Mattarella “risponde” a Ruini, ma dimentica la realtà
Il Capo dello Stato, ricordando Zaccagnini, ha auspicato una politica “non disumana”. La sua è parsa un’indiretta risposta alle parole, politically incorrect, del cardinal Ruini sul dialogo con Salvini. Mattarella non si rassegna al declino del cattolicesimo politico di sinistra, che ha ceduto al mondo su vita e famiglia, ritrovandosi sempre più subalterno dentro la stessa sinistra.
Se il presidente della Repubblica, due giorni fa, a Ravenna, ricordando la figura di Benigno Zaccagnini, ha auspicato una politica “non disumana”, imperniata sui valori del cattolicesimo democratico, non è un caso. Avrebbe potuto farlo anche in altra occasione, beninteso, ma lo ha fatto in quel momento anche per togliersi probabilmente un sassolino dalla scarpa.
Sergio Mattarella proviene dalle file della sinistra democristiana. È vero che alcuni esponenti del cattolicesimo democratico hanno anche abbracciato opzioni politiche di centrodestra, ma si tratta di casi rari. La tradizione del cattolicesimo democratico è fortemente radicata nella famiglia politica della sinistra, prima per fattori culturali poi per vicende storiche.
La sinistra cattolica è sempre stata più ideologizzata delle altre anime del cattolicesimo in politica. Ad esempio quella liberale è stata costantemente più aperta al dialogo con le altre culture e meno dogmatica nell’approccio alla realtà. Le parole del Capo dello Stato rappresentano, quindi, un’indiretta risposta alle sorprendenti aperture del cardinale Camillo Ruini al dialogo con Matteo Salvini.
Le dichiarazioni che Ruini ha rilasciato in un’intervista al Corriere della Sera hanno scatenato un putiferio nelle gerarchie. C’è chi ritiene che il vero messaggio dell’ex presidente della Cei fosse indirizzato a Papa Francesco, che, a cominciare dalla questione immigrati, avrebbe sposato una linea troppo sovrapponibile a quella dei partiti di sinistra.
Ma cosa ha detto di così sconvolgente il cardinal Ruini? Ha sostenuto di non ritenere la figura di Salvini così negativa come viene dipinta da molti vertici ecclesiali; ha sostenuto le ragioni di un dialogo con lui e con il centrodestra, considerato che si tratta, sondaggi alla mano, dell’area politica sicuramente maggioritaria nel Paese; ha ribadito l’impossibilità di ricostituire oggi un partito di cattolici, tanto più che il peso specifico del cattolicesimo democratico nella società italiana è sempre più irrilevante.
Concetti molto forti, che non si possono non ricondurre all’evoluzione della situazione politica italiana degli ultimi giorni. Frange di cattolicesimo democratico hanno presentato un Manifesto per i cattolici in politica, quasi a voler risuscitare schemi sturziani e popolari, dimenticando che ormai chi si professa cattolico si sente svincolato da qualsivoglia indicazione elettorale. Porzioni consistenti di gerarchia umbra e di mondo cattolico locale, in occasione del voto di due domeniche fa, hanno perorato la causa del candidato governatore appoggiato da Pd e Cinque Stelle, e si sono ritrovati con un pugno di mosche in mano.
Tutti dati di realtà che Ruini ha colto nell’intervista e che molti, negli ambienti del cattolicesimo di sinistra, fanno fatica a rilevare. Ma c’è anche chi, come Mattarella, non si rassegna all’ineluttabilità del declino del filone del cattolicesimo di sinistra da lui incarnato e sente il bisogno di prendere le distanze, sia pure in modo felpato e indiretto, dall’invito del cardinale Ruini al dialogo con la Lega. L’inquilino del Quirinale, in questo caso, non ha fatto l’arbitro ma il giocatore, e ha voluto piantare la bandierina del cattolicesimo democratico su un terreno, quello della società italiana, che tuttavia da tempo sembra volerla rifiutare e respingere.
Mattarella contro Ruini dunque? Non si tratta di personalismi, ma di visioni della vita e della società profondamente diverse. Per i cattolici di sinistra il progressivo scivolamento verso le posizioni che un tempo furono dell’Ulivo e ora sono del centrosinistra nelle sue varie articolazioni è nella natura delle cose. Quasi un passaggio necessario. Il cedimento sui valori della vita, dell’indissolubilità del matrimonio, della difesa della famiglia naturale e via discorrendo è sempre stato spacciato per apertura al mondo e alla sua evoluzione. Snaturando, però, l’essenza del pensiero cattolico, gli esponenti della sinistra democristiana si sono ritrovati subalterni alle forze della sinistra, che ha egemonizzato il mondo della cultura e della scuola, imponendo la sua visione della storia e della società.
Si tratta, però, di un’esperienza in via di esaurimento, checché ne dica Mattarella. Coraggiosa la presa di posizione di Ruini in un momento in cui Salvini non è al governo e perorare la causa di un dialogo con lui è sicuramente politically incorrect. Perfino sul rapporto del leader leghista con il Rosario, esibito spesso sui palchi dei suoi comizi, l’ex presidente della Cei è stato morbido e comprensivo, riconoscendo in quel gesto anche elementi di sensibilizzazione ai valori cattolici.
Ora più che mai, quindi, il mondo cattolico si presenta frantumato e atomizzato rispetto alle scelte elettorali e politiche.