Maschi con la vagina, barbarie senza confini
Ascolta la versione audio dell'articolo
Dagli Stati Uniti a Ruvo di Puglia, dove le scuole di ogni ordine e grado visiteranno una mostra a tema, si sta imponendo il bombardamento secondo cui si può essere maschi con la vagina e femmine con il pene. Un abominio con conseguenze educative devastanti.
Maschi con la vagina: è la parola d’ordine del momento, una follia che pervade ormai senza freni l’umanità, da un capo all’altro del pianeta. Punta di diamante e modello-tipo del fenomeno è la California, dove un bambino può farsi chimicamente castrare e se suo padre prova a impedirlo viene cancellato dallo stato di famiglia; dove, anche, viene eletta modella dell’anno (fra articoli inneggianti alla prima “donna transgender” che vince un simile titolo) Alex Consani, 21 anni, che ha “completato la transizione” a 12 anni, quando era ancora un ragazzino. Del resto, perché sorprendersi? Negli Usa ci sono medici che hanno dichiarato di voler procedere alla maggior quantità possibile di operazioni chirurgiche sui bambini per il cambiamento di sesso, prima che salga al potere il presidente Trump, che ha fatto della lotta alla ideologia gender e a queste pratiche uno dei cavalli di battaglia della sua campagna elettorale.
Ma non è questione solo americana. Tutto il mondo, in particolare i paesi Occidentali, arrivando persino alla Chiesa Cattolica, hanno adottato l’ideologia gender come architrave della cosiddetta “inclusione”, parolina magica presente, ormai, anche in ogni documento ufficiale dell’Unione Europea. Ed è un fenomeno in crescita, in questi ultimi anni, anche in Italia, a dimostrazione dell’avvenuta mutazione genetica del nostro Paese da cattolico a pagano. Secondo dati recenti, in 404 scuole italiane è già attiva la “carriera alias”, per cui se sei maschio puoi chiedere di essere indicato nei documenti ufficiali con il genere femminile e viceversa.
E’ di questi giorni, poi, la notizia che a Terlizzi e Ruvo di Puglia (Bari), è stata organizzata dal 18 al 30 novembre - finanziata dalla Regione Puglia - una mostra itinerante per le scuole di ogni ordine e grado dal titolo “Fammi capire. La rappresentazione dei corpi e delle sessualità, dell'educazione emozionale nei libri illustrati 0-18 anni”, con la presentazione di libri sessualmente espliciti, secondo cui si può essere maschi con la vagina o femmine con il pene.
Tra i libri proposti, è presente il già noto “Bruno l’astronauta”, definito “libro divulgativo per l'infanzia sui genitali maschili, che oltre ad educare alla sessualità e al consenso, aiuta ad abbattere stereotipi e ruoli di genere”, rivolto a bambini con un’età dai 4 anni in su. Tra gli ospiti presenti agli incontri con gli studenti delle scuole medie e licei, vi sono attivisti Lgbtqia+ come Egon Botteghi, referente nazionale per la genitorialità trans o Gabriele Torchetti che, con Francesca Sorge, è curatore di un gruppo di lettura dal titolo “Se stasera siamo Queer”. L’intera formazione a educatori, insegnanti e genitori è affidata all’associazione “Scosse”, da anni impegnata nella promozione di progetti sull’identità di genere e l’orientamento sessuale nelle scuole. L’iniziativa si spaccia come percorso che pretende di affrontare in modo scientifico temi delicatissimi e controversi che non rientrerebbero certamente nelle conoscenze da trasmettere a bambini e adolescenti a scuola. Eppure, di fronte all’ideologia gender, il potere ha ormai calato le braghe…
Per la maggior parte delle persone, di fronte a questa deriva impressionante, il rischio è l’assuefazione, l’accettazione passiva, o nella migliore delle ipotesi la protesta accompagnata da un vago senso di impotenza, come se si trattasse di una delle solite controversie di natura politica. Il problema, in realtà, è ben più grave: siamo di fronte ad un attacco alle radici dell’identità umana, ed è necessario chiamare le cose con il loro nome: si tratta di una barbarie, di un abominio di gravità inaudita, di fronte al quale non si può né si deve tacere. Come è possibile che l’umanità non si ribelli a questo scempio, che tocca innanzitutto la carne e l’anima dei nostri bambini e, più in generale, delle giovani generazioni?
Le categorie puramente politiche, sociali o antropologiche, per le quali l’ideologia gender rappresenta “semplicemente” il «momento di negazione della differenza sessuata dell’essere umano, o meglio, come pensiero teso a elidere il dato dell’elemento biologico-naturale per sostituirlo con l’elemento psicoculturale», (si legga l’interessante libro di Aldo Rocco Vitale, Gender questo sconosciuto - Ed. Fede & Cultura), non sono evidentemente sufficienti.
Certamente, dietro a questa ondata di male vi sono gruppi di pressione omosessuali e lobbies che detengono il potere politico ed economico, che hanno tutto l’interesse a indebolire l’identità del singolo uomo/donna, aumentando al massimo grado la confusione, per renderlo perfettamente funzionale ai propri scopi. Dopo aver demolito la famiglia, si dedicano ora a demolire l’identità del singolo. Ma, andando ancora più a fondo, non si può non riconoscere in questa follia un attacco rabbioso al “Dio creò l'uomo a sua immagine… maschio e femmina li creò” (Gen 1, 27) e dunque il tentativo di distruggere nell’essere umano la somiglianza con Dio.
Chi muove davvero i fili, insomma, pare proprio essere lo stesso che sin dall’inizio ha voluto mettere i bastoni fra le ruote al progetto di Dio, che altro non è che un progetto di bene e di felicità per ogni creatura umana, maschio o femmina che sia. Non si vincerà, pertanto, questa battaglia solo con le armi della politica e della contrapposizione ideologica, ma innanzitutto con la preghiera, il digiuno e la conversione personale. Se l’Italia non tornerà ad essere un paese cristiano cattolico, la crescita del fenomeno sarà (come in altri Paesi) esponenziale, e le conseguenze sociali saranno devastanti.