Mestieri pericolosi: l'insegnante di religione
Vorrei chiedere alla Chiesa di essere madre nei confronti di quegli insegnanti che rischiano quotidianamente di trasmettere l’insegnamento cristiano nelle scuole. A che serve la gogna mediatica? A che serve mettere in pasto alla opinione pubblica questi provvedimenti?
Il 10 maggio di quest’anno sono stato invitato a commentare la giornata del Papa con la scuola in Radio Vaticana. Venendo da fuori Roma e temendo per il traffico in occasione di un evento così importante sono arrivato con molto anticipo, per cui ho varcato le porte della Radio a mezzogiorno. Da poco i Giuristi per la Vita avevano sporto la denuncia perché al liceo Giulio Cesare di Roma era stato dato da leggere «Sei come sei» di Melania Mazzucco. E molti sapranno del contenuto osceno di alcune pagine, dalla descrizione cruda e realistica di un rapporto omosessuale al racconto dettagliato della raccolta dello sperma per l’inseminazione artificiale voluta da uno dei protagonisti, che desiderava in questo modo fecondare un «utero in affitto». Sapete che il Presidente del Senato on. Grasso ha impedito la lettura di queste pagine nell’aula del Senato perché ritenute «sconvenienti».
Ebbene, incontrando un responsabile della Diocesi di Roma e commentando l’azione giudiziaria intrapresa, mi sono sentito dire che tale azione era inappropriata, in quanto quel liceo era famoso per la vicenda delle baby squillo, e che quindi quelle pagine non avrebbero fatto nessun effetto sulle menti di quei ragazzi (adolescenti di 14 e 15 anni). Ho pensato: «Ma si danno questi testi ai ragazzi perché sono così, oppure questi ragazzi sono così proprio perché si danno loro questi testi?», ma non ho trovato risposta.
Oggi poi leggo su Repubblica e vengo a sapere dalla TV che un insegnante di Milano sarebbe stato sospeso dall’insegnamento della religione cattolica colpevole di avere fatto vedere agli alunni del liceo sedicenni «L’urlo silenzioso», un film dove si mostra l’ecografia di un aborto. Il titolo fa riferimento al "grido silenzioso di dolore" che il feto ha emesso aprendo la bocca durante l'intervento. Repubblica così riporta la decisione della Curia di Milano: «A seguito della segnalazione di alcuni genitori del liceo Cardano di Milano al preside dell’istituto — si legge nel comunicato della Diocesi — il 10 novembre il Servizio insegnamento della religione cattolica della diocesi di Milano ha avviato la procedura di revoca dell’idoneità all’insegnamento della religione cattolica del professore G.N. per il venire meno della necessaria “abilità pedagogica”, ai sensi del canone 804 comma 2 del Codice di diritto canonico».
Non conosco altro rispetto a quanto è accaduto, ma mi chiedo se era proprio il caso di revocare l’idoneità in questa circostanza. È vero, forse alcune allieve saranno state ferite – e purtroppo anche per esperienza personale – di fronte a quelle immagini. Ma bisogna nascondere la verità (e la Chiesa parla dell’aborto come «abominevole delitto», se non vado errato) per timore di ferire la coscienza dei giovani? Quei giovani bombardati, anche a scuola, delle immagini delle oche spennate o dell’orsa uccisa, se pur involontariamente?
Anche qui risuonano le inascoltate parole di Papa Francesco a proposito della scuola che può diventare un «campo di rieducazione» nella complice omertà di troppi benpensanti: «Vorrei manifestare il mio rifiuto per ogni tipo di sperimentazione educativa con i bambini. Con i bambini e i giovani non si può sperimentare. Non sono cavie da laboratorio! Gli orrori della manipolazione educativa che abbiamo vissuto nelle grandi dittature genocide del secolo XX non sono spariti; conservano la loro attualità sotto vesti diverse e proposte che, con pretesa di modernità, spingono i bambini e i giovani a camminare sulla strada dittatoriale del “pensiero unico”. Mi diceva, poco più di una settimana fa, un grande educatore: “A volte, non si sa se con questi progetti - riferendosi a progetti concreti di educazione - si mandi un bambino a scuola o in un campo di rieducazione”» [Francesco alla delegazione dell'Ufficio Internazionale Cattolico dell'Infanzia (BICE)].
E, se mi è permesso, vorrei chiedere alla Chiesa di essere madre nei confronti di quegli insegnanti che rischiano quotidianamente di trasmettere l’insegnamento cristiano nelle scuole. A che serve la gogna mediatica? A che serve mettere in pasto alla opinione pubblica questi provvedimenti? Sono un segno di lealtà nei confronti del potere? Umilmente suggerisco la lettura di Havel, Il potere dei senza potere, che mostra come il coraggio della verità, andando controcorrente, sia il migliore servizio alla società degli uomini.
* Direttore di culturacattolica.it