L'Irlanda sfida l'intelligenza: la maggior parte delle gravide è donna
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L’organismo governativo della salute, nell’ambito delle linee guida sul trattamento del diabete in gravidanza, ha affermato che «la maggior parte» delle persone incinte «si identificano» come donne. Protesta solo il leader dell'opposizione.
L’Irlanda, dopo aver lottato per sette secoli per affermare la propria identità, rivendicare la propria libertà e difendere la propria fede, negli ultimi anni sta perdendo tutto questo sotto l’aggressione dell’ideologia relativista che è all’origine della cancel culture e della woke culture. Da qualche tempo, tuttavia, la voce dell’Irlanda profonda e autentica si fa sentire e si ribella alla dittatura del pensiero unico. È il caso del leader del piccolo partito Aontú, cattolico e identitario, Peadar Toibìn. Negli scorsi giorni, il parlamentare ha preso le difese del buon senso, oltre che del principio di realtà, attaccati dall’HSE, il Servizio sanitario nazionale irlandese.
L’organismo governativo, infatti, nell’ambito delle linee guida sul trattamento del diabete in gravidanza, ha affermato che «la maggior parte» delle persone incinte «si identificano» come donne. Per la precisione si legge nel documento: «Mentre riconosciamo che la maggior parte delle persone incinte si identifica come femmina, è importante riconoscere che alcune donne non si identificano con quel termine e gli uomini transgender possono sperimentare una gravidanza». Si invita quindi – in nome dell’inclusività - a non usare il termine «donne con diabete», ma «persone incinte con diabete».
Davanti a questa affermazione a dir poco surreale, la risposta del parlamentare di Aontù è stata ferma, non si è lasciato andare a facili ironie, e ha dichiarato di essere «stupito» che l'HSE sia legato a una «moda ideologica obsoleta» come l'ideologia di genere, quando «la maggior parte delle persone in Irlanda non è d'accordo con essa».
Proprio così: obsoleta. Come dire: non siete affatto progressisti, perchè la Medicina autentica sta già correndo ai ripari nei confronti di queste teorie. Toibìn ha ricordato che tale ideologia ha causato enormi danni a tanti giovani che soffrono di disforia di genere, mettendoli sulla strada di un intervento chirurgico irreversibile e danneggiandosi con i bloccanti chimici della pubertà. Infine, ha sottolineato che l'incapacità dello Stato, di un sistema sanitario, nel definire cosa sia una donna è molto problematica dal punto di vista della salute.
«Non essere in grado di definire cosa sia una donna ha molte conseguenze negative», ha precisato. «Come si può legiferare per sostenere e proteggere le donne se non si riesce a definirle? Come si possono finanziare i servizi sanitari chiave per le donne se non si riesce a definire cosa sia una donna?». Toibín ha aggiunto che una comunicazione chiara da parte dell'HSE ai pazienti è di importanza critica e che confondere quel messaggio per scopi politici o ideologici porterebbe a un peggioramento dell’offerta di cure e di prevenzione.
Inoltre, il parlamentare ha concluso sottolineando che queste affermazioni antiscientifiche diffuse attraverso canali ufficiali possono portare ad una perdita di fiducia da parte della gente nei confronti dello Stato e delle sue istituzioni sanitarie.
Affermare che gli uomini possono avere una gravidanza, così come insegnare ai bambini che il genere è opinabile e che si può decidere di essere quello che si vuole, secondo il parere del leader di Aontù «è solo una delle tante ragioni per cui questo governo ha atomizzato la fiducia di così tante persone nei confronti dello Stato».
Questa presa di posizione di Toibìn è molto interessante, e potrebbe essere un paradigma per chi si impegna nella difesa di ciò che è ragionevole: senza toni urlati – difficilmente potrà essere accusato di essere un «fomentatore di odio», richiamando il senso di responsabilità delle istituzioni pubbliche, rimarcando la necessità di una difesa della salute femminile e difendendo le autentiche evidenze scientifiche, contro le distorsioni ideologiche. Un esempio cui guardare.