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Burkina Faso

L’intensificarsi delle violenze in Burkina Faso crea ogni giorno nuovi profughi

Dall’inizio del 2018 le violenze jihadiste e interetniche hanno messo in fuga decine di migliaia di persone, a una media di circa mille al giorno. Le vittime civili sono aumentate del 7.000%

Migrazioni 09_05_2019

L’ondata di violenze jihadiste e interetniche che colpisce il Sahel sta avendo gravissime ripercussioni sulla popolazione civile. Malgrado la presenza di migliaia di caschi blu dell’Onu e di truppe regionali e occidentali, l’organizzazione non governativa Armed Conflict Location and Event Data Project denuncia che le vittime degli attacchi ai civili rispetto al 2018 sono aumentate del 300% in Mali, del 500% in Niger e addirittura del 7.000% in Burkina Faso. New Humanitarian News, NHN, riporta che “i militanti hanno sferrato quasi ogni giorno attacchi alle forze di sicurezza del Burkina Faso. Queste a loro volta, durante le operazioni di contro terrorismo, hanno commesso contro i civili numerosi abusi tra cui esecuzioni sommarie e arresti arbitrari”. Inoltre si rileva nel paese la presenza di un numero crescente di milizie di autodifesa.  Secondo Daouda Djouma, un funzionario del corpo Onu aiuti di emergenza in Burkina Faso, “più dei due terzi degli sfollati presenti nel paese sono stati costretti a fuggire dall’inizio dell’anno in ragione di una media di circa mille persone al giorno stando ai dati forniti dalle Nazioni Unite. Se la situazione non cambierà, i profughi potrebbero diventare più di 380.000 entro dicembre”. È dal 2016 che nel nord del Burkina Faso operano gruppi di jihadisti legati ad al Qaida e all’Isis e altre milizie armate che di recente hanno aperto nuovi fronti a est e a sud-est, minacciando la sicurezza dei paesi vicini: Ghana, Togo, Benin e Costa d’Avorio. L’organizzazione non governativa International Crisis Group osserva come, dopo le dimissioni forzate del presidente Blaise Compaoré alla fine del 2014, l’apparato di sicurezza del paese si è molto indebolito.