Minacce e calunnie contro la Shalom, la sorte del cristiano
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Fin da quando è stata aperta la Comunità Shalom, le minacce sono state una costante. Ma questa è la sorte del cristiano che cerca di fare del bene e non si adegua al degrado del pensiero unico, veicolato dai mass-media.
Alcuni amici volontari, da anni, mi segnalano la presenza di invettive e pesanti minacce che riguardano la mia persona circolanti soprattutto “sulla rete” invitandomi a segnalare questo fatto a chi di dovere. Vorrei rassicurare tutti, i miei cari volontari in primis: state sereni! Ricevo minacce di ogni genere, ultimamente anche di morte, fin dai tempi che ho deciso di aprire la comunità; non mi hanno mai turbato allora e non mi turbano nemmeno oggi.
Se persone che hanno ricevuto gratuitamente del bene decidono di affidare la loro vita ad una narrazione dove i criteri del bene e del male sono connotati da un’etica individualistica ed egoista, allora non siamo di fronte solo ad una palese deformazione della realtà e degli avvenimenti, bensì allo squallore spirituale, intellettuale e morale tipico delle persone che con estrema facilità diventano succubi e schiavi dell’odierna cultura dominante fatta, per la stragrande maggioranza, di doppiezza e simulazioni!
Abbiamo assistito a diverse trasmissioni dove la verità è stata infierita, maltrattata e violentata col solo fine di assecondare il male che, non scordiamolo mai, si alimenta di menzogna e confusione. No, carissimi, non temo le minacce… Anzi, se vivere e fare il bene, pur con tutti i limiti dell’umano agire, se espormi in prima linea contro un perverso e ciclico pensiero anticristiano dominante che spaccia per verità “grosse balle” diffuse per ideologia, per conformismo o, peggio ancora, per qualche facile guadagno, creando un “divismo” da teleschermo… allora sono veramente “orgogliosa” di appartenere alla categoria dei minacciati! Là dove la verità è minacciata, la stessa persona è minacciata.
La menzogna, è risaputo, è un’opera “diabolica”, infatti Gesù dice ai farisei: «Voi (...) avete per padre il diavolo (…), padre della menzogna…» (Gv 8,44). Purtroppo, soprattutto nella nostra società, è permesso ogni tipo di dileggio contro chi non si adegua al pensiero unico e non accetta di essere indifferente al degrado morale-educativo a cui assistiamo ogni giorno. E il copione è stato rispettato anche nei confronti della nostra comunità, oggetto, negli ultimi mesi, di feroci attacchi fondati su “prove” artatamente costruite, su falsità al limite del ridicolo e su cattiverie gratuite col solo intento di denigrare e colpire un sistema di vita cristiano che tanto infastidisce il politicamente corretto odierno, soprattutto di alcune persone (Vedi i due filmati più violenti, e brutti per davvero, le cui “vittime” sono tuttora in comunità e sono state pagate con due sigarette, che schifo!). Non è, questo modo di fare, abuso di persone psicologicamente fragili?
No, cari volontari, non ho paura delle minacce che circolano in rete contro la mia persona ma, invece, forse la paura la dovrebbe avere chi ha usato la manipolazione mediatica, la distorsione della verità col solo fine di colpire e abbattere gli altri! (Meglio riceverlo il male… che farlo). Secondo voi, dovrei aver paura di “vedere e sentire” - in televisione - (grazie a un tipo di giornalismo d’inchiesta che si spaccia per tale ma che nulla ha a che vedere con il giornalismo) una ragazza che con “lacrime da coccodrillo agli occhi” dichiara davanti alla telecamera: «Non andavo a scuola perché coperta di lividi»? (i lividi sarebbero attribuiti alle violenze fisiche subite durante la sua permanenza alla Comunità Shalom). Grazie al cielo, abbiamo recuperato tutta la documentazione della sua permanenza nella nostra struttura e vi posso garantire (registro scolastico alla mano) che quella ragazza non ha mai perso un solo giorno di scuola... inoltre, con il giudizio positivo della Neuropsichiatria del Tribunale dei Minori del territorio di appartenenza, dove si dichiarava che erano stupiti del suo stato di benessere! E così, con la documentazione alla mano, è per tutti gli altri.
