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quaresima

L'omelia preparata dal Papa: le ceneri ci ricordano chi siamo

Ieri nella tradizionale celebrazione a Santa Sabina il cardinale De Donatis ha letto il testo di Francesco: fare memoria della fragilità della nostra vita e della speranza nel Risorto.

Borgo Pio 06_03_2025
La Presse  (AP Photo/Andrew Medichini)

Le ceneri, «ravvivano in noi la memoria di ciò che siamo, ma anche la speranza di ciò che saremo»: così il Papa nell'omelia letta dal cardinale Angelo De Donatis, che ha guidato la processione da Sant'Anselmo a Santa Sabina, e quindi la Messa del Mercoledi delle Ceneri.

Questo gesto con cui si apre la Quaresima ci aiuta «a fare memoria della fragilità e della pochezza della nostra vita: siamo polvere, dalla polvere siamo stati creati e in polvere ritorneremo. (...) Fatti di cenere e di terra, tocchiamo con mano la fragilità nell’esperienza della malattia, nella povertà, nella sofferenza che a volte piomba improvvisa su di noi e sulle nostre famiglie. (...) Da ultimo, questa condizione di fragilità ci richiama il dramma della morte, che nelle nostre società dell’apparenza proviamo a esorcizzare in molti modi e a emarginare perfino dai nostri linguaggi, ma che si impone come una realtà con la quale dobbiamo fare i conti, segno della precarietà e fugacità della nostra vita». Richiamo duplice, promemoria della caducità umana ma anche della speranza nella Risurrezione di Cristo: «Se riceviamo le ceneri col capo chino per ritornare alla memoria di ciò che siamo, il tempo quaresimale non vuole lasciarci a testa bassa ma, anzi, ci esorta a sollevare il capo verso Colui che dagli abissi della morte risorge, trascinando anche noi dalla cenere del peccato e della morte alla gloria della vita eterna».

Primo inizio di Quaresima a Santa Sabina senza il Papa, che al Policlinico Gemelli «ha partecipato al rito della benedizione delle Sacre Ceneri che gli sono state imposte dal celebrante, quindi ha ricevuto l’Eucarestia».