è una sorta di efficace corso di alfabetizzazione sulla morale naturale anche in chiave teologica. Di libri come questi il cattolico senza aggettivi (quindi né teo-prog, né teo-con, né tradizionalista, né adulto, né liberale, ma solo cattolico) ha sempre più bisogno perché coniugano sintesi esaustiva e semplicità di lettura. Se padre Carbone ha fatto la sua parte, ora tocca a noi fare la nostra. Ossia tentare di tradurre in modo ancor più semplice e colloquiale i contenuti del suo libro.
Facciamo qualche esempio. Il collega presso la macchinetta del caffè parla bene dell’utero in affitto. Voi ribattete come potete e, in ossequio ad una ineludibile dinamica discorsiva, di carattere induttivo, che vi porta dal particolare al generale, lui ribatte: «Ma chi ti dice se una cosa è giusta o sbagliata?». Ora tocca a voi. Una buona risposta, dopo aver letto «Morale della legge», potrebbe essere la seguente: «La tua natura. Perché dare dell’acqua ad una pianta le fa bene e darle della benzina le fa male? Per come è fatta la pianta, ossia per la sua natura. Perché mettere della benzina nel serbatoio di un’auto è un bene e mettere dell’acqua un male? Per come è fatta l’auto. Così è anche per l’uomo». Poi strategicamente rimettetevi a sorseggiare il caffè bollente e aspettate la risposta del collega. Le persone in genere hanno una resistenza all’ascolto che si assesta intorno alle 50 parole per 15 secondi dopodiché nel loro cerebro compaiono le immagini della Champions o del sito Giallo zafferano. Inoltre, amano più parlare (di sé) che ascoltare. Quindi niente mitragliate di concetti, ma colpi singoli ben mirati e distanziati.
Altro esempio. La conoscente di pilates vi confida, ignara che voi militate tra le fila dei criptocattolici, la sua intenzione di ricorrere alla provetta per avere un figlio con il suo compagno. Come prima, voi obiettate, forti del fatto che ogni giorno leggete la Bussola. Lei replica: «Ma scusa, c’è anche una legge che lo permette». Voi, forti ora del fatto che vi siete addormentate alle 2 la notte precedente perché non riuscivate a staccare gli occhi dal capitolo sulla legge civile presente nel libro di padre Carbone, ribattete: «Non tutte le leggi per il fatto di essere leggi sono giuste. Ci sono state anche le leggi razziali, ma mica erano giuste, non credi?». Anche in questo caso poi dovrete usare la tattica del «pungi e arretra» e quindi ritornerete sagacemente e silenziosamente a stirarvi come un cane che sbadiglia.
Morale - è proprio il caso di dirlo - del presente articolo: leggete il libro di padre Carbone e poi allenatevi, paragrafo dopo paragrafo, a tradurre in esempi facili facili il suo contenuto. Se non funziona scriveteci.