Manovra: famiglie al palo, ma per il gender di Stato a scuola i soldi ci sono
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Manovra ancora amara per le famiglie, ma per abortisti e gender i soldi si trovano: il Mef dà il via libera a un emendamento dei Radicali di 500mila euro per l'educazione sessuale di Stato nelle scuole. Pro Vita & Famiglia: «La politica tolga le mani dalle mutande dei figli».
- Finanziaria, supremo atto del Leviatano di Stato di Stefano Fontana
Il diavolo è nei dettagli. E stavolta i dettagli sono inseriti in un brevissimo emendamento alla Manovra approvato dalla Commissione bilancio della Camera che stanzia la bellezza di 500mila euro per le scuole che intenderanno avvalersene per finanziare corsi di educazione sessuale nelle scuole. Dici educazione sessuale e le antenne si rizzano, soprattutto per un Governo come quello Meloni, che ha fatto della lotta all’ideologia gender il suo caposaldo, almeno a parole. Però quel che non è stato possibile con gli scivoloni di Valditara è stato possibile grazie alla solita manina dei Radicali che sanno bene come infilarsi anche nelle maggioranze apparentemente più ostili.
L’emendamento approvato mercoledì notte, infatti, porta il nome di Riccardo Magi, che è il segretario di + Europa, la pattuglia dei radicali in Parlamento. E i soldi, che mancano sempre, mancano soprattutto per una vera riforma fiscale in senso famigliare, si trovano. Sono 500mila euro che potevano essere dirottati per una delle tante iniziative proposte dalle associazioni famigliari e che invece vengono dirottati per far entrare dalla finestra le associazioni Lgbt nelle scuole.
Magi ha suonato la grancassa davanti a sé: «L’educazione sessuo-affettiva arriva tra i banchi di scuola anche in Italia – ha detto-. È un primo passo per la salute, la prevenzione e il rispetto. Ora dovremo vigilare sull’implementazione da parte del governo di questa importante conquista». Ovviamente sappiamo bene che le organizzazioni Lgbt non vedono l’ora di accaparrarsi questa cifra considerevole, dato che hanno già progetti e strutture pronte all’uopo.
Educazione sessuale agli studenti pagata dallo Stato. Praticamente il sogno di ogni progressista che si rispetti, ma non di questo governo che continua a ripetere che la Manovra è a misura di famiglia. E invece come è stato possibile?
Tutta “colpa” di un ok piuttosto affrettato da parte della Commissione Bilancio che ha ricevuto il via libera per la copertura economica da parte del Mef, nonostante il parere contrario di un pezzo di Governo.
Da quanto ha potuto apprendere la Bussola, infatti, l’emendamento era già stato bocciato dai ministri Valditara (Istruzione) e Roccella (Famiglia), ma è bastato il via libera di Federico Freni, sottosegretario leghista all’Economia e Finanza, per trovare la copertura economica. E così l’emendamento è entrato nascosto nella pletora di emendamenti approvati e pronti per il voto parlamentare della Manovra che sarà chiuso, avendo posto il Governo la fiducia. Dicono che il ministro della famiglia non abbia preso bene questo sgambetto, ma del resto, trattandosi di radicali in azione, avrà avuto un moto d’affetto per la famiglia politica dalla quale proviene parlandone sempre un gran bene.
La cosa è stata denunciata da Jacopo Coghe di Pro Vita & Famiglia che ha annunciato le barricate: «La politica deve togliere le mani dalle mutande dei nostri figli. Lo stanziamento di mezzo milione di euro nella manovra di bilancio per finanziare una presunta e ideologica “educazione sessuo-affettiva” nelle classi dei nostri figli e nipoti è un cedimento gravissimo della maggioranza di centrodestra all’isteria abortista dei collettivi trans-femministi e alle teorie terrapiattiste sul genere fluido del movimento Lgbtq», ha dichiarato.
Un inciampo che crea non pochi problemi alla Meloni: «È chiaro che i genitori italiani hanno difficoltà a fare affidamento su questa maggioranza per tutelare la loro libertà educativa, dato che al di là di tanti proclami di principio contro il gender nelle scuole all’atto pratico non è stato fatto niente per fermare questa deriva che oggi viene addirittura rifinanziata. Vorrà dire che le famiglie faranno le barricate in ogni scuola per impedire ad attivisti politici travestiti da esperti del nulla di andare a raccontare in classe che uccidere un bimbo nel grembo è un “diritto riproduttivo” o che si può nascere nel corpo sbagliato e risolvere tutto con ormoni e chirurgia distruttiva».
Quella di Coghe è una critica molto forte alla maggioranza, ma che ha effettivamente la sua ragione. Si continua a parlare di lotta alle ideologie, di promozione della famiglia naturale e poi l’unica cosa che passa è un emendamento che stanzia soldi per un’iniziativa che il Governo vede come fumo negli occhi.
Nel frattempo, ogni tipo di intervento strutturale per famiglie e denatalità resta inesorabilmente al palo. A cominciare dalla riforma fiscale, per proseguire con il quoziente famigliare fino alla revisione del diabolico meccanismo dell’Isee che penalizza l’Assegno unico di molte famiglie. Al palo anche l’annunciata riforma delle detrazioni, che verranno introdotte, ma in misura largamente insufficiente a quelle che sono le esigenze delle famiglie.
Le uniche “provvidenze” di Stato stanziate sono il bonus asilo nido e il bonus mille euro per i neonati nelle famiglie con Isee inferiore a 40mila euro. Ma si tratta di provvidenze sotto forma di bonus, strumento ormai scelto per “tenere buono” l’elettorato con qualche mancia di Stato, ma nulla che sia davvero strutturale. Interventi che possono far felice qualcuno al momento, ma che non risolvono il problema della denatalità in chiave strutturale, umiliando ancora una volta la funzione sussidiaria delle famiglie, che si ritrovano sempre più povere nel crescere i figli.
Inutile girarci intorno: la famiglia avrebbe bisogno di una robusta riforma fiscale in modo da permetterle di camminare con le proprie gambe, non di interventi a pioggia sotto forma di bonus, che oggi ci sono e domani possono essere cancellati.
E così anche la terza Manovra targata centrodestra va in archivio, tra promesse non mantenute e la solita, ormai ripetitiva scusante, che purtroppo i vincoli di bilancio Ue non permettono di più. Intanto i soldi per portare avanti le ideologie a danno dei più piccoli si trovano sempre. E infatti sono stati trovati molto facilmente, anzi quasi senza accorgersene mentre l’esecutivo proclamava «famiglia, famiglia».