Mar del Plata fa il bis: nuova rinuncia anticipata
La diocesi argentina ancora in cerca di guida: dopo José María Baliña a dicembre, ora anche Gustavo Manuel Larrazábal declina prima di assumere l'incarico.
Capita che un vescovo nominato rinunci ancor prima di assumere l'incarico e in tempi recenti è accaduto meno raramente del solito. Ma è alquanto singolare che nella stessa diocesi siano ben due vescovi consecutivi a rinunciare anzitempo, a distanza di poco più di un mese. È accaduto a Mar del Plata in Argentina (da non confondere con La Plata, di cui è suffraganea, più nota perché fino all'anno scorso era guidata da "Tucho" Fernández).
José María Baliña, nominato il 21 novembre e non ancora consacrato vescovo, a dicembre aveva dato forfait per motivi di salute non ben valutati (un distacco della retina); contestualmente alla rinuncia preventiva di mons. Baliña venne annunciata la nomina di mons. Gustavo Manuel Larrazábal. Il quale, a distanza di un mese, ha rinunciato a sua volta e sempre prima di insediarsi (pochissimi giorni prima, dal momento che la cerimonia era prevista per domenica 20 gennaio).
Larrazábal era vescovo ausiliare di San Juan de Cuyo dal 2022. Incarico che ora tornerà a riassumere. Se nel caso di Baliña si trattava di problemi di salute, su Larrazábal gravano accuse di molestie e abuso di potere, mosse da una donna, oggi 56enne, residente a Buenos Aires ma originaria di Mar del Plata. Accuse smentite dalla nunziatura, che le definisce «prive di fondamento». I fatti contestati risalirebbero agli anni tra il 2007 e il 2013, ma il dibattito si è riacceso a ridosso della nomina a Mar del Plata.
Questa volta però nessuna nuova nomina contestuale alla rinuncia: la sede resta vacante e sarà mons. Ernesto Giobando, ausiliare di Buenos Aires, a guidare provvisoriamente la diocesi in veste di "amministratore apostolico" fino alla nomina del nuovo e definitivo vescovo. Sperando che dopo le due rinunce preventive di Baliña e Larrazábal non si realizzi il detto: non c'è due senza tre.