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DA FACEBOOK A TWITTER

Lo chiamano fact-checking. In realtà è censura (sinistra)

Giganti social come Facebook, Instagram, Twitter continuano a censurare sistematicamente, con il pretesto del fact-checking, le notizie scomode: pro vita, pro famiglia o contro la narrazione dominante sul Covid. E la rete IFCN, collegata a Soros e Gates, si lamenta con YouTube, chiedendo una maggiore censura…

Attualità 08_02_2022

Nelle scorse settimane molte e inquietanti novità sono emerse sulla tirannica rete di controllo delle notizie (fact-checking) che manipola o censura i fatti in funzione di interessi politici, culturali ed economici di un manipolo di plutocrati illiberali mondiali. Ma la verità emerge.

Pochi giorni fa, l’Heritage Foundation ha smascherato le falsificazioni censorie delle notizie sui senatori repubblicani Cotton e Cruz, messe in atto da Glenn Kessler, il cosiddetto fact-checker per le pubblicazioni di Jeff Bezos, a partire dal Washington Post. A fine gennaio, Roy Austin, vicepresidente dei diritti civili per la società madre di Facebook Meta, che sovraintende alla ‘veridicità’ delle notizie postate sul social network da 3.5 miliardi di utenti, ex membro dello staff di Obama, ha dichiarato il suo impegno ad incrementare la censura in rete, ovviamente per il “bene sociale di tutti”. Il giorno precedente era stato il sito cristiano americano Life News a riportare come, anche nell’occasione della Marcia per la Vita statunitense del 22 gennaio, Twitter avesse evidenziato i post pro aborto e Instagram avesse censurato sistematicamente quelli pro life. Semplici coincidenze? No. Una rete internazionale di cosiddette organizzazioni di "fact-checking", gruppi di ricercatori che dovrebbero verificare la correttezza delle informazioni riportate sui mass media, finanziate da sinistre organizzazioni e dai noti filantropi globalisti, aveva invitato YouTube a censurare più contenuti, soprattutto quelli postati da organizzazioni conservatrici e cristiane.

Dopo la presa sui media cattolici, con la scusa dei “no-vax”, denunciata nel dettaglio dal direttore Cascioli, ora gli stessi benevoli magnati vanno alla carica dei social media e di YouTube. La ‘sinistra’, di nome e di fatto, “International Fact-Checking Network” (IFCN), un’organizzazione del Poynter Institute, ha pubblicato una lettera aperta lamentandosi che YouTube “stia permettendo che la sua piattaforma sia usata da attori senza scrupoli per manipolare e sfruttare gli altri e per organizzarsi e raccogliere fondi”. Attenzione: parliamo di YouTube, piattaforma di proprietà di Google dal 2006, con più di 2 miliardi di utenti in tutto il mondo. L'IFCN sta sfruttando il Covid-19 per denunciare come “la disinformazione”, ovvero l’informazione libera e la condivisione di contenuti e video tra le persone in tutto il mondo, “possa essere distruttiva per l'armonia sociale, la democrazia e la salute pubblica”. La verve inquisitoria è rivolta contro i “no-vax”, ma anche a chiunque metta in discussione la narrazione dominante di fatti e avvenimenti, che pochi ricchissimi padroni del mondo impongono.

Non a caso il Poynter è lo stesso istituto che ha tentato di mettere nella lista nera 29 testate online cristiane e conservatrici nel 2019. Ben prima del Covid-19, questi loschi paladini della trasparenza informativa avevano dichiarato “inaffidabili” e chiesto la censura di molti siti conservatori cristiani, pro life e pro family di primo piano come Breitbart, Daily Signal, Daily Wire, Life News, Life Site News, Live Action News, Media Research Center, Project Veritas e persino il quotidiano Washington Examiner. La lista comprendeva anche organizzazioni che da sempre si battono per la libertà di religione, educazione e di difendere i cristiani perseguitati nei paesi occidentali come Alliance Defending Freedom. La MRC Free Speech America, un gruppo di giornalisti investigativi e ricercatori americani che si batte per la libertà di parola e pensiero, ha identificato almeno 11 grandi organizzazioni di sinistra che hanno finanziato il Poynter Institute per almeno 15.755.197 dollari tra il 2007 e il 2020.

Alcuni dei gruppi sono specificamente collegati a miliardari come George Soros, il cofondatore di Microsoft Bill Gates, il fondatore di Craigslist Craig Newmark e il fondatore di eBay Pierre Omidyar. Tutti i benefattori dell’umanità, per semplice coincidenza (?), sono nella lista dei miliardari che hanno raddoppiato i propri guadagni grazie alla devastazione mortale del Covid-19 nell’ultimo anno. La Fondazione Ford ha donato 2.600.000 dollari a Poynter. Soros e Omydiar hanno donato 1.300.000 dollari per meglio individuare e censurare notizie e post “inaffidabili”. Dunque, l‘“indipendente” IFCN, comportandosi come il Ministero della Verità di orwelliana memoria, nella sua lettera pubblica a YouTube pretende che la piattaforma si “assicuri di non promuovere attivamente la disinformazione ai suoi utenti o raccomandare contenuti provenienti da canali non affidabili”; ovviamente ci si dice pronti a collaborare per migliorare le procedure di valutazione della veridicità. I nuovi censori sono gli stessi che promuovono i dogmi dell’aborto libero, eutanasia, LGBTI, “Madre Terra”, la colpevolizzazione della Chiesa etc.

Due casi eclatanti sono venuti alla luce proprio in questi giorni. Il primo, dopo sette mesi di incendi in 60 chiese in tutto il Canada, sull’onda della denuncia contro il sistema delle scuole residenziali, che aveva peraltro una matrice governativa: ebbene, il professor Jacques Rouillard, professore emerito di storia all’Università di Montreal, ha scritto un articolo dettagliato su The Dorchester Review sottolineando che nessuno ha ancora visto alcun corpo nelle “fosse comuni” per bambini e soprattutto i numeri non quadrano. Ad esempio, nella scuola di Kamloops, dove per la Commissione statale sono 51 i bambini morti abbandonati nella scuola, in realtà 17 sono morti in ospedale, 8 per malattia o incidente, 24 sono stati sepolti nel cimitero della loro riserva indiana e solo 4 nel cimitero indiano di Kamloops, non lontano dalla scuola. Quindi? Zero cadaveri nella scuola. Secondo caso. Il Governo e la maggioranza rosso-fuoco (socialcomunista) spagnola sta approvando una Commissione di inchiesta sugli abusi verso i minori solo nella Chiesa, costruendo una campagna massmediatica imponente. Ebbene, la Fondazione indipendente ANAR ha presentato un primo studio sugli abusi infantili: sacerdoti e religiosi della Chiesa cattolica sono imputabili dello 0,2% del totale degli abusi. I “fact-checkers” stanno in silenzio, sono colpevoli e conniventi.