L’Oim chiede 41 milioni di dollari per assistere gli iracheni ancora sfollati
Rallenta il rientro a casa degli sfollati iracheni. Sono attualmente 1.750.000, oltre mezzo milione dei quali vivono in campi profughi e dipendono dall’assistenza internazionale per sopravvivere
Il numero degli sfollati in Iraq è andato gradualmente diminuendo nel corso degli anni. Tuttavia a febbraio del 2019 restavano ancora circa 1.750.000 persone in attesa di tornare a casa. A ritardarne il ritorno sono vari fattori: case danneggiate e inagibili, mancanza di mezzi di sussistenza e di servizi di base, timori per la sicurezza. Un terzo degli attuali sfollati sono ospitati in campi profughi e sono estremamente bisognosi di aiuto. Per loro l’Oim, Organizzazione internazionale per le migrazioni, ha lanciato una raccolta di fondi per un ammontare di 41,4 milioni di dollari. Verranno usati nel corso del 2019 per interventi di emergenza. Altri fondi si richiedono per proseguire il programma Oim di monitoraggio che fornisce in tempo reale dati quantitativi e qualitativi sulla situazione degli sfollati e dei ritorni a casa. “Il protrarsi della crisi dei profughi interni – ha spiegato Hoshang Mohamed, direttore generale del Centro di coordinamento della crisi per il governo regionale del Kurdistan – è una delle sfide critiche su cui è necessario concentrarsi perché molti sfollati continuano a dipendere interamente dall’assistenza umanitaria. Le risorse locali sono al limite”. Reperire i fondi per assicurare assistenza umanitaria ai profughi interni è fondamentale, sostiene il capo missione Oim in Iraq Gerard Waite: “occorre provvedere ai bisogni di base e tutelare la dignità degli iracheni vulnerabili sfollati e di ritorno a casa. È indispensabile per evitare di perdere i risultati raggiunti per stabilizzare le aree che sono state più duramente colpite dal conflitto”.