Mons. Chaput e Veritatis splendor
L'elogio dell'enciclica di Giovanni Paolo II del vescovo di Philadelphia sulla rivista First thing. "Un baluardo contro il relativismo morale"
Nel 2018 saranno trascorsi 25 anni dalla pubblicazione dell’enciclica Veritatis splendor di san Giovanni Paolo II, un documento “circa alcune questioni fondamentali dell’insegnamento morale della Chiesa”.
Sulla rivista statunitense First thing il vescovo di Philadelphia, monsignor Charles Chaput, ha pubblicato una riflessione sull’importanza, non sempre compresa, di questo documento del magistero di Wojtyla.
Di fronte al relativismo morale Giovanni Paolo II è intervenuto, dice Chaput, per ribadire che «la verità esiste, ci piaccia o no. Non creiamo la Verità, la incontriamo, e non abbiamo potere di cambiarla secondo i nostri gusti. La verità può non essere comoda per noi, ma ci libera. E conoscere e vivere la verità nobilita la nostra vita.».
In questi 25 anni «la crisi della verità sembra solo aumentata. La nostra è un’epoca di astuzia e ironia, non proprio di intelletto e carattere. (…) Oggi la saggezza di Veritatis splendor è più urgente che mai.».
Chaput sottolinea che «il pontefice identifica i dieci comandamenti come precetti di base della legge naturale che rimangono sempre validi, e ricorda che gli atti contrari alla legge divina sono intrinsecamente malvagi anche quando sembrano avere una intenzione buona. (…) Gli atti intrinsecamente malvagi non sono tali perché li proibisce la legge. La legge li proibisce perché, per sua propria natura, deformano la persona umana».