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ADOZIONI GAY

Ma quali adozioni, i gay puntano all'eterologa

Nozze e adozioni gay sono al centro del dibattito pubblico. Ma siamo sicuri che le coppie omosessuali cercherebbero eventualmente di avere un figlio tramite l’adozione e non attraverso altre strade, come l'eterologa? 

Cronaca 22_05_2013
Adozioni gay?

Se dici “nozze” gay dici adozioni gay. Permettere agli omosessuali di “sposarsi” e negare loro l’accesso all’istituto dell’adozione suona discriminatorio per l’ideologia gay, quasi che gli omosessuali fossero “coniugi” di serie B.
L’ultima nazione tra i paesi europei che è a un passo dal concedere agli omosessuali l’abbinata matrimonio-adozione, come si sa, è la Francia. Il 14° paese in Europa. 
Negli Usa sono undici gli stati che permettono l’adozione gay, tre in America Latina. In tutto il mondo siamo a quota trentacinque.

Ma siamo così sicuri che le coppie omosessuali cercheranno di avere un figlio tramite l’adozione oppure sceglieranno altre strade, come la fecondazione artificiale eterologa? Propendiamo maggiormente per la seconda soluzione.
Il motivo è il seguente. Nell’adozione il figlio non è biologicamente di nessuno dei due partner. Invece nella fecondazione artificiale eterologa il bambino potrà essere figlio genetico perlomeno di un membro della coppia gay. Questo fa la differenza tra figlio avuto tramite Fivet e figlio adottato: il primo sarà sentito dalla coppia come “più figlio loro” rispetto al secondo. Anzi, nel caso di coppie lesbiche, se una delle due donne deciderà di portare avanti la gravidanza, per nove mesi il bambino crescerà nella sua pancia e sarà lei a partorirlo, accrescendo così la percezione dell’esistenza di un legame più naturale con il bambino.
Inoltre a differenza dell’adozione, la Fivet eterologa permette di stringere in braccio il piccolo fin dalla nascita. Tutti motivi che porteranno i militanti gay a battersi perché anche le coppie omosessuali possano avere un figlio il più possibilmente biologico, quasi come le coppie eterosessuali.

E così gli “omo” una volta tanto vorranno qualcosa di “etero” nella loro vita, come appunto l’eterologa. L’adozione gay comunque in alcuni paesi fa già da sponda all’eterologa per le coppie omosex. Ad esempio in Finlandia, in Germania e dal 19 maggio scorso anche in Portogallo esiste la “stepchild-adoption”, cioè l’adozione per prossimità, potremmo definirla. Si tratta della possibilità a favore di un partner di adottare il figlio dell’altro partner, figlio avuto in modo naturale o tramite fecondazione omologa o eterologa.
Questa facoltà era stata esclusa dalla Corte europea dei diritti dell’uomo nel 2012 in un caso francese, ma solo per coppie gay legate da Pacs. Il passo è breve: se si permette di adottare il figlio dell’eterologa perché non si permette alla coppia gay l’eterologa stessa?

A ben vedere l’accesso per legge alla Fivet eterologa a volte non è l’esito dell’istituzione del “matrimonio” gay, un suo effetto ben desiderato, bensì la causa: la diffusione della pratica della Fivet eterologa – disciplinata per legge o non disciplinata ma non vietata – tra single o tra coppie gay è stata la porta di ingresso per avere il “matrimonio” tra persone dello stesso sesso in alcuni paesi europei.
La dinamica è in realtà semplice: coppie omosessuali che accedono nel loro paese all’eterologa o si recano all’estero perché in patria tale pratica è vietata, poi creano una situazione tale per cui è inevitabile riconoscere giuridicamente la loro unione. Infatti il paradosso su cui far leva è il seguente: il bambino nato dalla provetta eterologa si trova ad essere figlio all’interno di una relazione non riconosciuta dallo Stato. Quindi che lo Stato si dia una mossa nel riconoscere le coppie omosessuali al fine di tutelare il pargolo e al fine di porre il sigillo della legge ad una “famiglia” già esistente nei fatti.

A tal proposito caso paradigmatico è quello del Regno Unito dove la Fivet è permessa a donne single e a coppie conviventi anche dello stesso sesso, ma ad oggi non esiste ancora il “matrimonio” omosessuale. Tale situazione – insieme ad altri fattori – dove si diventa “genitori”, ma non “sposi” sta spingendo il Governo di Cameron verso la legittimazione delle “nozze” gay.
Va da sé che laddove il figlio nato da eterologa era privilegio solo di coppie coniugate (eterosessuali), con le “nozze” gay questo privilegio sarà esteso anche alle coppie omosessuali, come avverrà in Francia.

A tal proposito sono parole al vento quelle pronunciate dai magistrati del Consiglio Costituzionale francese settimana scorsa i quali hanno benedetto le “nozze” gay e le relative adozioni, ma si sono subito preoccupati di sottolineare che non si può parlare di “diritto al figlio” da parte degli omosessuali. Cioè temono che i gay possano ricorrere in massa alla Fivet eterologa: ma, come spiegato, dato che questa attualmente è permessa solo alle coppie sposate, quando i gay si potranno "sposare" potranno anche loro ricorrere all'eterologa.

L’accesso quindi all’eterologa da parte del mondo gay è già una realtà assai diffusa. Ad esempio sempre nel Regno Unito nel 2011 ha aperto Gay Family Web un centro specializzato per la Fivet eterologa per coppie gay, dove si comprano spermatozoi e ovociti e dove si affittano uteri. Oppure per citare un altro esempio già ricordato nell’articolo “Uteri in affitto, boom di richieste” del 4 marzo di quest’anno, metà delle richieste di Fivet eterologa presentate presso il Center of Surrogate Parenting, uno dei centri più rinomati negli USA in fatto di fecondazione artificiale, proviene da coppie omosessuali.

Tutto questo volume di figliolanze eterologhe e di legami di sangue a metà costituisce un pressing eccezionale sui legislatori di tutto il mondo, Italia compresa, perché si qualifichi come “matrimonio” una realtà di relazioni che la provetta in mano agli omosessuali desiderosi di prole ha già determinato a creare.