Minori poco tutelati in Rete, l’allarme dell’Agcom
Con i lockdown sono aumentati i rischi per la tutela dei diritti su Internet. In particolare il prolungato uso del Web da parte dei minori ha accresciuto i pericoli per le nuove generazioni, anche per evidenti lacune legislative. È l’allarme lanciato dal presidente Lasorella nel presentare la Relazione annuale dell’Agcom.
La massiccia e generalizzata digitalizzazione delle nostre vite a causa della pandemia e dei lockdown ha accresciuto i rischi per la tutela dei nostri diritti in Rete. In particolare il prolungato utilizzo del Web da parte dei minori, per ragioni didattiche ma anche ludiche e di svago, ha aumentato a dismisura i pericoli per le nuove generazioni, notoriamente più vulnerabili e spesso non consapevoli delle insidie insite nella dimensione virtuale.
Ieri, nella Relazione annuale 2021 del presidente dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom), Giacomo Lasorella, questa emergenza è riaffiorata con nitidezza. Se in ambito radiotelevisivo i broadcaster mostrano un più maturo discernimento e una sana cautela nella messa in onda di contenuti in grado di ledere la sensibilità dei minori, il Web appare ancora una vera e propria giungla. Anche perché in questo ambito le lacune legislative risultano evidenti.
Si legge nella Relazione Agcom: «A un’adeguata disciplina sui contenuti audiovisivi e radiofonici si affianca la mancanza di una organica e adeguata disciplina di protezione dei minori applicabile ai contenuti online. Nelle more del recepimento della direttiva sui servizi di media audiovisivi (UE) 2018/1808, l’attuale normativa di intervento in materia di contenuti online risulta frammentata e si riferisce, in particolare, al settore del diritto d’autore, del contrasto al gioco d’azzardo, della classificazione delle opere audiovisive destinate al web e dei videogiochi, nonché all’hate speech e alle attività di prevenzione e contrasto del fenomeno del cyberbullismo. Settori importanti e delicati, ma ben lungi dal coprire l’intero spettro delle competenze dell’Autorità».
In altri termini, ora come ora le azioni di contrasto alle violazioni dei diritti dei minori hanno le armi spuntate e si rivelano inefficaci. La logica del legislatore dovrebbe essere quella di predisporre efficaci tutele in grado di equiparare, sul piano delle garanzie, la vita online e la vita offline dei minorenni. E invece l’attuale sostanziale inadeguatezza del vigente modello di tutela dei minori - in particolare al cospetto della moltitudine di contenuti che affolla le piattaforme digitali e i social media - è documentata dalla mole delle istanze di intervento ricevute dall’Agcom nel periodo di riferimento, rispetto alle quali mancano, allo stato, concreti ed efficaci strumenti di intervento.
Il grido d’allarme di Lasorella è perentorio: «È urgente l’adozione di misure atte a garantire a tutti i fruitori di Internet, e in modo particolare alle categorie protette di bambini e adolescenti, la certezza dei medesimi diritti di cui godono nel mondo offline, sia attraverso la progressiva definizione di un quadro giuridico e regolamentare volto a stabilire un level playing field tra le diverse piattaforme trasmissive, sia attraverso il potenziamento del livello di alfabetizzazione digitale, come indicato dal Consiglio dell’Unione europea nelle “Conclusioni del Consiglio sull’alfabetizzazione mediatica in un mondo in continua evoluzione” (2020/C 193/06)».
La sfida dell’adeguamento legislativo, quindi, è soprattutto di respiro europeo, perché nell’ambito delle comunicazioni elettroniche da decenni ormai la definizione del quadro regolamentare avviene a Bruxelles.
Il progetto Safer Internet Center Italy (SIC-Italia), coordinato dal Ministero dell’istruzione e della ricerca, è nato con l’obiettivo di promuovere lo sviluppo di servizi innovativi e di qualità dotando i giovani utenti di informazioni, consigli e supporto per navigare con maggiore consapevolezza e sicurezza e per semplificare l’eventuale segnalazione di materiale illegale online. «L’Agcom - si legge nella Relazione - ha aderito all’edizione del SIC V 2020-2021, promuovendo attraverso il portale www.generazioniconnesse.it la diffusione nelle scuole di video didattici per riconoscere le fake news e i contenuti illegali, aumentare la consapevolezza nei ragazzi dei rischi connessi al downloading da siti pirata, promuovendo in tal modo un uso critico e consapevole di Internet. Funzionale al medesimo obiettivo è la realizzazione di interventi e iniziative per la fruizione consapevole delle opere audiovisive destinate al web e dei videogiochi classificati per età».
Nello specifico, per quanto riguarda il preoccupante fenomeno del cyberbullismo, la legge n.71 del 29 maggio 2017 certamente sta dando un contributo sia sul piano repressivo che preventivo, ma il tavolo tecnico attivato presso la Presidenza del Consiglio, e al quale partecipa anche l’Agcom, dovrà emanare linee guida in grado di facilitare l’applicazione delle disposizioni di legge e di intervenire più efficacemente e tempestivamente sul piano culturale ed educativo, senza aspettare che le minacce, gli insulti e le violenze in Rete si verifichino nella loro brutalità ed efferatezza.
La sfida, quindi, è soprattutto preventiva e i futuri interventi legislativi dovranno stimolare la consapevolezza dell’importanza di garantire i diritti dei minori in Rete per costruire una società migliore e per promuovere un utilizzo più consapevole degli strumenti digitali. Famiglie, scuole e istituzioni devono marciare unite in quella direzione. Tuttavia, bisognerà anche responsabilizzare maggiormente le piattaforme, affinché collaborino, mediante i loro algoritmi e i loro strumenti tecnologici di monitoraggio e vigilanza, alla creazione di un ecosistema digitale più sicuro e affidabile.