Incredibile come si possa “sputare” a piacimento sulla verità e sulla realtà… Per questo motivo non “avrò mai paura di alcuna minaccia per difendere la verità”. Ho vissuto ammirando il coraggio dei santi e dei martiri che hanno sacrificato la loro vita in nome della verità, la stessa verità che Nostro Signore ha urlato alle folle: «La verità vi renderà liberi!». Santi - di ieri e di oggi - il cui vissuto ha sempre suscitato in me, figlia dell’Oratorio, entusiasmo e stima, che mi hanno sempre aiutata e spinta a non stare mai dalla parte del potere e della comoda “carriera” sociale, a farmi dire, in tutti questi lunghi anni vissuti all’interno della Comunità Shalom: “Questo, che mi è stato donato, non è mio… ma di chi ha accettato di condividere il percorso all’interno di questa struttura”! È una colpa pensarla così? Può darsi, soprattutto nel pensiero unico di oggi che vive in un “vicolo oscuro” e che incita, in modo subdolo, all’egoismo, alla violenza, alla libertà (o libertinaggio) di un “tutto possibile”, che non pone alcun limite ai bisogni (soprattutto quelli artatamente creati ad hoc) solo per alimentare la confusione che divide: cioè, il male! (Non scordiamoci che la parola diavolo, dal greco diàbolos, significa propriamente ingannatore, accusatore, separatore, derivato di diaballein: condurre attraverso, accusare, ingannare, seminare inimicizia).
Mi sovviene alla mente la figura di un sacerdote di Casal di Principe, ucciso nella sacrestia della Chiesa di San Nicola di Bari per aver condannato l’agire della camorra; dopo morto, i suoi assassini, tentarono di “uccidere”, una seconda volta, la parte migliore di don Giuseppe Diana calunniando la sua memoria con artefatte accuse di pedofilia, di frequentazione di prostitute, eccetera; calunnie, queste, avallate – oltre che dalla mafia – anche dalle testate giornalistiche locali! Ecco come agisce il diavolo, il male! È la meravigliosa e, nello stesso tempo, tragica vita del cristiano. «Disse allora Gesù ai Dodici: “Forse anche voi volete andarvene? Gli rispose Simon Pietro: “Signore da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna”» (Gv. 6, 67-68).
Lo so: è difficile e faticoso sottrarsi al “fascino” (garantito soprattutto dai mass-media) dell’apparire e sembrare più scaltri per catalizzare un po’ di consenso e pubblicità… ma non è la strada in cui ho mai creduto, anzi, ho sempre combattuto contro l’apparire a favore, invece, “dell’essere” che nobilita, riabilita e riscatta ogni persona, anche i più deboli, gli ultimi, anche i più reietti e “apparentemente irrecuperabili” come spesso sono stati definiti alcuni ospiti di Shalom.
Comunque, tranquilli cari volontari: non ho paura! Come diceva San Francesco: bisogna temere chi ci procura la morte dell’anima, non quella del corpo. Non ho mai avuto dubbi che valga di più “l’essere” del “sembrare”. Che valga di più la fatica della realtà che il successo della menzogna. Aveva ragione Gandhi: «La legge della maggioranza non vale nelle questioni morali». E per quanto riguarda le dicerie sul nostro conto: «Se se ne parla male, la gente ne crede il doppio». (Jean Rostand). Tuttavia, il male non mi fa paura, il male finché avrò vita lo combatterò sempre!
