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BLOCCO ORIENTALE

Missili e cibo: la rinnovata alleanza fra Russia e Nord Corea

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Testato un nuovo missile "ipersonico" dalla Corea del Nord, Kim Jong-un annuncia anche un nuovo programma spaziale. È appoggiato dalla Russia, che ripaga (anche con il cibo) la fornitura di munizioni.

Esteri 04_04_2024
Il nuovo test missilistico nordcoreano

La Corea del Nord ha testato il suo primo missile “ipersonico”, così almeno recita il comunicato ufficiale della Kcna, l’agenzia di Stato del regime comunista. I motori a velocità “ipersonica” (fino a 10 volte la velocità del suono) sono l’ultima frontiera della tecnologia missilistica. A possederli è un club molto ristretto di potenze che include l’India, la Cina e la Russia, unica ad averli utilizzati in guerra dal 2022. Nemmeno gli Usa, che pure erano pionieri, annoverano ufficialmente un missile ipersonico operativo nel loro arsenale. Il condizionale è d’obbligo, dunque, per l’esperimento nordcoreano. Quel che invece suona più realistico alle orecchie degli esperti, è che la Corea del Nord si stia dotando di missili a combustibile solido. E ciò comporterebbe, non solo un cambio di tecnologia, ma anche di postura: i missili allo stato solido non richiedono rifornimenti di carburante prima del lancio, per cui sono di pronto impiego.

Il dittatore Kim Jong-un, presente al momento del lancio del nuovo missile, battezzato Hwasong-16B, ha vantato «l’assoluta superiorità della tecnologia» militare nordcoreana. Il lancio avviene nel mezzo di un nuovo programma che è anche spaziale. In novembre, i nordcoreani hanno lanciato in orbita, con successo, un nuovo satellite da ricognizione, il Malligyong 1 che avrebbe apportato «dei miglioramenti sostanziali alle esigenze della difesa». Dal 1 aprile è iniziata una nuova fase del programma e si starebbe preparando un nuovo lancio dal sito di Tongchang-ri.

Le sanzioni delle Nazioni Unite, che in teoria dovrebbero vietare al “regno eremita” di dotarsi di nuovi missili, non hanno mai avuto alcun effetto concreto. Soprattutto ultimamente, negli ultimi sei mesi, da quando la Corea del Nord ha un vecchio/nuovo alleato che la copre: la Russia di Putin. In Consiglio di Sicurezza dell’Onu, Mosca, per la prima volta, ha posto il veto alla delibera che avrebbe rinnovato il panel di esperti per il monitoraggio delle sanzioni. Nella stessa votazione, la Cina si è astenuta, differenziandosi solo in parte dalla Russia.

Il veto russo era stato preceduto dalla visita ufficiale a Pyongyang del capo del Servizio segreto estero russo (Svr), Sergej Narichkin. Ha incontrato Kim Jong-un dal 25 al 27 marzo, promettendo sostegno, per «serrare i ranghi di fronte alla crescente pressione delle forze esterne». Dietro al programma missilistico e spaziale nordcoreano c’è già l’assistenza russa. Fa parte dello scambio che è in corso dall’anno scorso: alla Russia servono le munizioni prodotte in Corea del Nord, mentre alla Corea del Nord serve l’appoggio russo per aggirare le sanzioni. I nordcoreani hanno inviato, secondo i servizi segreti sudcoreani, un totale di 6700 container in Russia. Potrebbero contenere fino a 3 milioni di munizioni d’artiglieria o mezzo milioni di razzi, più probabilmente un misto dei due. Da Mosca arriva, oltre all’assistenza tecnica, anche l’aiuto alimentare ed energetico necessario per evitare il collasso. Secondo il governo sudcoreano, la Russia avrebbe inviato già più di 10mila container, da settembre ad oggi, quasi tutti di aiuti alimentari.

Lo scambio è iniziato a settembre, dopo l’incontro fra Putin e Kim Jong-un nel cosmodromo russo di Vostotchny. Non casualmente, l’enfasi è stata posta proprio sulla frontiera spaziale e sull’aiuto reciproco delle due nazioni.

Le circostanze hanno dunque portato a un sodalizio fra Pyongyang e Mosca che non era così solido dai tempi di Stalin. Con la differenza che, allora, Kim Il Sung, nonno dell’attuale dittatore, era un uomo scelto direttamente dal leader sovietico, come tutti i capi di Stato e di governo dei Paesi occupati dai sovietici e trasformati in cloni della patria socialista. Oggi Putin e Kim Jong-un sono leader fra loro molto diversi e la loro è un’alleanza di opportunità, in un momento in cui sono entrambi accomunati dall’inimicizia per l’Occidente a guida Usa. E non si capisce ancora che posizione assumerà la Cina di fronte a questo rinnovato sodalizio russo-coreano.