* Suora, fondatrice della Comunità Shalom
Piazza Pulita lo dimostra: Comunità Shalom dà fastidio
Nella seconda puntata dedicata alla Comunità Shalom, il programma condotto da Corrado Formigli ha presentato un filmato con le violenze contro due ragazzi della Comunità Shalom, provocando una telefonata in diretta di suor Rosalina scioccata e addolorata per prima da quanto visto. Ma poi emerge la realtà di un filmato realizzato apposta per colpire la Comunità. Chi sta conducendo questo gioco?
- SHALOM: NON "FILMATI HORROR" MA UNO "SCHERZO CONCORDATO"
- DOSSIER: Shalom, verità contro menzogna
L’attacco a Shalom? Perché distingue il bene e il male
Nell’ultima puntata di Piazza Pulita dedicata alla Comunità Shalom, tre temi hanno fatto da filo rosso: l’assenza dello Stato, la scienza e una visione popperiana della violenza, o presunta tale. Il problema di suor Rosalina, per Formigli & Co, è che distingue tra bene e male. E poco importa se salva la vita di migliaia di giovani.
- IL DOSSIER. SHALOM, VERITÀ CONTRO MENZOGNA
«Formigli e Fanpage hanno usato video manipolati contro Shalom»
I video mostrati a Piazza Pulita lo scorso giovedì per dimostrare le violenze perpetrate nella Comunità Shalom sono manipolati. La Bussola ha potuto vedere uno dei video integrali che dimostrano chiaramente che le scene, per quanto di cattivo gusto, sono concordate fra tutti i protagonisti in un contesto amichevole. E uno dei protagonisti confessa: stanno usando spezzoni di video per attaccare la Comunità che ci ha aiutato.
- LETTERA: «Io, protagonista dei video, dico: è tutto falso»
«A Shalom mio figlio è nato una seconda volta»
Il fallimento di altre strutture e un minorenne con doppia diagnosi e una situazione sempre più grave: «Tanta riconoscenza a suor Rosalina che sta salvando nostro figlio. E quella di Formigli è solo menzogna». La reazione della mamma invitata a testimoniare a Piazza Pulita e poi umiliata.
Dall’inferno alla rinascita: «Noi, salvati dalla Comunità Shalom»
Eva, Ester, Alessandro, Giovanni: quattro volti, quattro storie che raccontano cosa è veramente la comunità fondata da suor Rosalina Ravasio. «Siamo arrivati distrutti, vuoti, ora abbiamo ritrovato la dignità e siamo pieni di cose belle». La preghiera, la scuola, il lavoro. Suor Lisa Bianco: «La cosa più difficile è entrare nel cuore di queste ragazze, sporcarsi le mani con il loro dolore».
- LE STORIE IN VIDEO: Eva, Irena (Ester), Alessandro, Giovanni, Suor Lisa
- «A SHALOM MIO FIGLIO È NATO UNA SECONDA VOLTA», di Sonia Zanandrea
- «SUOR ROSALINA NON È SUORA»: I DELIRI DI FANPAGE E FORMIGLI
«Io confessore a Shalom vi dico che qui si rinasce»
«Posso solo ringraziare Dio che mi fa vivere queste esperienze; la Suora che si fida di me e mi affida i suoi ragazzi; i ragazzi stessi che si fidano e nel sacramento realmente mi parlano come se stessero rivolgendosi direttamente al Signore, con fiducia e trasparenza. Non ho visto gli orrori. In un luogo come questo tocchi il confine con l'inferno, ma qui vi assicuro che si rinasce». La testimonianza di don Marco, confessore della Comunità Shalom.
«Ma quali vittime di Shalom, eravamo d'accordo a fare quei video»
Le presunte vittime nei filmati presentati da Piazza Pulita (La7) per dimostrare le violenze perpetrate all'interno della Comunità di recupero Shalom, smentiscono tutto: "Eravamo d'accordo, era un gioco". E decine di foto smontano le accuse dell'ex ospite che aveva dichiarato in trasmissione di essere sottoposto a continue violenze.
- DOSSIER: Shalom, verità vs menzogna